Questionario campionamento delle abitazioni concentrazione Radon

PIANO NAZIONALE D’AZIONE PER IL RADON 2023-2032

Il radon è un elemento radioattivo la cui misura, in termini di concentrazione, è presente in tutti i luoghi di lavoro ubicati in locali seminterrati o comunque al piano terra in aree prioritarie.

l radon (Rn) è un gas nobile radioattivo presente in natura, incolore, inodore, insapore e inerte. Queste caratteristiche lo rendono non percepibile dai nostri sensi e perciò difficile da individuare e da quantificarne la presenza.

Il radon deriva dal decadimento radioattivo dell’uranio 238, un elemento presente sulla Terra fin dalla sua formazione (primordiale). L’uranio è presente in quantità variabile in tutte le rocce e suoli della crosta terrestre, ossia è un elemento ubiquitario: per questa sua caratteristica rappresenta una sorgente indiretta di gas randon in quasi la totalità dei siti terrestri.

l principale effetto collaterale del radon coinvolge i polmoni, dal momento che il modo in cui si entra in contatto con questa sostanza è proprio inalandola e respirandola. Ovviamente, non si parla di un effetto collaterale immediato, ma di una conseguenza dell’esposizione prolungata a tale gas e della sua inalazione ripetuta.

Secondo l’OMS il radon costituisce la seconda causa di insorgenza di cancro ai polmoni, subito dopo il fumo di sigaretta.

La tipologia di edifici da sottoporre a misurazione è principalmente quella delle abitazioni. Il principale motivo di questa scelta è la maggiore omogeneità delle abitazioni in termini di tipologia di costruzione rispetto ai luoghi di lavoro. Il numero di abitazioni da campionare deve tenere conto della numerosità della popolazione residente. 

I luoghi di lavoro soggetti alla valutazione dell’esposizione al rischio radon, definiti dall’art. 16 del dlgs 101/2020, sono:

luoghi di lavoro sotterranei;
luoghi di lavoro in locali semi sotterranei;
luoghi di lavoro situati al piano terra, localizzati nelle aree prioritarie (art. 11 dlgs. 101/2020);
specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate dal piano nazionale d’azione per il radon (art. 10 dlgs 101/2020);
stabilimenti termali.

Qualora la concentrazione media annua di attività di radon in aria non superi il livello di riferimento, il datore di lavoro elabora e conserva per un periodo di otto anni un documento contenente l’esito delle misurazioni. In tal caso le misurazioni devono essere ripetute:

ogni 8 anni;
ogni volta che si eseguono lavori strutturali a livello dell’attacco a terra nonché gli interventi volti a migliorare l’isolamento termico.
Qualora la concentrazione media annua di attività di radon in aria superi 300 Bq/m³ sono necessarie misure correttive, volte alla riduzione delle concentrazioni al livello più basso ragionevolmente ottenibile. Misure adottate avvalendosi dell’esperto di radioprotezione che rilascia un’apposita relazione.

Queste misure correttive vengono adottate entro 2 anni dal rilascio della relazione tecnica e verificate, sotto il profilo dell’efficacia, mediante nuova misurazione.

Nel caso in cui, con l’adozione delle misure correttive, la concentrazione media annua di attività di radon in aria è al di sotto dei valori di riferimento, le misurazioni vanno ripetute ogni 4 anni.

Se, invece, la concentrazione media annua di attività di radon in aria risultasse ancora superiore ai valori di riferimento è richiesta un’analisi delle dosi efficaci annue avvalendosi di un esperto di radioprotezione che rilascerà apposita relazione.

Il campione non può essere direttamente proporzionale alla popolazione per evitare un sovra campionamento dei grandi centri abitati. Orientativamente, la dimensione del campione di abitazioni da misurare per ogni Comune è data dal numero di abitanti residenti elevato alla potenza 0,3 con un minimo di 10 abitazioni per Comune.

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