Schede Rischio Biologico
Il rischio biologico nei luoghi di lavoro Schede tecnico-informative Inail
Il rischio biologico nei luoghi di lavoro Schede tecnico-informative Inail
Tranne poche eccezioni legate ad alcune attività lavorative tra cui gli ambienti sanitari, il rischio biologico è spesso poco conosciuto e presumibilmente sottostimato in molti luoghi di lavoro. Pertanto, proprio al fine di sottolineare l’importanza della valutazio- ne e della prevenzione di tale rischio, la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) dell’INAIL ha avviato un’intensa campagna informativa e formativa, che ha già visto la pubblicazione di una prima serie di quindici schede tecnico-informative aventi l’obiettivo di mettere in evidenza il rischio biologico nei più svariati ambienti di lavoro.
Questo volume segue e completa dunque la prima edizione e, con le sue trenta sche- de, spazia in settori molto diversi tra loro: dagli ambienti indoor non industriali (uffici, scuole), ai settori della filiera agroalimentare (allevamenti, trasfomazione di prodotti alimentari, mangimifici, ecc.), al comparto dei rifiuti solidi urbani e della depurazione di acque reflue civili, e così via, proprio a dimostrare che nessun ambiente può consi- derarsi esente dalla presenza di agenti biologici. Infatti, sono diversi i fattori che pos- sono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie utilizzate, il contatto con fluidi biologici umani o animali potenzialmente infetti, la presenza di polvere, la scarsa igiene, il cattivo funzionamen- to e la manutenzione degli impianti aeraulici, la presenza ed il numero di occupanti, il microclima, ecc.
Il testo conferma dunque come il rischio biologico sia trasversale e presente tanto in attività lavorative in cui “tradizionalmente” è riconosciuta la presenza di agenti biolo- gici quali allevamenti o macelli, quanto in attività caratterizzate sempre più spesso da rischi “emergenti” quali gli aeroporti e il trasporto aereo, o attività frutto della moda degli ultimi anni, come i centri che effettuano piercing e tatuaggi. A ciò va sicuramen- te aggiunto anche quel mondo professionale, in crescita esponenziale negli ultimi anni, che riguarda l’assistenza familiare ad anziani, disabili e malati.
Le schede forniscono indicazioni sulle principali fonti di pericolo, le modalità di espo- sizione, gli effetti sulla salute, le specifiche misure di prevenzione e protezione. Sono inoltre riportate alcune indicazioni tecniche per lo svolgimento del monitoraggio am- bientale, rimandando per eventuali approfondimenti e analisi di dettaglio alle apposite linee guida o ai vari riferimenti bibliografici e normativi.
Oltre alle specifiche schede dedicate agli ambienti di lavoro, sono stati redatti un piccolo glossario per chiarire alcuni termini specialistici ivi utilizzati, e una tabella riportante un breve elenco di agenti biologici potenzialmente presenti negli ambienti oggetto dello studio, con le principali patologie da essi causate.
Il protagonista di queste schede è “BioRisk”, “l’agente biologico” che veste di volta in volta gli indumenti di lavoro dei diversi comparti e interessa vari punti critici del ciclo produttivo, ossia dove è maggiore la probabilità di esposizione ad agenti biologici. La sua presenza indica come gli agenti biologici siano presenti in tutti gli ambienti di vita e di lavoro; ciò che cambia è la concentrazione e la tipologia che può includere anche eventuali patogeni o patogeni opportunisti per l’uomo.
Le schede hanno colori identificativi diversi, ciascuno riconducibile, in linea di massima, a diversi macrosettori ATECO.
Ogni scheda, in generale, si articola secondo i seguenti punti che possono però subire variazioni in base alla tipologia di ambiente.
1. CICLO PRODUTTIVO/ATTIVITÀ LAVORATIVA
Vengono schematizzati i cicli produttivi o di lavoro, al fine di rendere evidenti i punti con maggiore probabilità di contatto con gli agenti biologici.
2. PUNTI CRITICI
Vengono riportati i principali punti critici (fasi lavorative o mansioni), ossia quelli con maggiori probabilità di contatto con gli agenti biologici, sottolineando le modalità di esposizione in quei determinati punti.
3. FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO
Viene riportato un breve elenco di strumenti, attrezzature, ambienti, processi, materie prime, ecc. che possono costituire un pericolo biologico (Pericolo: potenzialità di una determinata entità - processo, macchina, sostanza - di causare danno).
4. VIE DI ESPOSIZIONE
Indica le principali vie di esposizione nello specifico comparto lavorativo.
5. AGENTI BIOLOGICI POTENZIALMENTE PRESENTI
Sono elencati i principali agenti biologici potenzialmente presenti negli ambienti oggetto dello studio; alcuni sono stati riscontrati in indagini svolte dagli stessi Autori delle schede, altri sono ripresi da fonti bibliografiche. E’ un elenco che può essere ampliato da altre indagini e che non implica la necessaria presenza degli stessi in tutti gli specifici ambienti di lavoro.
6. EFFETTI SULLA SALUTE
Sono riportate genericamente le principali categorie di patologie causate dagli agenti biologici riscontrati. Nella Tabella 1 è riportato un elenco degli agenti citati nelle schede e delle principali malattie ad essi associate.
7. PREVENZIONE E PROTEZIONE
Sono elencate le principali misure di prevenzione e protezione studiate per lo specifico ambiente di lavoro. Alle indicazioni specifiche per il rischio biologico, vanno naturalmente aggiunte tutte le altre previste per gli altri rischi e tutti gli adempimenti di legge.
Anche coloro che si recano negli ambienti di lavoro per effettuare il monitoraggio am- bientale devono attenersi alle misure di protezione previste, utilizzando DPI che abbiano almeno le stesse caratteristiche di quelli usati dal personale che opera nello specifico ambiente, oltre ai guanti monouso per il campionamento.
8. MONITORAGGIO AMBIENTALE
Vengono riportate alcune indicazioni tecniche per lo svolgimento del monitoraggio am- bientale, le quali, per la diversa peculiarità degli ambienti di lavoro, risultano alquanto variegate e spesso di difficile generalizzazione. Si rimandano i tecnici del settore, proprio per l’estrema importanza del monitoraggio ambientale nella valutazione dei rischi, a testi specialistici (linee guida, riferimenti bibliografici e normativi) per approfondimenti ed ulte riori dettagli.
SCHEDE
1 - Allevamenti avicoli
2 - Allevamenti bovini da carne
3 - Allevamenti bovini da latte
4 - Allevamenti ovini
5 - Allevamenti suini
6 - Allevamenti cunicoli
7 - Acquacoltura
8 - Mangimifici
9 - Macelli avicoli
10 - Macelli bovini
11 - Caseifici
12 - Cantine vinicole
13 - Frantoi
14 - Panificazione artigianale
15 - Industria cartaria
16 - Industria conciaria
17 - Industria tessile
18 - Falegnamerie
19 - Discariche
20 - Impianti di depurazione acque reflue civili
21 - Impianti di trattamento rifiuti solidi urbani
22 - Asili nido e scuole dell’infanzia
23 - Scuole
24 - Uffici
25 - Attività veterinarie
26 - Attività di pulizie nel terziario
27 - Attività di pulizie in ambito sanitario
28 - Assistenza familiare
29 - Centri per tatuaggi e piercing
30 - Aeroporti
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