Profili di Rischio di Comparto Pavimentisti
Profili di Rischio Pavimentatori
Scheda 1
1
REALIZZAZIONE MASSETTO
FASE LAVORATIVA:
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Il massetto è il fondo livellato su cui viene posato qualunque tipo di pavimento (legno, ceramica, marmo ecc.).
Si possono realizzare due tipi di fondo secondo il metodo di posatura del pavimento:
La lavorazione inizia con il caricamento manuale degli inerti (generalmente sabbia, cemento e acqua o in caso di pavimentazioni in pietra anche calce e acqua) che vengono amalgamati in impastatrici elettriche che possono essere di diverse grandezze. Sono grandi (generalmente situate a piano terra) nel caso dei cantieri edili di grandi dimensioni: mediante tubazioni l’impasto viene portato nei vari luoghi interessati dalle lavorazioni. Nei piccoli cantieri le impastatrici sono di ridotte dimensioni e vengono collocate di volta in volta dove cccorre, con conseguente necessità di movimentazione dei materiali da utilizzare. L’impasto ottenuto viene trasportato sul luogo tramite carriole.
Una volta scaricato il materiale sul punto si provvede a distribuirlo e stenderlo in modo uniforme con le pale e a livellarlo tramite un regolo di alluminio.
L’operazione di livellatura viene svolta dal pavimentista in posizione accosciata per tempi di circa 4 ore giornaliere
La lavorazione della realizzazione del massetto prevede che in una giornata lavorativa venga realizzata una superficie di circa 20 – 25 mq di pavimento in ceramica e poco meno per quello in pietra.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Impastatrice e pressione
Attrezzi manuali
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Impastatrice a pressione nel 60% dei casi non è provvista di protezione verso l’organo lavoratore (grata) con il rischio di coinvolgimento delle mani del lavoratore. Tale mancanza sale fino all’85 % nelle operazioni di pulizia, al termine dell’utilizzo dell’impastatrice, tale operazione è svolta con ausilio di tubo di acqua e con il movimento della stessa.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Contatto con sostanze irritanti per occhi,pelle e vie respiratorie contenute nei cementi
Contatto con sostanze sensibilizzanti per la pelle contenute nei cementi (cromo VI)
Arrossamenti della cute per contatti estesi e ripetuti con sostanze irritanti contenute nei cementi
Rischio di gravi lesioni oculari per contatto con calce idrata (idrossido di calcio e carbonato di calcio)
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A
In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo dellla impastatrice
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione nei cantieri si è verificato:
nel 90% dei casi dove è usata l’impastatrice ai piani di lavoro, viene caricata con badile ricorrendo a frequenti flessioni e torsioni del tronco
dove è presente l’impastatrice al piano terra nel 20 % dei casi il tubo di adduzione massetto è manovrato da un unico operatore, con sovraccarico della colonna vertebrale in posizione flesso – torsione
La maggior parte del lavoro di livellamento del massetto viene svolta in posizione accosciata con il dorso piegato e con movimentazione ripettuta
INDUMENTI DI LAVORO
Non sono mai risultate presenti idonee procedure tali da garantire che l’operatore abbia a disposizione abiti da lavoro in quantità sufficienti per poter sempre operare in condizioni igieniche idonee anche in caso di contaminazione con i prodotti irritanti e sensibilizzanti contenuti nei cementi
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:
maschere antipolvere 60%
guanti protettivi 50%
Non sono risultate messe a disposizione protezioni per gli occhi
Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali
Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento
Cadute in piano
Contusioni e schiacciamento da caduta materiali
Elettrocuzione
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo
Lesioni oculari da contatto con calce idrata
Malattie cutanee da contatto con cemento
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservato
Scheda 2
FASE LAVORATIVA:
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
I materiali industriali in pietra sono rappresentati da marmi, graniti ecc…
Si scaricano nei pressi della zona di lavorazione le lastre di pietra che andranno montate. I pesi possono arrivare anche a 35 Kg, nel caso di scale le lastre pesano fino a 25 Kg.
Le lavorazioni prevedono due modalità di posizionamento del pavimento, sul massetto di allettamento precedentemente realizzato ( scheda 1) denominate “a collante” o “a preparazione”.
Per la lavorazione “a collante” la pavimentazione viene posta previa spalmatura di colla (malta specifica) sul massetto già asciugato e quindi battuto manualmente..
Per la lavorazione “a preparazione” si provvede immediatamente,al termine del livellamento del massetto, a posizionare la pavimentazione per tutta la superficie preparata previa spolveratura in superficie di cemento; al termine si provvede alla battitura manualmente.
La natura del materiale rende impossibile realizzare pezzi a misura, infatti gli stessi sono forniti di numero d’ordine per la posa direttamente dal fornitore, quindi si interviene per piccole asportazioni con il flex a disco diamantato.
Durante la posa del pavimento per la realizzazione di tagli a misura si utilizza il frullino (flex) con disco diamantato.
Una volta posato e battuto il pavimento si provvede alla stuccatura “a cemento bianco” .
Si cosparge la pavimentazione tramite spazzetta in maniera da riempire gli spazi vuoti, mediante utilizzo di soluzione acquosa che viene successivamente eliminata con segatura o spugna.
Le operazioni di posa prevedono mediamente un tempo di circa 2 – 3 ore per un ambiente di 15 mq tra trasporto posa taglio e battitura manuale delle lastre, l’operatore deve inoltre montare gli zoccoli.
Tutto il lavoro avviene in posizione accosciata .
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Frullino portatile a disco (flex)
Attrezzi manuali - Spazzetta
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è provvisto di cuffia di protezione
con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e cotatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Polveri delle pietre durante il taglio con frullino che nella totalità delle osservazioni non è mai risultato provvisto di aspirazione
Si è verificato che esistono in commercio frullini provvisti di presa per aspirazione portatile, il costo dell’attrezzatura completa (frullino e aspiratore) è di circa 1500,00 Euro contro costi medi di circa 100,00 Euro per uno privo di aspirazione
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)
In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamanatato e la rullatrice elettrica
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione nei cantieri si è verificato:
La maggior parte del lavoro viene svolta in posizione accosciata con posizione del dorso piegato e con movimentazione manuale dei materiali
Il lavoro fisico, per durata e frequenza, durante le operazioni di trasposrto e posa lastre di pietra provoca affaticamento delle zone dorso-lombari
Nei i montaggi delle scale allo sforzo fisico si aggiunge anche la posizione dell’operatore
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:
ginocchiere 40 %
protezione occhi 60%
maschere antipolvere 60%
guanti protettivi 50%
otoprotettori 70%
Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali
Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Abrasioni contusioni taglio da utensili
Lesioni oculari per proiezione di schegge
Cadute in piano
Contusioni e schiacciamento da caduta materiali
Elettrocuzione
Ipoacusia da rumore
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo
Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservato
Scheda 3
3
LUCIDATURA PAVIMENTAZIONI IN PIETRA
FASE LAVORATIVA:
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Tutti i materiali di rivestimento in pietra se non prelucidati necessitano della operazione di lucidatura.
Questa si effettua successivamente al montaggio (scheda 2) o per intervento di manutenzione su pavimentazione preesistente,per mezzo di macchina levigatrice ad acqua ( che copre gli ampi spazi) e di flessibile (usato per gli angoli e gli zoccoli).
L’operazione di lucidatura prevede una durata di 4 – 5 ore per una superficie di circa 15 – 20 mq.
La lucidatura consiste nel passare più volte sulla superficie da trattare con la macchina levigatrice ad acqua.
Questa è costituita da una parte “fornita di ruote” dove alloggia il motore e da una seconda parte dove è situato un piatto porta abrasivo “orbitale” in cui vengono inseriti supporti abrasivi diversi ed intercambiabili; pietre naturali o sintetiche in genere Carborume e Magnesite (Carburodi silicio) mescolat i a poliestere, tamponi lucidanti con Acido Ossalico e lamina di piombo. Tali supporti sono necessari allo svolgimento delle varie fasi lavorative.
La macchina può raggiungere i 100 – 120 Kg di peso. L’operatore deve passarla 6 volte (2 passaggi per l’abrasione – 3 per la rifinitura – 1 per la lucidatura /piombatura).
Ad ogni cambio di fase vanno cambiati i supporti situati nella parte rotante, l’operatore deve sollevare la zona orbitale , sostituire i supporti e farla ridiscendere per riprendere il lavoro ciò comporta uno sforzo muscolare visto il peso della macchina.
Al termine dei passaggi per abrasione può essere necessario intervenire sulle lastre dove possono affiorare delle disomogenità o pori o scheggiature che vanno colmate con mastici bicomponenti poliestere attivati da catalizzatori, mescolati a polvere di marmo e spatolati direttamente ove necessario, si provvede quindi alla rimozione dell’eccesso di mastice ed alla pulizia della zona con solventi organici.
Possono, successivamente essere svolte operazioni accessorie quali la ceratura delle superfici, o l’applicazione di protettivi conteneti solventi organici.
Per poter lavorare la macchina deve essere spinta tramite una maniglia di trasporto a ruota pivotante posta sulla zona orbitale a distanza variabile dal piano di lavoro di circa 80 cm:, ( 60 per le attrezzature da scale) il lavoratore è quindi costretto ad assumere posizioni che lo obbligano a stare con la schiena inarcata.
Anche nelle operazioni di lucidatura tramite frullino, usato per zoccoli e bordi, il lavoratore deve assumere posizioni incongrue (inginocchiato o accosciato). Queste operazioni vengono svolte a secco con notevole produzione di polvere dispersa nell’ambiente che può essere respirata dall’operatore.
ADDETTI
2 Manovale, Lucidatore
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Levigatrice
Frullino Flex a lama diamantata
Attrezzi manuali
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è dotato di cuffia di protezione
con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e contatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)
Nelle operazioni di lucidatura di zoccoli e bordi tramite frullino l’operatore deve mantenere lo strumento in modo saldo onde evitare scarti bruschi che possono provocare lesione alle braccia.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Polveri delle pietre durante l’utilizzo del frullino per zoccoli e bordi.
Contatto con sostanze sostanze sensibilizzanti per la pelle in particolare ftalati e perossidi contenuti nei catalizzatori
Contatto con sostanze sostanze irritante per pelle ed occhi (perossidi) contenute nei catalizzatori
Contatto con sostanze (poliestere-Stirene) nocive per inalazione e irritante per occhi e pelle
Contatto con sostanze (acido ossalico) nocive a contatto con la pelle e per ingstione
Contatto con sostanze (Toluolo) nocive per inalazione
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)
In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamanatato e la levigatrice
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione nei cantieri si è verificato che:
La maggior parte del lavoro viene svolta in posizione accosciata con il dorso piegato e con movimentazione manuale dei materiali
Nelle operazioni di lucidatura di zoccoli e bordi tramite frullino oltre alla posizione curva è anche obbligato a mantenere con forza il frullino onde evitare scarti bruschi che possono provocare lesione alle braccia.
E’ necessario spingere la levigatrice tramite la maniglia di trasporto a ruota pivotante posta sulla zona orbitale a distanza variabile dal piano di lavoro di circa 80 cm, il lavoratore è quindi costretto ad assumere posizioni che lo obbligano a stare in posizione di flesso-torsione della schiena.
Durante il cambio dei supporti nella parte rotante della levigatrice, l’operatore deve sollevare la zona orbitale , sostituire i supporti e farla ridiscendere ciò comporta uno sforzo muscolare visto il peso della macchina (100-120 Kg).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:
ginocchiere 40 %
maschere antipolvere 60%
maschere per solvente 40%
guanti protettivi 50%
otoprotettori 70%
Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali
Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Abrasioni contusioni taglio da utensili
Lesioni oculari per proiezione di schegge
Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento
Cadute in piano
Contusioni e schiacciamento da caduta materiali
Elettrocuzione
Ipoacusia da rumore
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo
Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservato
Scheda 4
4
PAVIMENTAZIONI IN CERAMICA
FASE LAVORATIVA:
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
I materiali industriali ceramici sono rappresentati da gres porcellanato, monocotture, bicotture, cotti.
Nei grandi cantieri il materiale arriva confezionato e pallettizzato; viene scaricato tramite mezzi di sollevamento idonei; si scompongono le confezioni , si preleva il quantitativo necessario da collocare e lo si trasporta al piano di lavoro tramite apparecchio di sollevamento, si collocano preventivamente nei pressi della zona in lavorazione il quantitativo di ceramiche che andranno montate:
-i pesi possono variare da 20 Kg per confezioni da 37 pezzi monocottuta di dimensoine 20x20 cm fino a 33 Kg per confezioni da 6 pezzi in gres porcellanato smaltato di dimensioni 50x50 cm.
Esistono due modalità di posizionamento del pavimento,
1) sul massetto di allettamento precedentemente realizzato ( scheda 1) denominate “a collante”
2) “a preparazione”(scheda 1).
Nella lavorazione di posatura “a collante” si provvede a ricoprire e a spalmare di colla (malta specifica) il massetto realizzato e opportunamente asciugato, quindi si posano le ceramiche che subito vengono battute (al fine di distribuire il più possibile la colla sul fondo della ceramica) manualmente o tramite rullatrice elettrica: quest’ultimo tipo di battitura viene in genere realizzata per mattonelle di grandi dimensioni (almeno cm. 30x30).
Per la lavorazione “a preparazione” si provvede immediatamente,al termine del livellamento del impasto di cemento e sabbia , a posizionare la pavimentazione per tutta la superficie preparata previa spolveratura in superficie di cemento. Al termine si provvede alla battitura manuale o tramite rullatrice elettrica
Durante la posa del pavimento per la realizzazione di tagli a misura si possono utilizzare taglierina manuale a diamante con goniometro; taglierina ad umido o il flex con disco diamantato.
Le operazioni di battitura con battipiastrelle -vibratore prevedono durate molto brevi che vanno dai 6-7 minuti per una superficie di 15 mq a circa 15 minuti per superfici di 25 mq.
Una volta posato e battuto il pavimento si provvede alla stuccatura con cemento semi liquido . Si cosparge la pavimentazione tramite spazzetta in modo da riempire gli spazi vuoti (fessure o fughe), il materiale in eccesso viene successivamente eliminato con segatura o spugna.Possono essere utilizzati prodotti riempifuga.
In genere una giornata lavorativa consente di realizzare circa 20- 25 mq di pavimentazione finita.
I lavoratori trascorrono tra il livellamento del massetto e l’applicazione della pavimentazione oltre 6 ore giornalere in posizione accosciata con sovraccarico della colonna vertebrale.
ADDETTI
2 – 3 Manovali, Pavimentisti
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)
Battipiastrelle - vibratore
Attrezzi manuali - Spazzetta
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è provvisto di cuffia di protezione
con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e contatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Polveri delle ceramiche durante il taglio
Contatto con sostanze irritanti per occhi,pelle e vie respiratorie contenute nei collanti base di cemento
Contatto con sostanze sensibilizzanti per la pelle contenute nei collanti a base di cemento
Arrossamenti della cute per contatti estesi e ripetuti con sostanze irritanti contenute nei collanti a base di cemento
Si è verificato che esistono in commercio frullini provvisti presa per aspirazione portatile, il costo dell’attrezzatura completa (frullino e aspiratore) è di circa 1500,00 Euro contro costi medi di circa 100,00 Euro per uno privo di aspirazione
Si è verificato che esistonpo in commercio Tagliaceramiche portatili ad acqua con disco diamantato e fornite di supporti (goniometro, squadra ed angolari) per poter effettuare tutti i tipi di taglio con costo di circa 250,00 Euro e peso di circa 15 Kg
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)
In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamantato e la rullatrice elettrica
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione nei cantieri si è riscontrato che:
La maggior parte del lavoro viene svolta in posizione accosciata con il dorso piegato e con movimentazione manuale dei materiali
Negli spostamenti del battipiastrelle, che pesa fino a 50 Kg, da un ambiente/piano all’altro gli operatori sono esposti a danni alla colonna vertebrale derivanti dal sollevamento
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:
ginocchiere 40 %
maschere antipolvere 60%
guanti protettivi 50%
otoprotettori 70%
Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali
Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Abrasioni contusioni taglio da utensili
Lesioni oculari per proiezione di schegge
Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento
Cadute in piano
Contusioni e schiacciamento da caduta materiali
Elettrocuzione
Ipoacusia da rumore
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo
Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri
Scheda 4
4 PAVIMENTAZIONI IN LEGNO
FASE LAVORATIVA:
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Le pavimentazioni in legno possono essere applicate in varie maniere:
· su pavimentazione esistente, se è in ceramica lucida, che non permette una buona presa della colla, si deve preventivamente sfrollinare per realizzare maggiore aderenza e il collante utilizzato è del tipo bicomponente
· su massetto esistente tramite applicazione di colla bicomponente
· tramite realizzazione ex novo di massetto in materiali specifici (es. della MAPEI) avente la caratteristica di espellere l’acqua con applicazione di collante bicomponente
· nel caso di pavimentazioni in marmi o in ceramiche porose (non lucide) il collante utilizzato può essere ad acqua.
Una volta posizionato il parquet si esegue la lamatura tramite arrotatrice specifica provvista di dischi abrasivi di varia granulometria, queste arrotatrici sono dotate di sacchetto per la raccolta delle polveri di legno provenienti dalla lavorazione.
Si tratta quindi il pavimento con la stesa di una mano di vernice specifica (olio, acqua o sintetica) in modo da mettere in risalto le eventuali imperfezioni o la necessità di stuccare tramite impasto composto da collante tipo bostik e polvere da legno tramite spatola.
Si esegue una leggera lamatura nei punti ritoccati.
Si provvede quindi alla I, II ed alla eventuale III mano di vernice (ad olio, acqua o sintetica) applicata a rullo. Durante questa lavorazione è necessario che non vi sia presenza di polvere che, depositandosi, rovinerebbe la vernice del pavimento. Perciò l’operatore mantiene chiuse le finestre e le porte durante le varie passate di vernice, effettuate a distanza di tempo l’una dall’altra, di conseguenza negli ambienti ci saranno vapori a seconda della tipologia (olio,acqua o sintetico) della vernice utilizzata.
Nel caso di lavori per il ripristino di pavimentazioni vecchie, vi può essere la necessità di sostituzione di listelli perché danneggiati o tarlati, o semplicemente il pavimento necessita di nuova lucidatura. In questo caso dopo la eventuale sostituzione dei listelli danneggiati dapprima si lama, con le modalità sopradescritte, e poi si applica la vernice (ad olio, acqua o sintetica) con una o più mani.
Esiste un ultimo tipo di pavimentazione oggi interessata prevalentemente da opere di manutenzione e ripristino: il “parquet inchiodato”. In questo caso durante la realizzazione del massetto si affogano dei magatelli (cantinelle di legno) in maniera da realizzare una tessitura su cui poi inchiodare i listelli di parquet ortogonalmente. Successivamente si passa alla ceratura con cera d’api e lucidatura manuale. Altro sistema è quello di porre, al posto dei magatelli, un pavimento di fibre di legno (sealite, swelite) ad incasso su cui vengono inchiodati i listelli di parquet.
Nel caso di sostituzione di listelli non si fa altro che schiodare l’esistente e inchiodare i nuovi listelli. Quando si deve effettuare una nuova lucidatura si provvede dapprima a decerare la pavimentazione tramite scartavetratura a mano e successivamente ad applicare la cera d’api e a lucidare. Tali attività vengono svolte manualmente.
I legni utilizzati sono in maggioranza di alberi esotici, di rovere, d’ulivo, d’acero, di ciliegio, di frassino appartenenti alle angiosperme. Il decreto legislativo 66/2000 li classifica come “legno duro” e le polveri derivate dalle lavorazioni sono classificate come cancerogene. I legni esotici, come la “noce manzonia” sono anche allergizzanti e, spesso, danno forti emottisi nasali.
I campionamenti e le determinazioni di vapori di sostanze chimiche (Xileni) hanno dato valori superiori al “Valore Limite” sulle otto ore, raggiungendo e superando il limite del “breve termine” che è riferito ai soli quindici minuti.
Le polveri di legno duro si sono attestate a circa 2 volte il “Valore Limite” sulle otto ore.
Si noti che tutte le lavorazioni suddescritte avvengono, solitamente, con l’operatore in posizione carponi o chinata.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Sega circolare
Frullino
Arrotatrice - Lamatrice
Attrezzi manuali
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Dato l’utilizzo delle attrezzature si possono evidenziare rischi derivanti come proiezione di materiale con lesioni
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Polveri di Massetto specifico per parquet
Polveri dei materiali durante il taglio
Sostanze allergizzanti per la cute
Vapori sostanze chimiche
Agenti cancerogeno
Polvere da legno
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione è risultato che il carico di lavoro fisico, per durata e frequenza, provoca affaticamento delle zone dorso-lombari per posizioni scorrette (carponi).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:
maschere antipolvere 50%
maschere antivapori 80%
guanti protettivi 70%
otoprotettori 70%
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Abrasioni contusioni taglio da utensili
Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo
Cadute in piano
Contusioni e schiacciamento da caduta materiali
Ipoacusia da rumore
Malattie cutanee da contato con malta, cemento, prodotti chimici
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri e sost. chimiche
Elettrocuzione
Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservato (sedia)
Utilizzo D.P.I. e Otoprotettori
Scheda 6
6 RISTRUTTURAZIONI:SOSTITUZIONE PAVIMENTAZIONE ESISTENTE
FASE LAVORATIVA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Se le lavorazioni di pavimentazione devono andare a sostituirne una già esistente di uguale o diversa natura, si possono verificare tre condizioni per cui:
1. la nuova pavimentazione viene posta direttamente su quella preesistente con utilizzo di collanti specifici per il materiale utilizzato (schede 2-4-5)
2. viene demolita la sola pavimentazione che verrà sostituita da altra posta sul massetto esistente tramite collanti specifici per il materiale utilizzato, con allontanamento del materiale di risulta (scheda 2-4-5)
3. si provvede alla demolizione preventiva sia della pavimentazione esistente che del massetto con realizzazione del nuovo massetto specifico ( scheda 1) a seconda del tipo di pavimentazione da realizzare con allontanamento del materiale di risulta.
4. Nel caso di pavimentazione in pietra si provvede alla lucidatura (scheda n.3)
L’allontanamemto del materiale di risulta si può effettuare a seconda della localizzazione del cantiere tramite sacchi che vengono manualmente trasportati a terra tramite le scale o, dove possibile, calati a terra permezzo di tiro elettrico o ancora tramite canale di scarico.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Martello demolitore
Vedi schede n. 1- 2 – 3 - 4
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Martello Pneumatico con rischio di proiezione di materiale derivante dalla lavorazione
Impastatrice a pressione ( vedi scheda 1)
Frullino portiatile (vedi schede 2 – 3 – 4)
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Polveri del massetto, pietre e ceramiche durante la demolizione
Sostanze irritanti e sensibilizzanti (vedi shede 1- 2 – 3 – 4)
Gravi lesioni oculari (vedi scheda 1)
Agenti biologici
Non osservato
Agenti fisici
Rumore:
Gli addetti sono esposti a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)
In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del martello demolitore e la movimentazione dei materiali di risulta a seconda delle lavorazioni previste
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
M.M.C.
Dall’osservazione nei cantieri si è osservato che la fase dell’allontanamento del materiale di risulta espone i lavoratori a frequenti flessioni e torsioni del tronco provocate dal trasporto dei sacchi.
Vedi schede n. 1 – 2 – 3 - 4
INDUMENTI DI LAVORO
Vedi sched n. 1
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Vedi schede n. 1 – 2 – 3 - 4
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni oculari per proiezione di schegge provenienti dalle demolizioni
Ipoacusia da rumore per utilizzo martello demolitore
Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo durante movimentazione macerie
Patologia respiratoria da inalazioni di polveri
Vedi schede n. 1 – 2 – 3 - 4
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Disclaimer
Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.
ATTENZIONE: ESSENDO LA VECCHIA BANCA DATI ISPESL ASSORBITA DA INAIL MOLTI RIFERIMENTI NORMATIVI SONO ANACRONISTICI.
PERTANTO IL PRESENTE PROFILO DI RISCHIO E’ DA LEGGERSI PER AVERE INDICAZIONE DESCRITTIVA SUI RISCHI PRESENTI NEL COMPARTO MA VERIFICARE SEMPRE SE VALORI LIMITE E ALTRO SIA STATO SUPERATO DA DISPOSIZIONI NORMATIVE SUCCESSIVE.
RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.
Fonte:Profili di rischio Inail
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