RISCHIO FTALATI IN AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO
GLI FTALATI IN AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO EFFETTI SULLA SALUTE ENDOCRINA
Gli ftalati (esteri dell’acido ftalico) rappresentano un gruppo di molecole strutturalmente simili ampiamente utilizza- te a partire dal 1930.
Le sostanze con maggiore peso molecolare, come il di-(2-etilesil) ftalatoteriori effetti avversi in organi target come il fegato e i reni.
L’utilizzo molto diffuso di queste sostanze chimiche, negli anni, ha determinato una esposizione rilevabile per la popolazione generale.
sono state impiegate a livello industriale come agenti plastificanti, materiali per costruzione, adesivi, sigillanti, in numerosi prodotti a base di polivinilclo- ruro (PCV), compresi prodotti per il confezionamento degli alimenti e dispositivi medici.
Gli ftalati con peso molecolare inferiore, come il dietilftalato (DEP) o il dibutilftalato (DBP), sono stati invece impiegati principalmente come solventi, nella preparazione di cosmetici e prodotti per la persona o per la casa, nella formulazione di insetticidi, come eccipienti in prodotti farmaceutici.
Alcuni ftalati agiscono a livello molecolare come xeno estrogeni e sono in grado di interagire con i recettori degli ormoni femminili, determinando effetti competitivi; possono causare effetti di tipo antiandrogenico con decremento dei livelli di testosterone nell’uomo e incidere sull’omeostasi degli estrogeni.
Sono classificati, in larga misura, come tossici per la riproduzione umana; in caso di esposizione umana, sono emerse evidenze di alterazione della qualità del liquido seminale nell’uomo e di riduzione della fertilità nella donna.
L’esposizione professionale a ftalati si realizza, potenzialmente, in tutti i contesti industriali, in cui questi composti chimici vengono prodotti e/o utilizzati per la realizzazione dei manufatti che li contengono, come ad esempio nelle produzioni di guarnizioni o tubi in gomma, prodotti a base di PVC e lacche industriali.
Sono stati identificati anche in ambiti non industriali, come, ad esempio, la loro presenza negli smalti per unghie ha comportato la documentazione in numerosi studi di una esposizione specifica per le estetiste che dedicano gran parte del proprio orario lavorativo alla cura delle unghie.
MISURE DI PREVENZIONE
Dal 1979 in Europa il legislatore ha iniziato a pren- dere decisioni per tutelare i consumatori da possibili esposizioni improprie a ftalati: con la direttiva europea 79/769/CEE sono stati limitati i livelli di 6 ftalati autorizzati ad essere presenti in giocattoli e prodotti per l’infanzia.
A partire da quel momento, l’interesse per la valutazione del rischio, per i consumatori, è aumentato e ha portato, con l’emanazione del Regolamento europeo n. 1907/2006, REACH (Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals), a richiedere per le sostanze identificate come interferenti endocrine e/o tossiche per la riproduzione, la necessità di essere inserite in regime di autorizzazione, con il dichiarato intento di prevedere un percorso di sostituzione ed eliminazione.
Attualmente le restrizioni relative ad alcuni ftalati sono aumentate e riguardano, oltre ai giocattoli, anche i materiali destinati al contatto con alimenti e sono stati inseriti in regime di autorizzazione REACH 11 ftalati
Fonte:Edizioni: Inail - 2021
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