Salute e Sicurezza nella raccolta differenziata dei rifiuti
materiali del seminario di Brescia
Il 31 gennaio si è tenuto a Brescia un seminario sulle condizioni di lavoro degli addetti alla raccolta differenziata organizzato da CGIL e Funzione Pubblica CGIL con al centro il tema della riscoperta della "soggettività operaia”.
La gestione dei rifiuti riveste un ruolo importante nella definizione di una strategia ambientale sostenibile che sostanzialmente rappresenta un impegno alla prevenzione. E' riconosciuto come nel processo evolutivo in corso emerga l'ambiente, la sua salvaguardia, come elemento costitutivo fondamentale della società. L'ambiente non è più da sfruttare; al posto dello sfruttamento si impone una propensione alla salvaguardia ambientale dal carattere generativo. Genera pensiero, progettazione, modificazione produttiva e dei consumi; il tutto favorito da un inedito sviluppo di conoscenza e di nuova tecnologia. Siamo di fronte ad uno spostamento di grande portata; dalla domanda di consumo, alla domanda di benessere per il quale le scelte necessariamente assumono un carattere di prevenzione. Per vivere, per non ammalarsi, per salvaguardare la salute e la prospettiva di vita e di benessere su questo pianeta. Ciò premesso, quando parliamo di passaggio alla Raccolta differenziata non parliamo solo di un cambio di gestione nel servizio di raccolta, ma di una rivoluzione in atto. Nel quadro dei vincoli internazionali, europei e nazionali, nell'orizzonte del contrasto al cambiamento climatico, passare dallo smaltimento dei rifiuti in discarica e incenerimento, al riciclo e al recupero è una rivoluzione mentale, culturale, la cui portata è carica di conseguenze inedite. Intanto si tratta di porsi l'obiettivo della riduzione dei rifiuti e della loro pericolosità come elemento essenziale di una politica di produzione e consumo sostenibili, rendendo sempre più urgenti politiche ed iniziative che incoraggino le attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti. E' solo di pochi giorni fa l'approvazione da parte della Commissione Ambiente del Parlamento europeo del pacchetto legislativo sull'economia circolare che ha migliorato considerevolmente la proposta del 2015 in particolare per gli obiettivi di riciclaggio al 2030, innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani ( 60% al 2025; oggi la media dei 28 paesi europei è al 44%) all'80% per gli imballaggi. Secondo la valutazione della Commissione il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe di creare 580.000 posti di lavoro in europa (190.000 per l'Italia) con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse. La prevenzione dei rifiuti, la rigenerazione, la riparazione e il riciclaggio possono generare, sempre per la Commissione, risparmi netti per le imprese europee pari all'8% del fatturato annuo, riducendo nello stesso tempo l'emissione dei gas serra del 2-4%. Una opportunità da perseguire, considerando che attualmente in Europa si bruciano o si mettono in discarica oltre il 50%dei rifiuti prodotti, distruggendo risorse in termini di materie prime derivate. Per inciso, il pacchetto introduce anche l'obbligo di ridurre al 5% la percentuale dei materiali conferiti in discarica. La raccolta differenziata nell'ottica dell'economia circolare indicata dalle direttive europee è un servizo che va colto nella filiera lunga: produzione, consumo, spazzatura, raccolta, trattamento, trasformazione, produzione di materie prime derivate da destinare al mercato. I rifiuti, da costo diventano un generatore di risorse (materie prime derivate), nuovi investimenti e occupazione; dalle attività di trattamento recupero e riciclaggio derivano materie prime seconde da immettere nuovamente sul mercato; UNA CONVENIENZA economica per le imprese di trasformazione in termini di disponibilità di materie, riduzione di costi, produzione innovata, maggiori margini di valore aggiunto. Il che, a livello sindacale, in termini generali, apre nuovi spazi di contrattazione per la condizione del lavoro e il suo riconoscimento, nella consapevolezza che questo cambiamento può e deve avvenire attraverso una CRESCITA professionale dei lavoratori e lavoratrici impegnati a tutti i livelli senza porre a rischio la loro salute. Occorre dare conseguenza al Piano per il Lavoro proposto dalla CGIL con l'avvio di un percorso per la definizione di un accordo quadro quadro a livello nazionale che investa sul lavoro riscattandone le condizioni, le disparità di trattamento a parità di condizione in un settore destinato a generare risorse e dinamiche economiche positive. E in particolare, si impongono processi di confronto e contrattazione nell'immediato del passaggio a nuovi sistemi di raccolta differenziata, con le amministrazioni che adottano il sistema di raccolta differenziata spinta, porta a porta, in quanto dalle condizioni di conferimento del servizio e/o appalto, dipendono le condizioni del lavoro per coloro che saranno addetti alle operazioni di raccolta. Una contrattazione in anticipo per la definizione di linee di comportamento che impediscano che le contraddizioni interne al passaggio di sistema si scarichino sulle condizioni del lavoro. Si impongono percorsi di confronto e contrattazione con le imprese investite del servizio per la defibnizione dell'organizzazione del lavoro, con particolare attenzione alla tutela e salvaguardia della salute e sicurezza. Colpisce nella vicenda bresciana – se l'informazione si confermasse vera - l'offerta con cui Cauto pare si sia aggiudicata la raccolta del vetro nella gara di appalto indetta da Aprica SPA, con un offerta di 4.550.000 euro rispetto alla base d'asta indicata in 7.300.000; ben il 38% di ribasso! Di spazi aperti per la contrattazione e dei nodi e problemi riscontrati nel lavoro di raccolta in tempi in cui si impone lo sviluppo della Raccolta Differenziata anche per via degli obblighi normativi, del cambio culturale e delle convenienze economiche, vogliamo ragionare in questo convegno, sulla base delle diverse esperienze lavorative. Per la Raccolta differenziata, è cosa nota, il sistema porta a porta garantisce la migliore quantità e qualità e, più del sistema a calotta, con significativi aumenti occupazionali (A Brescia, e soltanto in Aprica +37unità, secondo la relazione presentata in questi giorni dall'Assessore all'Ambiente). Tuttavia, cosa altrettanto risaputa, in assenza di organizzazione del lavoro, procedure e mezzi adeguati, ed in presenza di Amministrazioni pubbliche che scelgono il cambio del sistema ragionando esclusivamente sui costi del servizio e non di un cambio radicale di prospettiva che genera risorse, questo si sta rivelando il sistema più usurante e gravoso, in particolare per i rischi per la salute e sicurezza degli operatori addetti; rischi diversi anche in ordine alle modalità e alla tipologia dei rifiuti raccolti. Il ricorso alle coperative sociali di tipo B) nella filiera degli appalti rende sempre più evidente – e inacettabile – la disparità di condizione e trattamento riservata agli operatori addetti alla raccolta, dipendenti da queste ultime, in rapporto a quelle in imprese che applicano il CCNL Federambiente. A nostro parere nella transizione all'economia circolare, non è rinviabile l'iniziativa sindacale tesa ad affermare il principio per il quale a parità di prestazione per gli addetti alla raccolta corrisponde pari riconoscimento in termini di trattamento, di retribuzione, di tutela della salute e salvaguardia dell'integrità psico-fisica. Qui, non solo le imprese, ma anche le amministrazioni sono chiamate in causa. Secondo gli obblighi dell'art. 26 del D.Lgs. 81/2008: i committenti, in casi specifici ale amministrazioni pubbliche, in caso di conferimenti, appalti - e subappalti -, per lavori nel territorio comunale, collaborano e coordinano nell'elaborazione del DVR, l'adozione delle misure necessarie per eliminare o, dove non è possibile, per ridurre al minimo i rischi per la salute e sicurezza. Per quanto riguarda la camera del Lavoro di Brescia, abbiamo attivato da mesi un Laboratorio con RLS per far parlare l'esperienza del lavoro, per mettere in parola le condizioni del lavoro come passaggio necessario per orientare lo sviluppo della contrattazione dentro le imprese, ma anche territoriale e nazionale. Il tutto recuperando la migliore tradizione sindacale che in passato ha saputo dotarsi di percorsi e strumenti che hanno consentito la contrattazione virtuosa di tutele e diritti per la salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ascolteremo dalle voci di RSU e RLS l'esperienza di analisi, approfondimento e confronto; esperienza che condivisa ai diversi livelli sindacali, rappresenta un punto di leva per la contrattazione a tutti i livelli. Rimettiamo al centro il lavoro rigenerando una cultura capace di spostare e modificare quella oggi dominante, concentrata sui bisogni dell'impresa. Lontano da noi banalizzare i bisogni dell'impresa, o le difficioltà delle amministrazioni; ma siamo convinti che nella transizione in atto far vivere e contrattare i bisogni vecchi e nuovi del lavoro è un atto di migliore civiltà che nel confronto fra i diversi interessi, impegna tutti i soggetti sociali, economici e istituzionali, - nessuno escluso - nel rispetto dei principi costituzionali.
Fonte: snop
Brunelli_CGIL31-01-2017-def.pdf)
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