Profili di Rischio di Comparto Serramenti in Legno

Profili di Rischio comparto Serramenti in Legno

PROFILI DI RISCHIO

Stoccaggio legname
Fase 1 Rischi strutturali Cedimento soletta
Capitolo 1 " La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posto sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La soletta del locale di stoccaggio può non avere portata sufficiente rispetto al carico e cedere, coinvolgendo gli operatori presenti o sottostanti. Il rischio è sicuramente da valutare con attenzione nel caso di impiego di soppalchi di deposito, spesso autocostruiti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime per politraumatismi con possibili danni permanenti o anche lesioni mortali, da precipitazione di persone da struttura in elevazione, o da crollo di struttura e materiali con coinvolgimento degli operatori sottostanti.
Capitolo 5 "Gli interventi"
La portata della soletta deve essere valutata in funzione del carico massimo prevedibile, carico che non deve mai superare il 90% della portata stessa. Il valore di portata deve essere riportato su una targhetta segnaletica, in posizione ben visibile.
 
Fase 1 Rischi strutturali Scale e soppalchi non protetti
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di precipitazione degli operatori dai soppalchi o dalle scale, per mancanza di protezione (parapetto) o non idoneità strutturale del parapetto stesso (altezza o solidità insufficiente).
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime per politraumatismi con possibili danni permanenti o anche lesioni mortali da precipitazione di persone da struttura in elevazione.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Le scale e i soppalchi, ad oltre due metri da terra, devono essere protetti con parapetto normale di altezza almeno un metro (con tavola fermapiede e corrente orizzontale a circa metà tra quello superiore e il pavimento).
Il parapetto deve essere solidamente fissato alle strutture e a sua volta costruito con una struttura solida, in grado di reggere l’urto di una persona, per scivolamento o perdita di equilibrio.
 
 
Fase 1 Rischi strutturali Pavimenti sconnessi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Carrelli elevatori a motore (elettrici o a scoppio)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Pavimenti di aree esterne, solette e soppalchi possono presentare buche e sporgenze, con possibili rischi sia nell’impiego di mezzi di sollevamento (carrelli elevatori) con possibile perdita del carico, sia durante il movimento degli operatori, che potrebbero inciampare e subire infortuni, in particolare durante la manipolazione dei materiali.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi di varia gravità per coinvolgimento degli operatori a terra da parte dei materiali trasportati, a seguito di sbandamento dei mezzi o caduta dei materiali stessi; traumatismi agli operatori per caduta durante la manipolazione dei materiali.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Verifica della superficie dei pavimenti, con interventi di regolarizzazione di buche e sporgenze.
 
Fase 1 Rischi strutturali Investimento da caduta legname
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Lo stoccaggio dei legnami può essere tale da comportare rischi di coinvolgimento degli operatori, sia durante il normale posizionamento dei legnami, che durante il prelevamento delle tavole, e sia per caduta di tavole posizionate in verticale o cataste orizzontali mal costruite o troppo elevate rispetto ai carichi e alla conformazione.
E’ stato rilevato 1 solo infortunio relativo a questo fattore di rischio negli ultimi 5 anni.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi anche gravi per urto di materiali (legnami) contro parti del corpo degli operatori; traumatismi anche gravi (con esiti permanenti o morte) per coinvolgimento degli operatori addetti a seguito di caduta di legnami o intere cataste
Capitolo 5 "Gli interventi"
Lo stoccaggio in verticale delle tavole, con le estremità appoggiate rispettivamente a parete e a pavimento, deve tenere conto della lunghezza delle tavole, secondo la quale deve essere valutata la distanza al piede dalla parete. Le tavole andranno stoccate preferibilmente distinte per essenza, e in modo tale da non richiedere di dover asportare tavole coperte da altre, con rischi di caduta di queste. Le cataste orizzontali dovranno avere un’altezza tale da non comportare rischi di caduta.
Gli operatori dovranno comunque avvicinarsi, nel numero strettamente necessario alle operazioni, alle tavole stoccate per le sole operazioni di stoccaggio e prelievo. Si eviteranno altre lavorazioni nelle vicinanze degli stoccaggi.
 
Fase 1 Macchine e apparecchiature Protezioni inadeguate organi carrello
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Carrello elevatore a motore, elettrico o a scoppio (gasolio), età media 5 anni.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il carrello elevatore non è dotato di protezioni idonee dal rischio di coinvolgimento dell’operatore da parte delle tavole e legnami vari in movimentazione (urti, cadute dei materiali)
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi anche gravi per urto di materiali (legnami) contro parti del corpo degli operatori.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Opportuna dotazione sul carrello elevatore di protezioni idonee, tetto con struttura rigida e gabbia di metallo anteriore, di riparo per l’operatore
 
 
Fase 1 Macchine e apparecchiature Portata insufficiente del montacarichi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Montacarichi; rilevati solo 2 montacarichi nel comparto; età media 5 anni. No marcatura CE
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Portata insufficiente del montacarichi rispetto al carico di legname in movimentazione, con rischio di cedimento della piattaforma.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per eventuali operatori presenti sull’attrezzatura al momento del cedimento
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione ottimale del carico in sollevamento rispetto alla portata del montacarichi.
 
Fase 1 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 44
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori dovuto a non idoneità o carenza di manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto.
 
Fase 1 Incendio e esplosione Rischio di incendio per presenza di infiammabili
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio per presenza di infiammabili (legname) in concomitanza con eventuali inneschi accidentali (corto circuito, sigarette accese), rischio aggravato dalla mancanza di sorveglianza del reparto.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Se possibile da un punto di vista organizzativo, in funzione della produzione e dei tempi di fornitura dei materiali, potrebbe essere opportuno stoccare un minor quantitativo di legname, aumentando le forniture. Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto. Divieto di fumare.
Fase 1 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere carrellati o portatili (6-9 Kg.) di tipo B o C. Nel caso che l’attività rientri nella previsione di CPI, sono richiesti anche idranti, con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti (acquedotto o riserva d’acqua)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio dei legnami, dovuto alla presenza di un notevole quantitativo di carico d’incendio e ad eventuali inneschi accidentali (sigarette, corto circuito). Ciò in concomitanza con carenze di sorveglianza (soprattutto in giornate extralavorative) e di efficaci dispositivi di spegnimento
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Capitolo 5 "Gli interventi"
I dispositivi antincendio devono essere sufficienti ed idonei, e sottoposti a periodica manutenzione con registrazione degli interventi.
Fase 1 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) ad operatori impossibilitati allo spegnimento o all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
 
Fase 1 Agenti fisici Microclima inadeguato ambiente di lavoro (tettoia esterna, deposito)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Gli addetti sono esposti, per il periodo necessario alle operazioni e in dipendenza della stagione, del clima (es. pioggia) e della situazione geografica (es. altitudine) a condizioni microclimatiche sfavorevoli, in particolare in inverno. La maggior parte delle operazioni si effettua, infatti, all’esterno dei reparti o in ambienti non riscaldati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Patologie da perfrigerazione, in particolare alle alte vie respiratorie.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Trattandosi di operazioni tutto sommato saltuarie, in molti casi è possibile una programmazione delle consegne che consenta quantomeno di evitare i periodi stagionali meno favorevoli, e possibilmente anche le giornate di pioggia o neve. Gli addetti verranno comunque dotati di abbigliamento adatto, che solitamente consiste in un maggior numero di capi indossati, e in indumenti appositi (es. giacca a vento, mantella impermeabile)
 
Fase 1 Agenti biologici Esposizione involontaria a microrganismi (ferite)
 
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il maneggio di legnami con superficie grezza può comportare ferite, ad esempio per penetrazione di schegge di legno
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ferite con complicanze infettive, anche gravissime (tetano), sostenute da microrganismi
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Dotazione di guanti. Disinfezione accurata delle ferite. Vaccinazione antitetanica obbligatoria.
 
Fase 1 Organizzazione del lavoro Spazi di percorso e manovra inadeguati
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La presenza, nel piccolo laboratorio, di spazi ristretti sia per quanto riguarda le zone o i locali adibiti allo stoccaggio, che per le manovre effettuate con i mezzi o a mano per la movimentazione e il deposito dei materiali, unitamente alla poca visibilità delle operazioni da parte degli addetti o allo scarso coordinamento tra gli operatori addetti, può indurre rischi indiretti di infortunio da urto, caduta dei materiali, caduta delle persone, ecc.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Politraumatismi (contusioni, ferite) a varie parti del corpo; in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Nell’impossibilità di adibire spazi di manovra e di stoccaggio migliori non si può che ricorrere a procedure esecutive che tengano conto di questi rischi, e all’intesa preliminare degli operatori sulle manovre, sui percorsi, sulle procedure stesse.
 
 
Fase 1 Organizzazione del lavoro Rischi da movimentazione manuale del legname
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname, in tavole grezze proveniente dalle lavorazioni dei tronchi tipiche di segheria (scortecciatura, segagione), viene trasportato al serramentista mediante automezzi. Al laboratorio il legname viene consegnato mediante spedizioni periodiche e il laboratorio provvede, con propri dipendenti, allo stoccaggio. Questo, nel caso di aziende di medie dimensioni, viene effettuato in appositi magazzini, mentre per le più piccole il legname viene posizionato sotto tettoie esterne, o sopra soppalchi interni e adiacenti al laboratorio.
Le due principali tipologie aziendali si differenziano, quindi, oltre che per le strutture edilizie dedicate, anche per i quantitativi presenti e per le modalità di immagazzinamento, che nel caso di piccole aziende sono effettuate solitamente a mano da un paio di addetti, personale che perlopiù effettua anche le lavorazioni. Per le medie aziende lo stoccaggio viene invece effettuato tramite mezzi meccanici (carrelli, montacarichi), a volte con operatore specifico ma più spesso con addetti alla bisogna (falegnami partecipanti anche alle lavorazioni), che aiutano il "magazziniere" nelle varie fasi operative. I legnami vengono stoccati solitamente in piedi, anche per consentire una certa stagionatura, e suddivisi per essenze (pino, rovere, ecc.).
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio derivante dallo scarico e dal trasporto manuale delle tavole da parte di operatori singoli o, nel migliore dei casi, in coppia. Rischio legato al peso delle tavole (questo dipendente dalle dimensioni, dal tipo di essenza e dal grado di stagionatura) e soprattutto al quantitativo di materiali oggetto dell’operazione, nonché dalla frequenza dell’operazione nel tempo.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Lombalgia acuta.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Il ricorso a mezzi meccanici è possibile sia nelle fasi di scarico dei legnami (autogru) che di trasporto degli stessi (carrelli a mano o a motore), ma è ovviamente subordinato agli spazi di manovra e di stoccaggio, che spesso non può essere effettuato che a mano. Da evitare assolutamente il sollevamento di tavole di peso rilevante (superiore a 30 kg) affidato ad un solo, …erculeo operatore. Il trasporto e il sollevamento in coppia, se abbinato a corrette posture esecutive può evitare, se non la fatica, almeno le conseguenze sull’apparato muscolare-scheletrico.
Prelevamento legname
Fase 2 Rischi strutturali Cedimento strutturale della soletta
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole vengono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La soletta del locale di stoccaggio può non avere portata sufficiente rispetto al carico e cedere, coinvolgendo gli operatori presenti o sottostanti. Il rischio è sicuramente da valutare con attenzione nel caso di impiego di soppalchi di deposito, spesso autocostruiti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime per politraumatismi con possibili danni permanenti o anche lesioni mortali, da precipitazione di persone da struttura in elevazione, o da crollo di struttura e materiali con coinvolgimento degli operatori sottostanti.
Capitolo 5 "Gli interventi"
La portata della soletta deve essere valutata in funzione del carico massimo prevedibile, carico che non deve mai superare il 90% della portata stessa. Il valore di portata deve essere riportato su una targhetta segnaletica, in posizione ben visibile.
 
Fase 2 Rischi strutturali Scale e soppalchi non protetti
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di precipitazione degli operatori dai soppalchi o dalle scale, per mancanza di protezione (parapetto) o non idoneità strutturale del parapetto stesso (altezza o solidità insufficiente).
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime per politraumatismi con possibili danni permanenti o anche lesioni mortali da precipitazione di persone da struttura in elevazione.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Le scale e i soppalchi ad oltre due metri da terra devono essere protetti con parapetto normale di altezza almeno un metro (con tavola fermapiede e corrente orizzontale a circa metà tra quello superiore e il pavimento).
Il parapetto deve essere solidamente fissato alle strutture e a sua volta costruito con una struttura solida, in grado di reggere l’urto di una persona, per scivolamento o perdita di equilibrio.
 
 
Fase 2 Rischi strutturali Pavimenti sconnessi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Carrelli elevatori a motore (elettrici o a scoppio)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Pavimenti di aree esterne, solette e soppalchi possono presentare buche e sporgenze, con possibili rischi sia nell’impiego di mezzi di sollevamento (carrelli elevatori) con possibile perdita del carico, sia durante il movimento degli operatori, che potrebbero inciampare e subire infortuni, in particolare durante la manipolazione dei materiali.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi di varia gravità per coinvolgimento degli operatori a terra da parte dei materiali trasportati, a seguito di sbandamento dei mezzi o caduta dei materiali stessi; traumatismi agli operatori per caduta durante la manipolazione dei materiali
Capitolo 5 "Gli interventi"
Verifica della superficie dei pavimenti, con interventi di regolarizzazione di buche e sporgenze.
Fase 2 Rischi strutturali Investimento da caduta legname
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Lo stoccaggio dei legnami può essere tale da comportare rischi di coinvolgimento degli operatori, sia durante il normale posizionamento dei legnami, e sia per caduta di cataste orizzontali mal costruite o troppo elevate rispetto ai carichi e alla conformazione.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi anche gravi per urto di materiali (legnami) contro parti del corpo degli operatori; traumatismi anche gravi (con esiti permanenti o morte) per coinvolgimento degli operatori addetti a seguito di caduta di legnami o intere cataste
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Lo stoccaggio in verticale delle tavole, con le estremità appoggiate rispettivamente a parete e a pavimento, deve tenere conto della lunghezza delle tavole, a seconda della quale deve essere valutata la distanza al piede dalla parete. Le tavole andranno stoccate preferibilmente distinte per essenza, e in modo tale da non richiedere di dover asportare tavole coperte da altre, con rischi di caduta di queste. Le cataste orizzontali dovranno avere un’altezza tale da non comportare rischi di caduta.
Gli operatori dovranno comunque avvicinarsi, nel numero strettamente necessario alle operazioni, alle tavole stoccate per le sole operazioni di stoccaggio e prelievo. Si eviteranno altre lavorazioni nelle vicinanze degli stoccaggi.
 
Fase 2 Macchine e apparecchiature Protezioni inadeguate organi carrello
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Carrello elevatore elettrico o a scoppio (gasolio), età media 5 anni. E’ presente un 10% circa di macchine marcate CE
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il carrello elevatore non è dotato di protezioni idonee dal rischio di coinvolgimento dell’operatore da parte delle tavole e legnami vari in movimentazione (urti, cadute dei materiali)
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi anche gravi per urto di materiali (legnami) contro parti del corpo degli operatori
 
Fase 2 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione delle tavole
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio durante la manipolazione delle tavole e dei legnami vari per urto, contatto, ecc.
Sono stati rilevati 11 infortuni relativi a questo fattore di rischio negli ultimi 5 anni.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi di manipolazione dei materiali e impiego di guanti e scarpe antinfortunistiche durante il trasporto degli stessi.
 
Fase 2 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 44
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carenza di manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto.
Fase 2 Incendio e esplosione Rischio di incendio per presenza di infiammabili
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio per presenza di materiale infiammabile (legname in stoccaggio e lavorazione) in concomitanza con eventuali inneschi accidentali (corto circuito, sigarette accese)
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto. Divieto di fumare nei locali di deposito.
 
Fase 2 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere carrellati (50 Kg) o portatili (6-9 Kg.) di tipo B o C. Nel caso che l’attività rientri nella previsione di CPI, sono richiesti anche idranti, con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti (acquedotto o riserva d’acqua)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio dei legnami, dovuto alla presenza, in deposito, di carico d’incendio ed eventuali inneschi accidentali (sigarette accese, corto circuito). Ciò in concomitanza con carenze dei dispositivi di spegnimento.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
E’ necessario verificare l’idoneità dell’impianto elettrico e garantire una manutenzione dello stesso; evitare assolutamente di fumare durante le operazioni di prelevamento.
I dispositivi antincendio devono essere sufficienti ed idonei, e sottoposti a periodica manutenzione con registrazione degli interventi.
 
Fase 2 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole sono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica conforme
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) ad operatori impossibilitati allo spegnimento o all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 2 Agenti fisici Microclima inadeguato ambiente di lavoro (tettoia esterna, deposito)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole vengono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Gli addetti sono esposti, per il periodo necessario alle operazioni e in dipendenza della stagione, del clima (es. pioggia) e della situazione geografica (es. altitudine) a condizioni microclimatiche sfavorevoli, in particolare in inverno.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Patologie da perfrigerazione, in particolare alle alte vie respiratorie
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Si tratta di operazioni saltuarie e in molti casi di breve durata. Gli addetti verranno dotati di abbigliamento adatto, che solitamente consiste in un maggior numero di capi indossati, e in indumenti appositi (es. giacca a vento, mantella impermeabile). Si eviteranno, se possibile, le giornate più sfavorevoli (pioggia, neve), anche per evitare la bagnatura dei legnami.
 
Fase 2 Organizzazione del lavoro Spazi di percorso e manovra inadeguati
 
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole vengono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La presenza, nel piccolo laboratorio, di spazi ristretti sia per quanto riguarda le zone o i locali adibiti allo stoccaggio, che per le manovre effettuate con i mezzi o a mano per il prelevamento e la movimentazione dei materiali, unitamente alla poca visibilità delle operazioni da parte degli addetti o allo scarso coordinamento tra gli operatori addetti, può indurre rischi indiretti di infortunio da urto, caduta dei materiali, caduta delle persone, ecc.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Politraumatismi (contusioni, ferite) a varie parti del corpo; in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze.
Sono stati rilevati 2 infortuni relativi a questo fattore di rischio negli ultimi 5 anni.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Nell’impossibilità di adibire spazi di manovra e di stoccaggio migliori non si può che ricorrere a procedure esecutive che tengano conto, durante il prelevamento dei materiali e il trasporto degli stessi, di tali rischi, nonché all’intesa preliminare degli operatori sulle manovre, sui percorsi, sulle procedure stesse.
 
Fase 2 Organizzazione del lavoro Rischi da movimentazione manuale del legname
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole vengono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio derivante dal trasporto manuale delle tavole da parte di operatori singoli o, nel migliore dei casi, in coppia. Rischio legato al peso delle tavole (questo dipendente dalle dimensioni, dal tipo di essenza e dal grado di stagionatura) e soprattutto al quantitativo di materiali oggetto dell’operazione, nonché dalla frequenza dell’operazione nel tempo.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Lombalgia acuta.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
E’ possibile ed auspicabile il ricorso a mezzi meccanici per il trasporto dei materiali, qualora questa operazione ricorra con una certa frequenza. L’impiego di tali mezzi è ovviamente subordinato alla presenza di sufficienti spazi di manovra e di percorso, problematica che abbiamo visto essere rilevante.
Da evitare comunque il sollevamento di tavole di peso rilevante (superiore a 30 kg) da parte di un solo operatore, anche per operazioni saltuarie. Il trasporto e il sollevamento in coppia, se abbinato a corrette posture esecutive può evitare, se non la fatica, almeno le conseguenze sull’apparato muscolare-scheletrico.
 
Fase 2 Agenti biologici Esposizione involontaria a microrganismi (ferite)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il legname in tavole viene prelevato dallo stoccaggio e trasportato in reparto per le prime lavorazioni.
Le tavole vengono prelevate e movimentate perlopiù a mano da due addetti; in alcuni casi, per grossi quantitativi e a seconda della distanza deposito-laboratorio, vengono utilizzati mezzi meccanici (aziende medio-grandi). In laboratorio le tavole vengono posizionate nelle vicinanze delle macchine di prima lavorazione, solitamente posate e accatastate in orizzontale sul pavimento.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il maneggio di legnami con superficie grezza può comportare ferite, ad esempio da scheggia di legno.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ferite con complicanze infettive, anche gravissime (tetano), sostenute da microrganismi
Sezionamento legname
Fase 3 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio o altre emergenze. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
Fase 3 Macchine e apparecchiature Protezioni inadeguate degli organi di lavoro e di trasmissione delle macchine
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente, "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Sega circolare, sega a nastro, pialla a filo, pialla a spessore, "4 alberi" (pialla sui 4 lati). Le macchine presentavano un’età media di 7/8 anni, il 10% indicativamente è marcato CE.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Contatto con gli organi lavoratori delle macchine (lame, coltelli, nastri) durante la normale lavorazione (organi non protetti efficacemente o non idoneità delle modalità esecutive) e per contatto accidentale su macchine in movimento in assenza degli operatori.
Contatto con schegge di legno.
Rischio di coinvolgimento con parti del corpo dell’operatore da parte degli organi di trasmissione delle macchine non protetti adeguatamente.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (ferite, amputazioni) agli arti superiori (in particolare le dita) per contatto con gli organi taglienti in movimento.
Lesioni oculari, anche gravi e con esiti permanenti, o ferite penetranti a varie parti del corpo da schegge di legno, proiettate ad alta velocità contro l’operatore.
Lesioni varie (ferite, lacerazioni, amputazioni), in particolare gli arti superiori, da parte degli organi di trasmissione.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione per tutte le macchine di dispositivi antinfortunistici adeguati: la circolare è dotata di cuffia regolabile superiore al banco e carter di protezione inferiore, con coltello divisore a distanza non superiore a 3 mm dalla lama.
La sega a nastro dovrà essere dotata di carter di protezione fissi dei volani di rinvio del nastro e di protezione regolabile nella zona di taglio. Idonee precauzioni operative, soprattutto per la lavorazione di pezzi di piccole dimensioni (impiego di attrezzature specifiche, "spingitoi", anche autocostruiti).
La pialla a filo è dotata di protezione dell’albero per la parte non utilizzata per la lavorazione. La pialla a spessore è completamente racchiusa in carter fissato o con interblocco elettrico ed è dotata di dispositivo contro il rifiuto del pezzo.
La "4 alberi" è dotata di protezioni degli utensili e dei trascinatori dei pezzi; tali protezioni sono o fisse o interbloccate elettricamente.
Cassetta di pronto soccorso con normale dotazione. Particolarmente importante avere a disposizione un frigorifero con disponibilità di ghiaccio, da impiegarsi nell’eventualità di amputazioni per il recupero e il trasporto in ospedale della parte amputata.
 
 
Fase 3 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione delle tavole (urti, abrasioni, caduta dei pezzi)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra di loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio durante la manipolazione delle tavole e dei legnami vari per urto, contatto, ecc.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi di manipolazione dei materiali e impiego di guanti e scarpe antinfortunistiche durante il trasporto degli stessi. Visibilità delle operazioni.
 
Fase 3 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale e a bordo macchina
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra di loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 44.
Quadro elettrico di reparto con interruttore differenziale almeno 0,3A
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità dell’impianto elettrico generale e a bordo macchina.
Rischio di infortunio per riavvio intempestivo degli organi lavoratori della macchina dopo mancanza di tensione e successivo ritorno.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale. Manutenzione periodica dell’impianto.
Le singole macchine dovranno avere e mantenere i requisiti di idoneità, di isolamento dell’impianto elettrico a bordo macchina e di messa a terra e essere dotate di dispositivo di sgancio elettromagnetico in caso di uscita tensione, contro gli avvii accidentali.
 
Fase 3 Incendio e esplosione Rischio d’incendio da presenza di infiammabili (legname in lavorazione, polvere di legno)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra di loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio per presenza di materiale infiammabile (legname in lavorazione, polvere di legno) in concomitanza con eventuali inneschi accidentali (corto circuito, sigarette accese, stufe aperte).
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Riduzione del carico e del rischio d’incendio mediante un’organizzazione del lavoro che preveda razionali disposizioni e periodica pulizia delle superfici, con asportazione della polvere e dei trucioli. Divieto di fumare.
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto elettrico.
Installazione di apparecchiature per il riscaldamento idonee (no stufe a fiamma libera)
 
Fase 3 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra di loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali. In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere carrellati (50 Kg) o portatili (6-9 Kg) di tipo B o C. Nel caso che l’attività rientri nella previsione di CPI, sono richiesti anche idranti, con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti (acquedotto o riserva d’acqua)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati
Fase 3 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura e piallata. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra di loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica conforme
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 3 Agenti chimici Esposizione ad inalazione di polveri di legno
 
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto di aspirazione generale con unità di filtrazione esterna (silos o filtri a maniche) oppure con filtro a maniche a bordo macchina.
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione ad inalazione di polveri di legno durante le prime lavorazioni del legname alle macchine. Sono state effettuate misurazioni, alla postazione di lavoro, su due seghe circolari aspirate in 2 aziende.
I valori riscontrati sono stati di 0,25 e di 12 mg/m3 
Si segnala quindi una notevole variabilità di esposizione, dipendente dal tipo di legno lavorato, dalla finezza di taglio e dall’efficienza di aspirazione.
Il metodo utilizzato per l’analisi è un metodo NIOSH riconosciuto da UNICHIM e si basa sulla determinazione ponderale della polvere aerodispersa mediante aspirazione dell’aria su membrana a micropori a nitrato di cellulosa con porosità di 0,8 micron e velocità di aspirazione di 1,5 l/min. La determinazione analitica viene effettuata con microbilancia previo condizionamento dei filtri in stufa ed essiccatore.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Irritazione delle vie aeree. Asma allergica. Possibili adenocarcinomi delle cavità nasali e paranasali.
 
 
Fase 3 Agenti fisici Esposizione a rumore (macchine, impianto di aspirazione)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Tutte le macchine per la lavorazione del legno. Impianto di aspirazione polveri. Compressori e impianto di aria compressa.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a rumore elevata durante il lavoro alle macchine. Il livello di pressione sonora cui è esposto l’operatore, in questa fase, si situa in una fascia compresa mediamente tra 90 e 95 dBA.
I tempi di esposizione, e quindi l’esposizione quotidiana personale a rumore (LEP, d) saranno però molto variabili in funzione della dimensione aziendale e quindi dell’organizzazione del lavoro, in quanto normalmente i singoli operatori svolgono diverse mansioni, con esposizioni variabili nella giornata lavorativa o nell’arco della settimana.
Saranno quindi maggiormente esposti a rumore coloro che opereranno preferenzialmente sulle macchine, rispetto ad altri che compiono, anche in modo non esclusivo, operazioni meno rumorose (verniciatura, assemblaggio, trasporto e montaggio, ecc.).
L’esposizione media rilevata è, nella grande maggioranza dei casi compresa tra 80 e 85 dBA (ditte piccole, minore specializzazione) o tra 85 e 90 dBA (ditte medie, maggior tempo di lavoro alle macchine).
Per quanto riguarda gli interventi di insonorizzazione, si è rilevata una elevata percentuale di circolari dotate di lame "silenziate", con un abbattimento medio quantificabile in 3 dBA di pressione sonora (fino a 5 dBA a vuoto)
In assenza di una precisa localizzazione, separata, di questa fase operativa, il fattore di rischio può incidere in modo significativo anche su operatori non direttamente esposti.
Per quanto riguarda l’impianto di aspirazione e la presenza di compressori in ambiente di lavoro, a seconda degli impianti possono determinare valori di pressione sonora, alle postazioni di lavoro, mediamente compresi tra 65 e 75 dBA; si tratta di valori che non incidono significativamente sull’esposizione di un lavoratore impiegato per molte ore sulle macchine di lavorazione. E’ comunque importante effettuare le insonorizzazioni possibili (spostamento all’esterno e insonorizzazione del ventilatore dell’impianto di aspirazione, insonorizzazione e delocalizzazione del compressore).
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Dotazione di lame silenziate per tutte le circolari. Affilatura delle lame, fattore che garantisce minore rumorosità durante il taglio. Separazione della lavorazione da altre meno o non rumorose (es. assemblaggio).
Insonorizzazione del ventilatore dell’impianto di aspirazione e del compressore (o delocalizzazione).
DPI (preferibilmente cuffie o archetti auricolari, da indossare o togliere alla bisogna).
 
Capitolo 8 "Il rischio esterno"
Esposizione della popolazione residente in insediamenti limitrofi a valori di rumorosità superiori a quelli indicati dalle zonizzazioni acustiche comunali o a valori di rumorosità superiori al "criterio differenziale", in caso di insediamento localizzato in zone miste o residenziali unitamente a insufficienti interventi di fonoisolamento.
Tal esposizione può comportare molestia e, nei soggetti più sensibili, patologie derivanti dall’effetto "annoyance" (insonnia, ipertensione, disturbi psicosomatici).
Fase 3 Agenti biologici Esposizione involontaria a microrganismi (ferite)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase s’impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il maneggio di legnami con superficie grezza può comportare ferite, ad esempio da scheggia di legno.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ferite con complicanze infettive, anche gravissime (tetano), sostenute da microrganismi.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Dotazione di guanti durante il maneggio e il trasposto di legnami e semilavorati. E’ invece assolutamente da evitare l’impiego di guanti durante il lavoro alle macchine (rischio di presa da parte dell’utensile).
Disinfezione accurata delle ferite. Vaccinazione antitetanica obbligatoria.
 
Fase 3 Organizzazione del lavoro Spazi e percorsi inadeguati intorno alle macchine
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e assemblati tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La presenza, riscontrabile soprattutto nel piccolo laboratorio, di spazi e percorsi ristretti nelle adiacenze alle macchine, può comportare rischi indiretti di infortunio per urti, cadute di materiali, coinvolgimento con gli organi lavoratori della macchina in movimento, sia per l’operatore addetto alla mansione che per altri eventualmente transitanti nei paraggi.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Dipendente dal tipo di accadimento: se conseguente ad urto accidentale si possono avere traumatismi, ferite, ecc. di gravità varia a seconda della violenza dell’accadimento e della parte del corpo interessata (particolare rilevanza possono avere urti al capo).
Se dovuto a contatto accidentale con organi lavoratori, si possono avere ferite, anche gravi, a carico della parte del corpo interessata.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La soluzione ottimale è ovviamente una rilocalizzazione del laboratorio in ambienti più idonei. Nell’impossibilità non si può che ricorrere ad un’analisi, anche semplice, dell’organizzazione del lavoro per una revisione delle procedure e delle operazioni che più di altre possono creare rischi.
Fase 3 Fattori ergonomici Conoscenze e capacità del personale (rischi di infortunio)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e riunito tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali. In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Tutte le macchine per la lavorazione del legno
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il lavoro su macchine essenzialmente di impiego manuale, dove cioè l’operatore deve esporsi direttamente nelle vicinanze di organi lavoratori di estrema pericolosità, implica un rischio particolare ed una valutazione preliminare delle attitudini e delle capacità dell’operatore addetto.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Lesioni gravi o gravissime (ferite, amputazioni) agli arti superiori (in particolare le dita) per contatto con gli organi taglienti in movimento.
Lesioni oculari, anche gravi e con esiti permanenti, o ferite penetranti a varie parti del corpo da schegge di legno, proiettate ad alta velocità contro l’operatore.
Lesioni varie (ferite, lacerazioni, amputazioni), in particolare gli arti superiori, da parte degli organi di trasmissione.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
L’impiego sulle macchine deve essere riservato a persone che manifestino non solo capacità operative ma anche caratteristiche personali di affidabilità (buona salute psicofisica, attenzione, ecc.). Necessaria anche, prima dell’impiego di nuove macchine, una scelta dell’operatore addetto in funzione delle caratteristiche di rischio della macchina stessa, ed una formazione adeguata non solo sulle modalità operative ma anche sui rischi specifici derivanti dall’impiego della macchina stessa.
Fase 3 Condizioni di lavoro difficili Ergonomia dei dispositivi di protezione personale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Si tratta della prima lavorazione delle tavole grezze provenienti dal deposito: la tavola viene segata longitudinalmente e/o "intestata" a misura. Se ne ricavano quindi listelli, che ulteriormente lavorati e riunito tra loro costituiranno il telaio del serramento. Per questa fase si impiegano quindi macchine con scarsa finitura di taglio e, anche per questo, normalmente molto rumorose.
Per le caratteristiche di rischio di questa fase (rumore, polverosità), si tende ad effettuarla, laddove possibile e comunque sempre in aziende di una certa dimensione, in reparti appositamente destinati.
Altrimenti ad essa è destinata una zona del laboratorio, vicina alle uscite per esigenze di approvvigionamento del legname e in qualche caso separata rispetto alle altre lavorazioni; separazione inesistente nei laboratori più piccoli, dove è di fatto impossibile per esigenze di spazio e di movimentazione dei materiali.
In queste aziende si segnala però l’importanza relativa della fase lavorativa, che spesso occupa poche ore di lavoro settimanale degli addetti: gli operatori presenti, dopo aver prodotto i semilavorati, eseguiranno anche personalmente le altre lavorazioni del ciclo.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono implicate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a rumore sorvegliata in modo approssimativo per la non adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La scelta dei DPI deve essere fatta non solo sulle capacità di protezione del dispositivo, ma anche sulla sua ergonomia, in funzione dell’operazione e della durata e frequenza della stessa.
Il rischio, altrimenti, è nell’impiego scorretto o nel non impiego, con possibili gravi esposizioni e danni relativi.
Ad es., per operazioni saltuarie su macchine molto rumorose è preferibile l’impiego di cuffie, mentre se le operazioni rumorose sono di lunga durata è auspicabile il ricorso a DPI meno pesanti da indossare soprattutto in estate, quali tappi o inserti preformati.

Piallatura - profilatura - assemblaggio
 
Fase 4 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio o altre emergenze. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
Fase 4 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei pezzi (urti, abrasioni, caduta dei pezzi)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio durante la manipolazione delle tavole e dei legnami vari per urto, contatto, caduta dei pezzi, ecc.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi di manipolazione dei materiali e impiego di guanti e scarpe antinfortunistiche durante il trasporto degli stessi. Visibilità delle operazioni.
 
Fase 4 Macchine e apparecchiature Protezioni inadeguate degli organi di lavoro e di trasmissione delle macchine
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Toupie, tenonatrice, cavatrice, bedanatrice, scorniciatrice, cavatrice e strettoio. Calibratrice e levigatrice a nastro. La "Method K" è la macchina automatica che produce il serramento completo.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Contatto con gli organi lavoratori delle macchine (lame, frese, coltelli, ecc.) durante la normale lavorazione (organi non protetti efficacemente o non idoneità delle modalità esecutive) e contatto accidentale su macchine in movimento in assenza degli operatori.
Contatto con schegge.
Rischio di coinvolgimento con parti del corpo dell’operatore da parte degli organi di trasmissione delle macchine non protetti adeguatamente
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (ferite, amputazioni) agli arti superiori (in particolare le dita) per contatto con gli organi taglienti in movimento.
Lesioni oculari, anche gravi e con esiti permanenti, o ferite penetranti a varie parti del corpo da schegge di legno, proiettate ad alta velocità contro l’operatore.
Lesioni varie (ferite, lacerazioni, amputazioni), in particolare gli arti superiori, da parte degli organi di trasmissione.
Capitolo 5 "Gli interventi"
La toupie e la tenonatrice hanno l’utensile protetto si davanti sia dietro la guida e il carrello per l’avanzamento automatico del pezzo; se vengono utilizzate "ad albero libero" sono presenti altri dispositivi che limitino l’accessibilità alla fresa.
Cavatrice, bedanatrice e fresatrice a catena sono dotate di protezione idonea e di dispositivo di serraggio del pezzo in lavorazione.
La scorniciatrice e la "4 alberi" sono dotate di protezioni degli utensili e dei trascinatori dei pezzi; tali protezioni sono o fisse o interbloccate elettricamente.
La calibratrice deve essere dotata di dispositivo di arresto d’emergenza all’imbocco ("cordicella") e di rullo "folle" prima della tavola, per evitare schiacciamenti tra pezzo e tavola dopo l’inserimento e presa del pezzo.
La levigatrice a nastro deve essere interamente carterata nella parte superiore del nastro, lasciando scoperta solo la parte inferiore, nella zona di movimento del tampone.
Le levigatrici portatili devono essere maneggiate con attenzione, a bassa velocità e alla pressione d’uso necessaria alla lavorazione.
Altre macchine dotate di utensili di taglio, foratura, fresatura sono comunque dotate di protezioni che limitano l’accessibilità dell’utensile alla parte strettamente necessaria per la lavorazione. La parte rimanente è protetta mediante carter fisso o interbloccato all’impianto elettrico della macchina.
Gli organi di trasmissione di tutte le macchine sono normalmente protette mediante carter fissi.
Per la lavorazione di pezzi di piccole dimensioni sulle macchine (es. toupie, circolari, pialla a filo), oltre ad opportune precauzioni operative, è necessario l’impiego di attrezzature specifiche come portapezzi, spingitoi, questi ultimi anche autocostruiti. Recentemente vengono forniti in dotazione alle macchine, oppure sono acquistabili, per i più diversi impieghi, da aziende specializzate.
Procedure corrette prevedono il non impiego di guanti, anelli, ecc. durante i lavori alle macchine utensili.
Cassetta di pronto soccorso con normale dotazione. Particolarmente importante avere a disposizione un frigorifero con disponibilità di ghiaccio, da impiegarsi nell’eventualità di amputazioni per il recupero e il trasporto in ospedale della parte amputata.
 
Fase 4 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale e a bordo macchina
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 44. Quadro elettrico di reparto con interruttore differenziale almeno 0,3A
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità dell’impianto elettrico generale e a bordo macchina. Rischio di infortunio per riavvio intempestivo degli organi lavoratori della macchina dopo mancanza di tensione e successivo ritorno.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale. Manutenzione periodica dell’impianto.
Le singole macchine dovranno avere e mantenere i requisiti di idoneità, di isolamento dell’impianto elettrico a bordo macchina e di messa a terra e essere dotate di dispositivo di sgancio elettromagnetico in caso di uscita tensione, contro gli avvii accidentali.
 
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio per presenza di materiale infiammabile (polvere e trucioli di legno, semilavorati in lavorazione o deposito) in concomitanza con eventuali inneschi accidentali (corto circuito, sigarette accese, stufe aperte).
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Riduzione del carico e del rischio d’incendio mediante un’organizzazione del lavoro che preveda razionali disposizioni e periodica pulizia delle superfici, con asportazione della polvere e dei trucioli.
Valutazione dell’idoneità e mantenimento nel tempo dei requisiti dell’impianto elettrico generale e a bordo macchina, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impiantistica elettrica generale e delle attrezzature.
Divieto assoluto di fumare.
Idoneità degli apparecchi di riscaldamento (no stufe a fiamma libera)
 Capitolo 8 "Il rischio esterno"
Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti circostanti, con possibili lesioni acute o croniche ai residenti e danneggiamento delle cose.
 
 
Fase 4 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere carrellati (50 Kg) o portatili (6-9 Kg) di tipo B o C. Nel caso che l’attività rientri nella previsione di CPI, sono richiesti anche idranti, con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti (acquedotto o riserva d’acqua)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati
Fase 4 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
Nella classica lavorazione si eseguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio.
Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare, in automatico, tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica conforme
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
Fase 4 Agenti chimici Esposizione ad inalazione di polveri di legno
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto di aspirazione generale con unità di filtrazione esterna (silos o filtri a maniche) oppure con filtro a maniche a bordo macchina.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione ad inalazione di polveri di legno, durante la lavorazione dei legnami alle macchine utensili e nella fase di levigatura finale.
Si segnala mediamente una minore esposizione rispetto alla fase 3, e ciò può derivare dalla maggiore finezza di lavorazione, quindi con minore scarto di truciolo e polvere. Le macchine misurate, con prelievo in postazione operatore, sono state:
- 7 toupie
- 2 scorniciatrici
- 6 levigatrici
- 4 calibratrici
- 2 pialla a filo
- 2 "4 alberi"
Il metodo utilizzato per l’analisi è un metodo NIOSH riconosciuto da UNICHIM e si basa sulla determinazione ponderale della polvere aerodispersa mediante aspirazione dell’aria su membrana a micropori a nitrato di cellulosa con porosità di 0,8 micron e velocità di aspirazione di 1,5 l/min. La determinazione analitica viene effettuata con microbilancia previo condizionamento dei filtri in stufa ed essiccatore.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Irritazione delle vie aeree. Asma allergica. Possibili adenocarcinomi delle cavità nasali e paranasali.
Non sono state rilevate patologie attribuibili direttamente a questo fattore di
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Idonea aspirazione delle macchine con raccolta delle polveri in filtri a maniche (preferibilmente in silos separato, o comunque in filtro a maniche a bordo macchina).
Periodica pulizia delle pavimentazioni di reparto mediante aspirazione con idonei aspirapolvere.
 
Fase 4 Agenti fisici Esposizione a rumore (macchine, impianto di aspirazione)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Tutte le macchine per la lavorazione del legno. Impianto di aspirazione polveri. Compressori e impianto di aria compressa.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a rumore elevata durante il lavoro alle macchine. Il livello di pressione sonora cui è esposto l’operatore, in questa fase, si situa in una fascia compresa mediamente tra 90 e 95 dBA. Le macchine più rumorose sono le circolari, pialle a filo o spessore, toupie, soprattutto di non recente costruzione.
I tempi di esposizione, e quindi l’esposizione quotidiana personale a rumore (LEP, d) saranno però molto variabili in funzione della dimensione aziendale e quindi dell’organizzazione del lavoro, in quanto normalmente i singoli operatori svolgono diverse mansioni, con esposizioni variabili nella giornata lavorativa o nell’arco della settimana.
Saranno quindi maggiormente esposti a rumore coloro che opereranno preferenzialmente sulle macchine, rispetto ad altri che compiono, anche in modo non esclusivo, operazioni meno rumorose (verniciatura, assemblaggio, trasporto e montaggio, ecc.).
L’esposizione media rilevata è, nella grande maggioranza dei casi compresa tra 80 e 85 dBA (ditte piccole, minore specializzazione) o tra 85 e 90 dBA (ditte medie, maggior tempo di lavoro alle macchine).
Per quanto riguarda l’impianto di aspirazione e la presenza di compressori in ambiente di lavoro, a seconda degli impianti possono determinare valori di pressione sonora, alle postazioni di lavoro, mediamente compresi tra 65 e 75 dBA; si tratta di valori che non incidono significativamente sull’esposizione di un lavoratore impiegato per molte ore le macchine di lavorazione. E’ comunque importante effettuare le insonorizzazioni possibili (spostamento all’esterno e insonorizzazione del ventilatore dell’impianto di aspirazione, insonorizzazione e delocalizzazione del compressore).
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore.
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Capitolo 5 "Gli interventi"-
Per quanto riguarda gli interventi di insonorizzazione, buoni risultati si ottengono con utensili, cosiddetti "silenziati": lame silenziate con un abbattimento medio quantificabile in 3 dBA di pressione sonora (fino a 5 dBA a vuoto), coltelli per pialle (specificare), frese a migliore aerodinamica (riduzione indicativa di 2-3 dBA, soprattutto a vuoto).
Macchine più moderne dimostrano una riduzione significativa di rumorosità (indicativamente 5 dBA) che dipende sì dagli utensili utilizzati ma comunque molto anche dall’affilatura e dalla bilanciatura degli utensili stessi, oltre che dal materiale in lavorazione. Le macchine più recenti sono sicuramente meno rumorose a vuoto, per il migliore studio progettuale dei pesi e dell’aerodinamica. Si stima la presenza di circa un 30% di macchine recenti (max. 5 anni).
In macchine automatiche o semiautomatiche è ovviamente possibile una insonorizzazione ("cofanatura" parziale insonorizzata), che si è tentato di applicare anche su qualche macchina di concezione meno moderna, con risultati modesti per problemi legati all’impiego, alla regolazione e alla manutenzione.
Non è stato accertato alcun intervento di trattamento di insonorizzazione ambientale (fonoassorbimento); l’intervento sembra improponibile per la necessità, da parte dell’operatore, di agire nelle immediate vicinanze delle macchine, e quindi fortemente esposto al rumore diretto, con scarsissima influenza del riverbero ambientale. Oltretutto il legno presente e il discreto riempimento dei locali comportano normalmente un discreto fonoassorbimento, per così dire.. naturale.
Compressori silenziati.
 
Fase 4 Agenti biologici Esposizione involontaria a microrganismi (ferite)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il maneggio di legnami e semilavorato può comportare ferite, ad esempio da scheggia di legno; queste ultime espongono il lavoratore a patologie infettive anche gravissime (tetano).
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ferite con complicanze infettive, anche gravissime (tetano), sostenute da microrganismi
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Dotazione di guanti durante il maneggio e il trasposto di legnami e semilavorati. E’ invece assolutamente da evitare l’impiego di guanti durante il lavoro alle macchine (rischio di presa da parte dell’utensile).
Disinfezione accurata delle ferite. Vaccinazione antitetanica obbligatoria.
Fase 4 Organizzazione del lavoro Spazi e percorsi inadeguati intorno alle macchine
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La presenza, riscontrabile soprattutto nel piccolo laboratorio, di spazi e percorsi ristretti nelle immediate vicinanze delle macchine, può comportare rischi indiretti di infortunio per urti, cadute di materiali, coinvolgimento con gli organi lavoratori in movimento delle macchine stesse, sia per l’operatore addetto alla mansione che per altri eventualmente transitanti nei paraggi.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Dipendente dal tipo di accadimento: se conseguente ad urto accidentale si possono avere traumatismi, ferite, ecc. di gravità varia a seconda della violenza dell’accadimento e della parte del corpo interessata (particolare rilevanza possono avere urti al capo).
Se dovuto a contatto accidentale con organi lavoratori, si possono avere ferite, anche gravi, a carico della parte del corpo interessata.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La soluzione ottimale è ovviamente una rilocalizzazione del laboratorio in ambienti più idonei. Nell’impossibilità non si può che ricorrere ad un’analisi, anche semplice, dell’organizzazione del lavoro per una revisione delle procedure e delle operazioni che più di altre possono creare rischi.
Fase 4 Fattori ergonomici Conoscenze e capacità del personale (rischi di infortunio)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. Secondo la dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Tutte le macchine per la lavorazione del legno
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il lavoro su macchine essenzialmente di impiego manuale, dove cioè l’operatore deve esporsi direttamente nelle vicinanze di organi lavoratori di estrema pericolosità, implica un rischio particolare ed una valutazione preliminare delle attitudini e delle capacità dell’operatore addetto.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Lesioni gravi o gravissime (ferite, amputazioni) agli arti superiori (in particolare le dita) per contatto con gli organi taglienti in movimento. Lesioni oculari, anche gravi e con esiti permanenti, o ferite penetranti a varie parti del corpo da schegge di legno, proiettate ad alta velocità contro l’operatore. Lesioni varie (ferite, lacerazioni, amputazioni), in particolare gli arti superiori, da parte degli organi di trasmissione.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
L’impiego sulle macchine deve essere riservato a persone che manifestino non solo capacità operative ma anche caratteristiche personali di affidabilità (buona salute psicofisica, attenzione, ecc.). Necessaria anche, prima dell’impiego di nuove macchine, una scelta dell’operatore addetto in funzione delle caratteristiche di rischio della macchina stessa, ed una formazione adeguata non solo sulle modalità operative ma anche sui rischi specifici derivanti dall’impiego della macchina stessa.
 
Fase 4 Condizioni di lavoro difficili Ergonomia dei dispositivi di protezione personale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
In questa fase si ha la creazione del telaio e quindi di ciò che costituirà l’ossatura del serramento, determinandone le caratteristiche dimensionali ed estetiche. A seconda della dotazione tecnologica dell’azienda, la lavorazione può essere più o meno automatizzata.
La classica lavorazione, nel piccolo laboratorio inizia con la piallatura dei listelli, a cui seguono intestatura, fresatura, cavatura (per la predisposizione delle cave per le meccaniche) e assemblaggio del telaio. Alcune aziende più "moderne" utilizzano macchine ("4 alberi"), che eseguono la piallatura contemporanea dei quattro lati del listello. Macchine di ultima generazione sono in grado di effettuare in automatico tutte le lavorazioni di profilatura, a cui segue il solo assemblaggio manuale: si tratta di macchine costose, solitamente destinate ad alte produttività. Al termine, prima di essere impregnato o verniciato, il telaio viene opportunamente levigato con levigatrice o calibratrice.
Per quanto riguarda le colle impiegate nell’assemblaggio, si tratta delle classiche colle viniliche per legno, a base acquosa e per incollaggio a freddo; sono sostanze normalmente prive di rischio per gli utilizzatori.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a rumore sorvegliata in modo approssimativo per la non adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La scelta dei DPI deve essere fatta non solo sulle capacità di protezione del dispositivo, ma anche sulla sua ergonomia, in funzione dell’operazione e della durata e frequenza della stessa.
Il rischio, altrimenti, è nell’impiego scorretto o nel non impiego, con possibili gravi esposizioni e danni relativi.
Ad es., per operazioni saltuarie su macchine molto rumorose è preferibile l’impiego di cuffie, mentre se le operazioni rumorose sono di lunga durata è auspicabile il ricorso a DPI meno pesanti da indossare soprattutto in estate, quali tappi o inserti preformati.
Impregnatura e essiccazione
Fase 5 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o apparecchiature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
Fase 5 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o apparecchiature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto, durante la manipolazione dei serramenti effettuata da altro operatore.
Caduta dei manufatti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi e visibilità delle operazioni durante la manipolazione dei manufatti. Dotazione di scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 5 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale e delle attrezzature
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 55. Quadro elettrico di reparto con interruttore differenziale almeno 0,3A
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carenza di manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico nel reparto o di servizio delle apparecchiature
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale di reparto e di servizio delle apparecchiature, della presenza ed idoneità della messa a terra, della disponibilità di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto.
 
Fase 5 Incendio e esplosione Rischio incendio per presenza infiammabili (deposito e lavorazione)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il rischio, di incendio, è dovuto alla presenza di infiammabili (impregnanti a solvente, diluenti) in concomitanza con possibili cause di innesco accidentale (non idoneità dell’impianto elettrico nelle vicinanze della zona di principale emissione dei solventi, quindi nella zona di spruzzatura o in vicinanza delle vasche, stufe a legna aperte, sigarette accese).
Anche l’impianto elettrico dell’eventuale locale di essiccazione deve avere caratteristiche compatibili con la presenza di vapori di solvente.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
La cabina e comunque l’impianto di aspirazione presente dovranno avere impianti elettrici adeguati alla presenza di infiammabili.
Nelle vicinanze delle zone di maggiore emissione di solvente e, possibilmente nel locale di essiccazione, si curerà la predisposizione dei soli impianti elettrici necessari, che dovranno in ogni caso presentare caratteristiche e grado di protezione adeguato ai prodotti impiegati.
Tutti gli impianti elettrici dovranno essere periodicamente visionati per intervenire tempestivamente su usure, rotture, ecc.
Apparecchi di riscaldamento idonei. Divieto di fumare.
 
Fase 5 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere o CO2, carrellati o portatili; dotazione prevista nel CPI o in funzione della valutazione dei rischi
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati e
Fase 5 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispostivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 5 Sostanze pericolose Rischio d’incendio da stoccaggi inadeguati di sostanze infiammabili (impregnanti)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico "in sicurezza"
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio d’incendio da presenza di discreti o notevoli quantitativi di sostanze infiammabili (impregnanti, vernici, diluenti) stoccati direttamente in ambiente di lavoro, accatastati sul pavimento o su normali scaffali e nelle vicinanze di impianti elettrici o di altre sorgenti di innesco (sigarette, stufe a fiamma libera).
Quantitativi modici delle stesse sostanze mantenute scorrettamente aperte all’interno delle cabine o nelle vicinanze, per pulizia pistole o dimenticanza.
Vasche di immersione contenenti impregnanti a solvente, mantenute aperte al di fuori dell’impiego previsto.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Stoccaggio di infiammabili in locale appositamente destinato, con requisiti VV.F. e con solo la dotazione indispensabile di impianti elettrici, con componenti e grado IP idonei all’ambiente e a quantitativi e caratteristiche dello stoccaggio.
In alternativa, e per modici quantitativi, stoccaggio in ambiente di lavoro in appositi armadi antifuoco, con prodotti divisi per tipologie. Divieto assoluto di fumare. Apparecchi di riscaldamento idonei.
Chiusura di tutti i recipienti contenenti solventi infiammabili; stracci, ecc. imbevuti di solvente devono essere anch’essi tenuti in recipienti chiusi.
Chiusura delle vasche per l’impregnatura ad immersione.
 
Fase 5 Agenti chimici Esposizione ad inalazione di sostanze nocive (impregnanti a solvente)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impiego di pistole a spruzzo o vasche di immersione. Cabina di verniciatura a velo d’acqua o a secco, di dimensioni adeguate in relazione alle esigenze produttive, con impianto di aspirazione e emissione esterna
In alcune aziende moderne sono presenti impianti "a carosello" per il trasporto dei manufatti dalle fasi di carico, alla verniciatura, all’essiccazione, allo scarico.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione degli addetti alla fase a solventi di media o bassa nocività (la tendenza del mercato è quella di una graduale sostituzione dei solventi a più elevata tossicità, con omologhi di minor nocività sanitaria e ambientale), presenti nella formulazione degli impregnanti o nei diluenti impiegati.
La ricerca analitica ha previsto la determinazione delle concentrazioni di Butil-cellosolve (TLV 121 mg/mc);
Il metodo utilizzato per l’analisi è un metodo NIOSH riconosciuto da UNICHIM e si basa sulla determinazione analitica del contenuto organico, previa aspirazione dell’aria su filtri a carbone attivo vegetale, con flusso di 0,5 l/min, successiva eluizione con solfuro di carbonio e analisi gascromatografica.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Le operazioni di impregnatura a spruzzo o ad immersione vengono effettuate in presenza di dispositivi di aspirazione localizzata (cabine), con velocità dell’aria di aspirazione pari ad almeno 0,3 m/sec in postazione operatore. Per la spruzzatura si impiegano in modo consolidato apparecchi "airless" o "airmix" a minor pressione di impiego e maggior resa di deposito del prodotto sul manufatto.
E’ in aumento, per il costante miglioramento della resa estetica e la riduzione dei tempi di asciugatura, il ricorso a prodotti cosiddetti "all’acqua", che presentano una significativa minor (ma non ancora assente) pericolosità sanitaria e minor impatto ambientale.
L’impiego di questi prodotti con le tecnologie suesposte richiede comunque la presenza di un’aspirazione localizzata; se ne tollera la mancanza solo per operazioni a pennello in ambienti sufficientemente aerati.
Fase 5 Agenti chimici Esposizione indebita ad inalazione di sostanze nocive (separazioni inadeguate)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
In assenza di una adeguata separazione delle fasi di impregnatura e di essiccazione, esposizione indebite degli addetti a mansioni non direttamente correlate con l’impiego di vernicianti, a solventi di media nocività presenti nella formulazione degli impregnanti o nei diluenti impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Adeguata separazione della zona di verniciatura/impregnatura, dalle restanti operazioni. L’essiccazione dei manufatti potrà essere effettuata (preferibilmente) in locale separato, in assenza di operatori se non per il posizionamento o l’asportazione dei manufatti stessi. Questi locali saranno dotati di idoneo ricambio d’aria artificiale, con torrini (almeno 1 volume/ora) o impianti di aspirazione appositamente dedicati.
In alternativa, è anche possibile lasciare i manufatti ad essiccare in cabina di verniciatura accesa (almeno per le prime ore di asciugatura), in assenza degli operatori; le dimensioni della cabina devono però essere adeguate al numero e alle dimensioni dei manufatti in asciugatura contemporanea, evitando di posizionarli lontano dall’aspirazione.
 
Fase 5 Condizioni di lavoro difficili Ergonomia dei dispositivi di protezione personale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il telaio, a questo punto, viene sottoposto alle prime operazioni di finitura: il legno, per far sì che mantenga nel tempo buone caratteristiche di resistenza strutturale e di qualità estetica in presenza di sbalzi climatici, radiazioni UV ecc., viene "impregnato" con appositi prodotti contenenti preservanti, antimuffa, anti UV, ecc.
L’impregnante generalmente fornisce anche la voluta coloritura al manufatto (noce chiaro, scuro, mogano, ecc.). Il procedimento di impregnatura viene effettuato con modalità varie, a pennello, a spruzzo, a immersione, in funzione soprattutto della produttività aziendale e delle attrezzature presenti, e ad esso segue l’essiccazione del manufatto, effettuata nel medesimo locale di impregnatura, o a volte in ambiente appositamente dedicato. Importante, in questa fase, l’attenzione ad evitare contatti con polveri, e quindi ad utilizzare ambienti o impianti appositi.
Ampio, da qualche tempo, il ricorso ad impregnanti ad acqua, con evidenti vantaggi ambientali e di rischio e ultimamente anche con elevate rese estetiche.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a solventi nocivi non controllata sufficientemente per la non adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La scelta dei DPI deve essere fatta non solo sulle capacità di protezione del dispositivo, ma anche sulla sua ergonomia, in funzione dell’operazione e della durata e frequenza della stessa.
Il rischio, altrimenti, è nell’impiego scorretto o nel non impiego, con possibili gravi esposizioni nel tempo e danni relativi.
Ad es., a volte può essere sufficiente ed idonea una semimaschera (con filtri adeguati) piuttosto che una maschera intera, molto più pesante da indossare in estate anche se teoricamente maggiormente protettiva.
Fase 6 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
 Carteggiatura e spolvero
Fase 6 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto, durante la manipolazione dei serramenti effettuata da altro operatore.
Caduta dei manufatti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi e visibilità delle operazioni durante la manipolazione dei manufatti. Scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 6 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto, durante la manipolazione dei serramenti effettuata da altro operatore.
Caduta dei manufatti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi e visibilità delle operazioni durante la manipolazione dei manufatti. Scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 6 Macchine e apparecchiature Proiezione di polveri negli occhi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Pistola ad aria compressa
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da contatto oculare con polveri di legno o pigmenti proveniente dalle operazioni di spolvero con soffiaggio.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni oculari, solitamente lievi.
Sono stati rilevati 5 infortuni negli ultimi 5 anni relativi a questo fattore di rischio.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Corretto impiego di DPI (occhiali).
 
Fase 6 Incendio e esplosione Rischio incendio per presenza di polveri infiammabili
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine e apparecchiature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il rischio, di incendio, è dovuto alla presenza di polvere infiammabile (polvere di legno, pigmenti) in eventuale concomitanza con cause accidentali di innesco (non idoneità o a carenze manutentive dell’impianto elettrico generale e a bordo macchina, sigarette accese, stufe a legna aperte).
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Deve essere presente, nella zona di carteggiatura, un impianto elettrico con caratteristiche idonee e grado di protezione (IP) adeguato.
Corretta manutenzione dell’impianto elettrico.
Apparecchi di riscaldamento adeguati (no stufe a fiamma libera). Divieto assoluto di fumare.
Fase 6 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente una operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere o CO2, carrellati o portatili; dotazione prevista nel CPI o in funzione della valutazione dei rischi
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati e
 
Fase 6 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 6 Agenti chimici Esposizione ad inalazione di polveri (legno, pigmenti)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente una operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Pistole ad aria compressa con impianto generale di aria compressa e compressore fisso, oppure con compressore portatile (spolvero): rilevate attrezzature di recente installazione (massimo 5 anni).
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione ad inalazione di polveri (pigmenti, legno) sia nella fase di carteggiatura manuale che in quella di spolvero, specialmente se effettuata mediante soffiatura con aria compressa.
Il fattore di rischio non è comunque rilevante, in quanto la grana della carta abrasiva e le modalità di lavorazione (operazione manuale) non determinano grandi rilasci di polvere in ambiente di lavoro. A sua volta, la fase di spolvero è molto limitata nel tempo.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Irritazione delle vie aeree.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La dotazione di dispositivi di aspirazione (es. banco aspirato) è da collegare a modalità produttive di tipo semi-industriale, scarsamente rappresentate nel comparto. Si ricorre quindi tradizionalmente o a piccoli impianti di aspirazioni localizzata e, in molti casi, ai dispositivi di protezione individuale (mascherine antipolvere), giustificabili però (come unica protezione) solo per piccole produzioni e saltuarietà dell’operazione.
Fase 6 Agenti fisici Esposizione a rumore (anche indebita per separazioni inadeguate)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente una operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Pistole ad aria compressa con impianto generale di aria compressa e compressore fisso, oppure con compressore portatile (spolvero): rilevate attrezzature di recente installazione (massimo 5 anni)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
L’esposizione a rumore propria dell’operazione è da ricondursi all’impiego di pistole ad aria compressa per la soffiatura dei manufatti dopo la carteggiatura. La soffiatura in particolare di cavità determina picchi molto elevati di rumorosità (normalmente superiori a 100 dB).
La fase è esposta, in assenza di una separazione edilizia specifica, a rumore indebito, generato dalle operazioni di fabbricazione del serramento, in particolare dall’impiego delle macchine. Questo avviene soprattutto in laboratori dove, a fronte di una mancanza di separazioni adeguate, esiste invece una certa specializzazione (operatori che soprattutto carteggiano e/o verniciano e altri che lavorano alle macchine), cosa che non avviene normalmente nel piccolo laboratorio.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusie da rumore.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La soffiatura con aria compressa, se non indispensabile, potrà essere sostituita con una spolveratura manuale (straccio asciutto) o a pennello. Sono disponibili comunque sul mercato pistole per aria compressa "insonorizzate", con pressione sonora ridotta anche di 10 15 dBA, con una certa riduzione anche della potenza di soffiaggio. I compressori andranno comunque delocalizzati (lontano dalle operazioni) e/o insonorizzati.
L’esposizione indebita a rumore di altre operazioni è ovviabile con un’adeguata separazione o una localizzazione meno esposta, in qualche caso con un’opportuna riorganizzazione del lavoro che eviti le contemporaneità operative di carteggiatura e fabbricazione.
 
Fase 6 Agenti biologici Esposizione involontaria a microrganismi (ferite)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente una operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
E’ tipico in questa fase passare la mano nuda sul manufatto per constatare di aver ottenuto una buona lisciatura, cosa che può esporre l’addetto a contatti con schegge di legno e quindi a ferite.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ferite con complicanze infettive, anche gravissime (tetano), sostenute da microrganismi
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Dotazione di guanti durante le operazioni. Disinfezione accurata delle ferite. Vaccinazione antitetanica obbligatoria.
 
Fase 6 Condizioni di lavoro difficili Scorrettezza della postura
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Dopo l’impregnatura il serramento viene sottoposto a leggera carteggiatura: la bagnatura del legno con l’impregnante, infatti, provoca un sollevamento di fibre, che devono venir eliminate per ottenere una "mano" liscia e pronta alla finitura. Anche dopo la verniciatura di fondo, e prima della mano finale, il manufatto viene carteggiato.
L’operazione viene effettuata a mano, impiegando carta abrasiva a grana fine. Segue eventualmente un’operazione di spolvero, per l’asportazione della polvere lasciata sul manufatto dall’operazione precedente.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Banco o tavolo di carteggiatura
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
La necessità di agire manualmente sul manufatto seguendone la forma implica una notevole adattabilità delle posture da parte dell’addetto, che spesso saranno di notevole impegno per l’apparato muscolo scheletrico sia degli arti superiori che della colonna. Eventuali conseguenze potranno derivarne in funzione sia del ripetersi dell’operazione che della sua durata.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Patologie da sovraccarico dell’arto superiore, in particolare coinvolgenti le strutture osteo-tendinee del polso e patologie croniche della colonna lombare.
Non sono state rilevate patologie direttamente attribuibili a questo fattore di rischio.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Impiego di attrezzature (tavoli di lavoro, banco di carteggiatura) di altezza idonea alla statura dell’operatore e attenzione da parte di quest’ultimo nella scelta di posture il meno scorretto possibile. A questo proposito è opportuna, da parte del medico competente, un’idonea formazione, anche con poche, brevi nozioni di ergonomia della postura.
Fase 7 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
 Verniciatura e essiccazione
Fase 7 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere una elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno una ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto o caduta dei serramenti, durante la manipolazione e il trasporto degli stessi
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi e visibilità delle operazioni durante la manipolazione dei manufatti. Scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 7 Macchine e apparecchiature Proiezione di sostanze chimiche negli occhi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere una elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno una ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Vasche per verniciatura ad immersione. Pistole per verniciatura a spruzzo.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da contatto oculare con sostanze chimiche (vernici, diluenti, ecc.) durante le operazioni di verniciatura
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni oculari, solitamente lievi.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Corretto impiego di DPI (occhiali).
 
Fase 7 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale e delle attrezzature
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono una importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 55. Quadro elettrico di reparto con interruttore differenziale almeno 0,3A
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori dovuto a non idoneità o carenza di manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico nel reparto o di servizio delle attrezzature
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale di reparto e di servizio delle apparecchiature, della presenza ed idoneità della messa a terra, della disponibilità di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto.
Fase 7 Incendio e esplosione Rischio incendio per presenza di infiammabili (vernici, diluenti)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il rischio, di incendio, è dovuto alla presenza di infiammabili in lavorazione, in eventuale concomitanza con cause d’innesco accidentale (corto circuito, sigarette, stufe a legna aperte). Anche l’impianto elettrico dell’eventuale locale di essiccazione deve avere caratteristiche compatibili con la presenza di vapori di solvente.
In entrambi i casi è anche necessaria una corretta manutenzione degli stessi impianti (usura, rotture, ecc.)
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
E’ stato rilevato un solo infortunio negli ultimi 5 anni relativo a questo fattore di rischio.
Capitolo 5 "Gli interventi"
La cabina e comunque l’impianto di aspirazione presente dovranno avere impianti elettrici adeguati alla presenza di infiammabili.
Nelle vicinanze delle zone di maggiore emissione di solvente e, possibilmente nel locale di essiccazione, si curerà la predisposizione dei soli impianti elettrici necessari, che dovranno in ogni caso presentare caratteristiche e grado di protezione adeguato ai prodotti impiegati.
In entrambi i casi è anche necessaria una corretta manutenzione degli stessi impianti (usura, rotture, ecc.) Apparecchi di riscaldamento idonei (no stufe a fiamma libera). Divieto assoluto di fumare.
 
Fase 7 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere o CO2, carrellati o portatili; dotazione prevista nel CPI o in funzione della valutazione dei rischi
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione e allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati e
 
 
Fase 7 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione e allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 7 Sostanze pericolose Stoccaggi inadeguati di sostanze infiammabili (vernici e diluenti)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, è rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico "a sicurezza"
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio per presenza di discreti o notevoli quantitativi di sostanze infiammabili (impregnanti, vernici, diluenti) stoccati direttamente in ambiente di lavoro, accatastati sul pavimento o su normali scaffali e nelle vicinanze di impianti elettrici o di altre sorgenti di innesco (sigarette accese, stufe a legna aperte).
Quantitativi modici delle stesse sostanze mantenute scorrettamente aperte all’interno delle cabine o nelle vicinanze, per pulizia pistole o dimenticanza.
Vasche di immersione contenenti infiammabili, mantenute aperte al di fuori dell’impiego previsto.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Stoccaggio di infiammabili in locale appositamente destinato, con requisiti VV.F. e con solo la dotazione indispensabile di impianti elettrici, con componenti e grado IP idonei all’ambiente e a quantitativi e caratteristiche dello stoccaggio.
In alternativa, e per modici quantitativi, stoccaggio in ambiente di lavoro in appositi armadi antifuoco, con prodotti divisi per tipologia. Divieto assoluto di fumare. Apparecchi di riscaldamento idonei (no stufe a fiamma libera).
Chiusura di tutti i recipienti contenenti solventi infiammabili; stracci, ecc. imbevuti di solvente devono essere anch’essi tenuti in recipienti chiusi.
Chiusura delle vasche per verniciatura ad immersione.
 
Fase 7 Agenti chimici Esposizione a inalazione di sostanze nocive
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impiego di pistole a spruzzo o vasche di immersione. Cabina di verniciatura a velo d’acqua o a secco, di dimensioni adeguate in relazione alle esigenze produttive, con impianto di aspirazione e emissione esterna. Cabine di recente installazione (media 4/5 anni).
In alcune aziende moderne sono presenti impianti "a carosello" per il trasporto dei manufatti dalle fasi di carico, alla verniciatura, all’essiccazione, allo scarico.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Si tratta di un’esposizione sovrapponibile a quella della fase di impregnatura, ma con prodotti spesso più nocivi per la maggior percentuale di solventi contenuti.
Esposizione a solventi di media nocività (la tendenza del mercato è quella di una graduale sostituzione dei solventi a più elevata tossicità con omologhi di minor nocività sanitaria e ambientale), presenti nella formulazione dei prodotti vernicianti e nei diluenti impiegati.
Sono state effettuate 10 determinazioni in 10 aziende del comparto durante le operazioni di verniciatura a spruzzo in cabina aspirata; rilievi effettuati in postazione operatore.
La ricerca analitica ha previsto la determinazione delle concentrazioni dei seguenti solventi:
Butil-cellosolve (TLV 121 mg/mc), MEK (590), MIBK (205), Diacetonalcool (238), Toluolo (188), Xilolo (434), TDI (0,036), Acetone (1780), Acetato di etilene (1440), Isobutilacetato (713), Butanolo (152), in funzione dei prodotti impiegati.
Il metodo utilizzato per l’analisi è un metodo NIOSH riconosciuto da UNICHIM e si basa sulla determinazione analitica del contenuto organico, previa aspirazione dell’aria su filtri a carbone attivo vegetale, con flusso di 0,5 l/min, successiva eluizione con solfuro di carbonio e analisi gascromatografica.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Interventi di bonifica sovrapponibili a quelli previsti per l’impregnatura.
Le operazioni di verniciatura a spruzzo o ad immersione vengono effettuate in presenza di dispositivi di aspirazione localizzata (cabine), con velocità dell’aria di aspirazione pari ad almeno 0,3 m/sec in postazione operatore. Per la spruzzatura si impiegano in modo consolidato apparecchi "airless" o "airmix" a minor pressione di impiego e maggior resa di deposito del prodotto sul manufatto.
E’ in aumento, per il costante miglioramento della resa estetica e la riduzione dei tempi di asciugatura, il ricorso a prodotti cosiddetti "all’acqua", che presentano una significativa minor (ma non ancora assente) pericolosità sanitaria e minor impatto ambientale.
L’impiego di questi prodotti con le tecnologie suesposte richiede comunque la presenza di un’aspirazione localizzata; se ne tollera la mancanza solo per operazioni a pennello in ambienti sufficientemente aerati.
Fase 7 Agenti chimici Esposizione indebita ad inalazione di sostanze nocive (separazioni inadeguate)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono una importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
In assenza di una adeguata separazione delle fasi di verniciatura e di essiccazione, esposizione indebite degli addetti a mansioni non direttamente correlate con l’impiego di vernicianti, a solventi di media nocività presenti nella formulazione dei prodotti vernicianti e nei diluenti impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Adeguata separazione della zona di verniciatura/impregnatura, dalle restanti operazioni. L’essiccazione dei manufatti potrà essere effettuata (preferibilmente) in locale separato, in assenza di operatori se non per il posizionamento o l’asportazione dei manufatti stessi. Questi locali saranno dotati di idoneo ricambio d’aria artificiale, con torrini (almeno 1 volume/ora) o impianti di aspirazione appositamente dedicati.
In alternativa, è anche possibile lasciare i manufatti ad essiccare in cabina di verniciatura accesa (almeno per le prime ore di asciugatura), in assenza degli operatori; le dimensioni della cabina devono però essere adeguate al numero e alle dimensioni dei manufatti in asciugatura contemporanea, evitando di posizionarli lontano dall’aspirazione.
 
Fase 7 Condizioni di lavoro difficili Ergonomia dei dispositivi di protezione individuale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento, dopo impregnatura e carteggiatura, viene rifinito con vernici per esterni (se si tratta di serramenti destinati ad esterno) o per interno, con differenti caratteristiche; scopo di questa fase operativa è di ottenere un’elevata resa estetica (ad esempio, finitura "lucida" o "opaca"), e di fornire al legno un’ulteriore protezione sia meccanica che di filtro rispetto alla radiazione solare, con mantenimento di tali requisiti nel tempo.
Ovviamente, queste caratteristiche protettive rivestono un’importanza decisamente inferiore in caso di manufatti destinati all’interno dei locali, dove sarà invece preponderante la resa estetica.
Per le operazioni si impiegano modalità e attrezzature analoghe all’impregnatura; vengono sempre più spesso impiegati prodotti all’acqua, soprattutto per esterni.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a solventi nocivi non controllata sufficientemente per la non adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale impiegati.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Per esposizione ad alte concentrazioni, effetti acuti al SNC (narcosi) e irritativi a cute e mucose (soprattutto a livello polmonare). Per esposizioni croniche a bassi dosaggi, patologie al sistema nervoso (sindromi psico-organiche o polinevriti), ed effetti tossici su fegato e rene.
Non sono state rilevate patologie direttamente attribuibili a questo fattore di rischio.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
La scelta dei DPI deve essere fatta non solo sulle capacità di protezione del dispositivo, ma anche sulla sua ergonomia, in funzione dell’operazione e della durata e frequenza della stessa.
Il rischio, altrimenti, è nell’impiego scorretto o nel non impiego, con possibili gravi esposizioni nel tempo e danni relativi.
Ad es., a volte può essere sufficiente ed idonea una semimaschera (con filtri adeguati) piuttosto che una maschera intera, molto più pesante da indossare in estate anche se teoricamente maggiormente protettiva.
Assemblaggio
Fase 8 Rischi strutturali Uscite di sicurezza e vie di fuga inadeguate
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Non adeguatezza del numero delle uscite di sicurezza e difficoltà di raggiungimento delle stesse in caso di incendio. Ostacoli sul percorso delle vie di fuga.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
Per altre emergenze (es. alluvioni, terremoti) il danno è correlato al tipo di accadimento, alla violenza e istantaneità, nonché al numero di persone presenti al momento dell’accadimento
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività. Le stesse uscite di sicurezza dovranno essere apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza.
Le vie di fuga dovranno anche queste avere dimensioni idonee, opportunamente segnalate con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
 
Fase 8 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto, durante la manipolazione dei serramenti effettuata da altro operatore.
Caduta dei pezzi.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco
Capitolo 5 "Gli interventi"
Idoneità degli spazi e visibilità delle operazioni durante la manipolazione dei manufatti.
Scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 8 Macchine e apparecchiature Infortuni da utilizzo di utensili manuali o meccanizzati
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Avvitatori elettrici o a batteria, pistole sparachiodi ad aria compressa (dotazione di impianto di aria compressa o compressore portatile), forbici (taglio guarnizioni vetri), cacciaviti. Macchine e utensili di nuova generazione, marcati CE
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio da impiego di utensili per l’assemblaggio (in particolare si segnala la sparachiodi)
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite penetranti di varia gravità da chiodi, graffe, in varie parti del corpo (sparachiodi).
Ferite di minore entità, soprattutto agli urti superiori, per contatto accidentale con le punte in rotazione, cacciaviti, ecc.
Capitolo 5 "Gli interventi"
L’uso delle pistole sparachiodi richiede una certa attenzione da parte dell’operatore; l’utensile deve comunque essere dotato delle protezioni antinfortunistiche obbligatorie (sicura, tastatore).
Gli utensili manuali (es. cacciavite) e anche avvitatori ecc. necessitano solo delle normali precauzioni d’impiego.
Fase 8 Sicurezza elettrica Non idoneità impianto elettrico generale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Impianto elettrico almeno IP 44. Quadro elettrico di reparto con interruttore differenziale almeno 0,3A
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carenza di manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione dell’idoneità dell’impianto elettrico generale, della presenza ed idoneità della messa a terra dell’impianto, della presenza di un dispositivo di sgancio tensione generale.
Corretta manutenzione dell’impianto.
 
Fase 8 Sicurezza elettrica Insufficiente isolamento elettrico degli utensili meccanizzati
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Utensili elettrici conformi a direttiva CE "bassa tensione"
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per insufficiente isolamento (normalmente dovuto ad usura) degli utensili meccanizzati (es. avvitatori) a meno che si impieghino utensili portatili a batteria
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione o ripristino dei requisiti di isolamento dell’attrezzatura (messa a terra o doppio isolamento). Connessione corretta dell’attrezzatura a idoneo impianto di terra (quando richiesta dalle caratteristiche costruttive dell’utensile).
Laddove possibile (anche per praticità d’uso), impiego di utensili portatili a batteria.
 
 
Fase 8 Incendio e esplosione Rischio d’incendio per presenza infiammabili (manufatti in legno)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono implicate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Il rischio, di incendio, è dovuto alla presenza di materiali infiammabili (legno) in concomitanza con eventuali cause di innesco accidentale dovute a non idoneità o a carenze manutentive dell’impianto elettrico generale e degli utensili meccanizzati, o ad altri inneschi (sigarette accese, stufe a legna aperte).
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Qualora risulti possibile da un punto di vista organizzativo, in funzione della produzione e dei tempi di fornitura dei materiali, potrebbe essere opportuno stoccare quantitativi minimi di prodotto finito.
L’impianto elettrico generale e i singoli utensili devono presentare caratteristiche di idoneità e essere periodicamente verificati per la valutazione di eventuali problemi (usura, rotture).
Corretta manutenzione dell’impianto elettrico.
Divieto di fumare. Idoneità degli apparecchi di riscaldamento (no stufe a fiamma libera).
Fase 8 Incendio e esplosione Non idoneità dei sistemi antincendio
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Estintori a polvere carrellati (50 Kg) o portatili (6-9 Kg) di tipo B o C. Nel caso che l’attività rientri nella previsione di CPI, sono richiesti anche idranti, con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti (acquedotto o riserva d’acqua)
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio in presenza di dispositivi antincendio insufficienti o non idonei
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Disponibilità di attrezzature antincendio idonee e sufficienti, con adeguata manutenzione e registrazione della stessa.
La problematica antincendio dovrà essere adeguatamente studiata anche per quanto riguarda la predisposizione di un idoneo piano di emergenza, con la previsione di addetti adeguatamente formati e
 
 
 
 
 
Fase 8 Incendio e esplosione Carenza di segnaletica
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente, e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Cartellonistica
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Difficoltà o impossibilità di reperimento dei dispositivi antincendio per mancanza o insufficiente segnalazione. Rischi per gli operatori durante le procedure di evacuazione per la non individuazione delle vie di fuga e le uscite di sicurezza.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione o allo spegnimento, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Installazione di idonea e sufficiente segnaletica di sicurezza, orizzontale (percorsi) e verticale.
 
Fase 8 Agenti fisici Esposizione a rumore (anche indebita per concomitanza con altre lavorazioni)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
E’ l’ultima fase costruttiva del serramento: sul telaio vengono montate le "meccaniche" (cardini serrature, maniglie), i profili in gomma di tenuta e i vetri, che verranno a loro volta opportunamente fissati. Si tratta di accessori acquistati già pronti dal laboratorio in funzione delle caratteristiche finali del serramento e della richiesta del cliente e montati con operazioni manuali e modesto impiego di utensili. Terminate queste operazioni, il serramento è pronto per l’allestimento definitivo in cantiere.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Pistole sparachiodi ad aria compressa. Le macchine impiegate per la fabbricazione del serramento (esposizione indebita)
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
L’esposizione a rumore propria dell’operazione è da ricondursi all’impiego di pistole sparachiodi ad aria compressa (sparo di chiodi o graffe di montaggio, ad es. delle battute di tenuta dei vetri) e, in misura minore ad altri utensili meccanizzati (es. avvitatori).
Per i primi si riscontrano rumori impulsivi con picchi anche di 105 dB, per cui l’esposizione dell’addetto sarà soprattutto in funzione del numero di "spari" effettuati nel turno lavorativo e della loro frequenza.
La fase di assemblaggio, che spesso (ad eccezione di quanto detto) può essere scarsamente rumorosa, è esposta, in assenza di una separazione edilizia specifica, a rumore indebito, generato dalle operazioni di fabbricazione del serramento, in particolare dall’impiego delle macchine. Questo non avviene nei piccoli laboratori, non per la presenza di separazioni, ma per il fatto che i pochi operatori si dedicano a questa fase dopo aver effettuato personalmente le precedenti: non si ha in pratica contemporaneità esecutiva.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Utensili più recenti si presentano meno rumorosi, pur nell’impossibilità di eliminare il rischio che è proprio dello sparo, effettuato con notevole potenza, della graffa o del chiodo.
Dotazione obbligatoria di cuffie durante l’operazione.
 
Fase 9 Macchine e apparecchiature Infortuni da utilizzo di utensili manuali o meccanizzati
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Avvitatori elettrici o a batteria, pistole sparachiodi ad aria compressa (dotazione di impianto di aria compressa o compressore portatile), cacciaviti, trapano portatile elettrico o a batteria. Troncatrice trasportabile. Macchine e utensili di nuova generazione, marcati CE
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio da impiego di utensili per il montaggio in cantiere dove in qualche caso è necessario adattare le strutture di sostegno (falsi telai) ed è sempre necessario completare le finiture nella posa del serramento (isolamento, stipiti, ecc.) Per le operazioni vengono utilizzati utensili manuali, meccanizzati (es. sparachodi, avvitatori) e spesso anche una taglierina-troncatrice portatile
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite penetranti di varia gravità da chiodi, graffe, in varie parti del corpo (sparachiodi).
Ferite di minore entità, soprattutto agli urti superiori, per contatto accidentale con le punte in rotazione, cacciaviti, ecc.
Lesioni gravi o gravissime (amputazioni) da contatto con gli arti superiori, in particolare le dita, con la lama della taglierina. Lesioni oculari da proiezione di schegge o pezzi di legno in lavorazione.
Sono stati rilevati 8 infortuni relativi a questo fattore di rischio negli ultimi 5 anni.
Capitolo 5 "Gli interventi"
La taglierina-troncatrice deve essere dotata delle protezioni necessarie (carter fisso + semicarter mobile a scomparsa, serraggio del pezzo, pulsante "a uomo presente", idoneità elettrica).
Gli utensili manuali (es. cacciavite) e anche avvitatori ecc. (generalmente portatili a batteria) necessitano solo delle normali precauzioni d’impiego. L’uso delle pistole sparachiodi richiede una certa attenzione da parte dell’operatore; l’utensile deve comunque essere dotato delle protezioni antinfortunistiche obbligatorie (sicura, tastatore).
 
Fase 9 Macchine e apparecchiature Infortuni da manipolazione dei manufatti (urti, cadute)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio per urto, durante la manipolazione dei serramenti effettuata da altro operatore.
Caduta dei manufatti durante il carico, lo scarico e il trasporto manuale.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite o traumatismi a varie parti del corpo (in particolare si segnala la testa per la possibile gravità delle conseguenze) degli addetti alle operazioni o altri transitanti o presenti in loco.
Ferite o traumatismi per coinvolgimento di parti del corpo dei lavoratori addetti alla caduta dei manufatti.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Precauzioni durante le operazioni; accordo tra gli operatori sulle manovre. Scarpe antinfortunistiche.
 
Fase 9 Macchine e apparecchiature Infortuni da caduta da attrezzature di lavoro (scale, trabattelli)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Scale portatili. Trabattelli
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio da caduta durante l’impiego di attrezzature per il lavoro in altezza: scale non idonee per caratteristiche strutturali o di impiego e trabattelli-cavalletti non adeguati da un punto di vista strutturale e antinfortunistico. Scorrette procedure di impiego.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Politraumatismi, anche gravi o gravissimi (esiti permanenti o morte) a seconda dell’altezza e della modalità, da caduta e precipitazione di persone da strutture in elevazione
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Le scale non devono essere usate abitualmente come postazioni di lavoro ma solo per raggiungere attrezzature più idonee o piani di lavoro sopraelevati. In ogni caso dovranno essere idonee, con pioli ben fissati e assicurate sia al piede che al piano, eventualmente con aiuto di altra persona. E’ necessaria una valutazione preliminare dell’idoneità della scala all’impiego in funzione della lunghezza della stessa e della pendenza applicabile.
I trabattelli, cavalletti, ecc., se utilizzati al almeno 2 metri dal suolo (preferibilmente a qualsiasi altezza) devono presentare caratteristiche di robustezza e idoneità antinfortunistica, con parapetto regolamentare sui lati esposti. Per strutture mobili è necessario assicurare il blocco delle ruote, o con i freni
 Trasporto e montaggio presso il cliente
Fase 9 Macchine e apparecchiature Incidente stradale
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico che quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Automezzi quali camioncini o furgoni
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio causato da incidente stradale durante i percorsi laboratorio-cantiere e viceversa
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Politraumatismi, ferite e ustioni, di varia gravità (anche con esiti permanenti o morte) per gli operatori, in funzione delle modalità dell’urto, della velocità dei mezzi coinvolti e della dinamica dell’incidente
Capitolo 5 "Gli interventi"
Oltre alla normali precauzioni di guida è necessaria una adeguata manutenzione dei mezzi e il rispetto del carico massimo trasportabile. Attenzione alle lunghe percorrenze.
 
Fase 9 Sicurezza elettrica Insufficiente isolamento elettrico degli utensili meccanizzati
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico che quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Utensili elettrici conformi a direttiva CE "bassa tensione"
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio da elettrocuzione per insufficiente isolamento (normalmente dovuto ad usura) degli utensili meccanizzati, qualora non si impieghino utensili portatili a batteria. Impiego di attrezzature con cavo di terra in impianti senza messa a terra.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Valutazione o ripristino dei requisiti di isolamento dell’attrezzatura (messa a terra o doppio isolamento). Connessione corretta a terra dell’attrezzatura a idoneo impianto di terra (qualora lo richiedano le caratteristiche costruttive dell’utensile).
Laddove possibile (anche per praticità d’uso), impiego di utensili portatili a batteria.
Fase 9 Agenti fisici Microclima inadeguato ambiente di lavoro (cantiere)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti d’isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Gli addetti sono esposti, in dipendenza della stagione, del clima (es. pioggia) e della situazione geografica (es. altitudine) a condizioni microclimatiche sfavorevoli, in particolare in inverno. Le operazioni si effettuano, infatti, nella maggior parte dei casi in cantiere o comunque all’esterno; fanno eccezione, evidentemente, montaggi di porte o altri serramenti in interno.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Patologie da perfrigerazione, in particolare alle alte vie respiratorie
Capitolo 5 "Gli interventi"-
L’operazione è evidentemente soggetta a rigidità dettate dalle commesse. Per interventi effettuati nella stagione meno favorevole non si potrà far altro, quindi, che dotare gli operatori di abbigliamento adatto, che solitamente consiste in un maggior numero di capi indossati, e in indumenti appositi (es. giacca a vento, mantella impermeabile). Attenzione alle mani fredde (rischio di infortunio) e agli arti freddi nel salire e scendere da strutture in elevazione.
 
Fase 9 Agenti fisici Esposizione a rumore (utensili meccanizzati)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti di isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Pistola sparachiodi ad aria compressa con compressore portatile, troncatrice trasportabile, avvitatori e trapani elettrici o a batteria.
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
L’esposizione a rumore propria dell’operazione è da ricondursi all’impiego di pistole sparachiodi ad aria compressa (sparo di chiodi o graffe di montaggio, ad es. nel montaggio dei profili ai "falsi telai") , all’impiego di troncatrici trasportabili (Leq indicativamente 90 dBA) e, in misura minore ad altri utensili meccanizzati (es. avvitatori, trapani).
Per le pistole sparachiodi si riscontrano rumori impulsivi con picchi anche di 105 dB, per cui l’esposizione dell’addetto sarà soprattutto in funzione del numero di "spari" effettuati nel turno lavorativo e della loro frequenza. Si tratta comunque, in generale, di tempi d’impiego limitati rispetto all’intera fase lavorativa.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Utensili più recenti si presentano meno rumorosi, pur nell’impossibilità di eliminare il rischio che è proprio dello sparo, effettuato con notevole potenza, della graffa o del chiodo.
Dotazione di cuffie durante l’operazione.
 
Fase 9 Organizzazione del lavoro Mancanza di coordinamento tra le imprese
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti, con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti d’isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
I lavori di montaggio in cantiere possono esporre gli operatori a rischi non specifici, ma derivanti da carenze organizzative o di sicurezza di altre imprese presenti (muratori, elettricisti) o da mancanza di coordinamento, nei tempi e sull’uso delle attrezzature, tra le imprese presenti.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Da valutare in funzione del tipo di accadimento, normalmente infortunistico.
Non sono stati rilevati infortuni negli ultimi 5 anni attribuibili direttamente a questo fattore di rischio.
Capitolo 5 "Gli interventi"-
E’ necessario che gli operatori serramentisti, se a conoscenza di dover operare in condizioni di pericolo (es. mancanza di protezioni verso il vuoto, rischi elettrici, ecc.) si rifiutino di eseguire tali operazioni se non dopo essersi assicurati dell’idoneità delle attrezzature e degli impianti.
E’ compito comunque dell’impresa committente (o di soggetti appositamente previsti dalle norme, come i "Coordinatori per la sicurezza") il coordinamento tra le imprese operanti in cantiere, di cui devono essere redatte precise indicazioni
Fase 9 Organizzazione del lavoro Rischi da movimentazione manuale dei carichi
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Il serramento finito viene portato, mediante automezzo, al cantiere, dove viene allestito in opera, normalmente dallo stesso personale del laboratorio di falegnameria. Per piccole aziende il personale attua un’organizzazione che prevede l’alternarsi di periodi dedicati alla costruzione dei manufatti, con altri in cui gli stessi operatori sono impegnati all’esterno per il montaggio.
Chiaramente, più l’azienda assume proporzioni adeguate, più è facile riscontrare "posatori", addetti esclusivamente al trasporto e montaggio presso il cliente: normalmente si tratta di due addetti, in quanto ciò facilita sia le operazioni di scarico sia quelle di montaggio.
Durante il montaggio del serramento sulla struttura edilizia predisposta (falso telaio) e per il mantenimento dei requisiti d’isolamento termico, il montatore fa generalmente uso di prodotti di riempimento isolante a base di resine poliuretaniche spruzzabili, di una certa nocività, ridotta peraltro dai modesti quantitativi in gioco e in quanto si tratta di operazione svolta in ambiente aperto e quindi aerato.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono implicate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Gli operai montatori possono essere esposti a rischi da movimentazione manuale dei carichi, soprattutto se operai specialisti e quindi addetti con notevole frequenza alla mansione. Il rischio può essere anche "acuto", a seguito di operazioni da effettuarsi in posizioni o modalità particolarmente difficoltose.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Lombalgia acuta.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
E’ necessario che gli operatori lavorino sempre in coppia, di cui almeno uno sia esperto e indichi al collega le migliori modalità esecutive possibili. Attenzione a posizioni difficili e lavori in condizioni climatiche pesanti, perché la fatica e l’impegno muscolare continuo possono nel tempo determinare un aumento dei rischi di infortunio.
 
 
FASE DI LAVORAZIONE : Manutenzione
Infortuni durante la manipolazione di organi lavoratori delle macchine
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti, prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di un’assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di infortunio durante il maneggio degli utensili taglienti (lame, coltelli di pialla, frese, ecc.) per sostituzione o manutenzione degli stessi.
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Ferite, anche gravi, per contatto con parti taglienti di lame, coltelli, ecc.
Capitolo 5 "Gli interventi"
Normali precauzioni esecutive. Impiego di DPI (guanti).
Fase 10 Macchine e apparecchiature Infortuni durante l’affilatura delle lame
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti, prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di un’assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Affilatrici a mole o a "triangolo". Macchine per lo più di vecchia concezione, perché attualmente è sempre più in uso la sostituzione dell’utensile o la manutenzione esterna dello stesso
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di lesioni oculari da proiezioni di schegge o polveri di metallo
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni oculari (solitamente lievi)
Capitolo 5 "Gli interventi"
Impiego di DPI (occhiali).
Fase 10 Incendio e esplosione Rischio di incendio durante la manutenzione dei filtri
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di una assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Rischio di incendio dovuto alla presenza e al maneggio, nei filtri a maniche in silos o a bordo macchina, di quantitativi variabili (anche ingenti, nel caso dei silos) di materiale infiammabile, polvere, trucioli, ecc., in concomitanza con eventuali inneschi accidentali (sigarette accese, corto circuito, cariche elettrostatiche, stufe aperte).
Capitolo 4 "Il danno atteso"
Lesioni gravi o gravissime (anche con esiti permanenti o morte) per impossibilità all’evacuazione, a seguito di asfissia anche da inalazione di gas nocivi (CO, HCN, ecc.) e di ustioni.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"
Pulizia periodica dei reparti con asportazione trucioli e polvere per limitare il più possibile il carico d’incendio presente durante la manutenzione. Normali precauzioni che evitino il sollevamento di polvere e la fuoriuscita della stessa dai filtri durante lo svuotamento e la pulizia.
L’impianto elettrico generale e a bordo delle singole macchine deve presentare caratteristiche di idoneità ed essere periodicamente verificato per la valutazione di eventuali problemi (usura, rotture).
Idonea messa a terra dei silos.
Divieto assoluto di fumare durante le operazioni di manutenzione. No presenza in reparto di stufe a fiamma libera.
Fase 10 Agenti chimici Esposizione ad inalazione di polveri di legno (manutenzione filtri)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di una assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
In questo fattore di rischio non sono interessate macchine o attrezzature
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione ad inalazione di polveri di legno, durante l’asportazione e lo svuotamento dei filtri a maniche nei silos o a bordo macchina.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Irritazione delle vie aeree.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Vista la saltuarietà dell’operazione, si richiede l’impiego di mascherina antipolvere e di normali precauzioni operative destinate ad evitare eccessivi sollevamenti di polvere.
 
Fase 10 Agenti fisici Esposizione a rumore (macchine per affilatura)
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di una assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Affilatrici a mole o a "triangolo". Macchine per lo più di vecchia concezione, perché attualmente è sempre più in uso la sostituzione dell’utensile o la manutenzione esterna dello stesso
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Esposizione a rumore durante l’affilatura delle lame, indicativamente con Leq superiore a 85 dBA.
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Ipoacusia da rumore
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
Impiego di idonei DPI (cuffie)
 
Fase 10 Fattori ergonomici Conoscenza e capacità del personale (rischi di infortunio)
 
Capitolo 1 "La fase di lavorazione"
Trattandosi di macchine singole, non sono previsti momenti specifici e generalizzati dedicati alla manutenzione. Poiché ogni macchina compie operazioni quasi sempre insostituibili, ad ognuna di esse viene posta attenzione al fine di sorvegliare eventuali mal funzionamenti, prima che si giunga a rottura e quindi alla necessità di una assistenza esterna, con importanti ricadute produttive.
Il laboratorio viene sottoposto ad una periodica pulizia (di solito settimanale, a fine lavorazioni), per l’asportazione di trucioli e polvere accumulata nei locali, questo sia per ridurre la polverosità ambientale che i rischi d’incendio.
La periodica pulizia dei filtri a manica dell’impianto di aspirazione è invece necessaria, sia per gli impianti generali con silos che per i piccoli filtri a bordo macchina, per il mantenimento di una buona captazione di polvere e trucioli e ridurre il rischio incendio.
Sono soggette a manutenzione periodica anche le lame delle macchine (lame a disco, pialle, frese), operazione di molatura che viene ormai affidata perlopiù all’esterno; in molti casi, per criteri qualitativi e anche economici, si ricorre ad una maggiore frequenza di sostituzione.
Importante, per le caratteristiche dell’attività, la manutenzione degli impianti antincendio, ormai integralmente prevista per legge. Per quanto riguarda gli estintori, viene affidata a visita periodica di ditta esterna, mentre il laboratorio deve aver cura degli altri dispositivi eventualmente presenti (idranti e relativi impianti, rilevatori di fumo, ecc.).
Da ultimo è importante la manutenzione delle cabine di verniciatura, con la periodica sostituzione dei filtri in quelle a secco, e delle acque del "velo" in quelle a umido.
 
Capitolo 2 "Le attrezzature e le macchine"
Tutte le macchine per la lavorazione del legno
 
Capitolo 3 "Il fattore di rischio"
Alcune operazioni di manutenzione alle macchine (ad esempio la sostituzione degli utensili), anche se effettuate a macchina ferma e fuori tensione, richiedono una buona conoscenza delle macchine stesse in quanto possono presentare rischi non direttamente visibili e quindi valutabili.
 
Capitolo 4 "Il danno atteso"-
Derivante dal tipo di accadimento: per contatto con parti di macchina o utensili taglienti si possono avere ferite normalmente non gravi salvo possibili casi particolari (es. lesioni tendinee).
Il contatto con parti in tensione comporta lesioni anche gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
Non sono stati rilevati infortuni negli ultimi 5 anni attribuibili direttamente a questo fattore di rischio.
 
Capitolo 5 "Gli interventi"-
E’ necessario affidare le manutenzioni ad operatori esperti, che a seguito dell’esperienza maturata mettano in atto tutte le precauzioni necessarie all’operazione da effettuarsi. Impiego di DPI (es. guanti).

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Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.


ATTENZIONE: ESSENDO LA VECCHIA BANCA DATI ISPESL ASSORBITA DA INAIL MOLTI RIFERIMENTI NORMATIVI SONO ANACRONISTICI.
PERTANTO IL PRESENTE PROFILO DI RISCHIO E’ DA LEGGERSI PER AVERE INDICAZIONE DESCRITTIVA SUI RISCHI PRESENTI NEL COMPARTO MA VERIFICARE SEMPRE SE VALORI LIMITE E ALTRO SIA STATO SUPERATO DA DISPOSIZIONI NORMATIVE SUCCESSIVE.
RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.

Fonte:Profili di rischio Inail

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