Profili di Rischio di Comparto Odontoiatri
Profili di Rischio Studi medici dentistici
FASE LAVORATIVA: PREPARAZIONE SALA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si effettua tra un paziente e l’altro e consiste nello smontaggio/montaggio degli strumenti rotanti sul riunito, nel posizionamento degli strumenti di lavoro e dei prodotti di utilizzo non chirurgico per la prestazione che dovrà essere effettuata, nonché dei D.P.I. necessari.
Il riunito e le suppellettili sono disinfettati con prodotti contenenti glutaraldeide, in genere spray.
Gli strumenti (spingiamalgama, spatole per composito, frese ecc.) già utilizzati, sono sterilizzati a freddo in apposite bacinelle contenenti i disinfettanti. Tale attività è svolta in via esclusiva dall’assistente.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Nella fase in esame non vengono utilizzate attrezzature
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Possono derivare dallo smontaggio/montaggio degli strumenti rotanti. Si tratta di eventi rari che possono provocare danni molto limitati (abrasioni, punture e tagli).
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizioni a vapori o nebbie dei prodotti disinfettanti (glutaraldeide, clorexidina)
Esposizione al lattice di gomma per uso dei guanti protettivi
Agenti fisici
Rumore:
Inferiore a 80 dB(A) Lep d
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici: si tratta di un rischio potenziale, minimizzato dall’utilizzo di guanti di protezione
Gli operatori non sono quasi mai vaccinati contro l’Epatite B
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
In numerosi studi si nota il mancato rispetto del tempo di attesa tra un paziente e l’altro previsto nelle procedure di disinfezione / aerazione dei locali.
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
E’ risultata insufficiente, per la maggior parte degli assistenti, la formazione relativa all’utilizzo dei disinfettanti e alla necessità di aerare gli ambienti
Sono risultate insufficienti, per la maggior parte degli assistenti, le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap. 4 – IL DANNO ATTESO
Patologie respiratorie e cutanee di tipo allergico da glutaraldeide
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
[Elaborazione alternativa: “ODONTOIATRI ” 2) Ciclo tecnologico CURA DI UNA CARIE DI I^ e II^ GRADO]
FASE LAVORATIVA: CURA DI UNA CARIE DI I^ e II^ GRADO
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
La terapia inizia con la rimozione delle strutture dentali compromesse, dello smalto e della dentina rammollita con strumentazione rotante e/o manuale fino ad evidenziare dentina sana su cui procedere all’otturazione che può essere effettuata con materiali diversi, principalmente compositi o amalgama. Per le carie di I° e II° grado, quindi non interessanti la polpa, si procede alla cura mediante applicazione di un sottofondo (generalmente idrossidi di calcio) e successiva otturazione con il materiale suddetto.
Cap.2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Macchine radiogene
Vibratore per amalgama
Strumenti rotanti
Strumenti manuali (escavatori,tagliasmalto,modellatori,otturatori)
Siringa da anestesia
Lampada UV
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di cura delle carie di I° e II° grado si possono ipotizzare rischi derivanti dall’utilizzo degli strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli. Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a vapori di metilmetacrilato.
Esposizione al lattice di gomma per uso dei guanti protettivi
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non sono quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni U.V. per le lampade di polimerizzazione, limitata dalla presenza di schermi.
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è ipotetico, in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Lep d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore all’utilizzo di posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Patologie respiratorie di tipo allergico da metilmetacrilato .
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Lampade ottiche in sostituzione delle lampade UV per la polimerizzazione
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
FASE LAVORATIVA: CURA DI UNA CARIE DI III° O IV° GRADO
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si effettua quando c’è un interessamento della polpa superficiale (III° grado) o profonda (IV° grado).
Nel caso di carie di III° grado, dopo aver asportato il materiale infetto si può procedere all’otturazione. Nel caso di carie di IV° grado si deve accertare tramite radiografia la conformazione anatomica del dente ed anche eventuali lesioni periapicali (presenza di granulomi, cisti od altro). Altre radiografie andranno effettuate durante la terapia per verificare l’entità del lavoro, un’altra al termine per verificare la completa chiusura dei canali radicolari. Si procede poi alla devitalizzazione dell’elemento dentario con asportazione della polpa sia camerale che radicolare con apposita strumentazione manuale o rotante e sua sostituzione con adeguati cementi non riassorbibili e possibilmente radiopachi cui va aggiunta l’otturazione della corona dentale ed in fase successiva anche un’eventuale corona protesica per evitare la rottura del dente reso fragile dal trattamento.
A tale descrizione è associabile anche il cambio di otturazione, tecnica che prevede la rimozione delle occlusioni preesistenti e la nuova chiusura
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Macchine radiogene
Vibratore per amalgama
Bisturi
Strumenti canalari (tiranervi, Reamers, Rispi)
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Stufa a secco
Siringa da anestesia
Lampada UV
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di cura delle carie di III° e IV° grado si possono ipotizzare rischi derivanti dall’utilizzo degli strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli. Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizioni a vapori di mercurio e metilmetacrilato, soprattutto nel caso di cambio otturazione.
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non sono quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni UV per le lampade di polimerizzazione, limitata dalla presenza di schermi.
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Lep d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Patologie respiratorie di tipo allergico da metilmetacrilato e mercurio
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Lampade ottiche in sostituzione delle lampade UV per la polimerizzazione
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
FASE LAVORATIVA: PREPARAZIONE ED INSTALLAZIONE DI PROTESI FISSA E COMBINATA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si comincia prendendo la prima impronta di studio con alginato (idrocolloide non reversibile). In una seduta successiva s’inizia la preparazione dei monconi che si è deciso di utilizzare e l’inserzione di corone o ponti provvisori preconfezionati o costruiti ad hoc. Quelli preconfezionati vengono adattati direttamente sul moncone dall’odontoiatra; la tecnica di costruzione dei provvisori comporta la preparazione degli stessi con resina bicomponente utilizzando la prima impronta come matrice.
Successivamente viene presa un’impronta di precisione con siliconi polivinilsiloxani o idrocolloidi reversibili su cui si costruiscono i manufatti protesici definitivi.
Nelle sedute successive si effettuano prove dei manufatti protesici ad un grado successivo di risoluzione fino al montaggio definitivo del manufatto con cementi prima provvisori e poi definitivi
I cementi provvisori sono in genere a base di ossido di zinco con o senza eugenolo. Quelli definitivi sono a base di ossido di zinco oppure policarbossilati o monomeri di vetro e recentemente anche cementi compositi e protesi combinate
In corso d’opera viene rilevata e controllata l’articolazione mediante cere e basette articolari con l’ausilio di articolatori a valori medi o individuali.
Per le protesi combinate la procedura è da assimilare a quella fissa sopradescritta
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Portaimpronte
Vasca Termostatica
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di preparazione ed installazione di protesi fisse e combinate si possono ipotizzare rischi derivanti dall’utilizzo degli strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli. Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi
Agenti fisici
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Lep d
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione
FASE LAVORATIVA: INSTALLAZIONE DI PROTESI MOBILE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si procede con la realizzazione di un’impronta di studio in alginato che viene utilizzata nella seconda seduta per una maggiore precisione del lavoro. Si fanno confezionare in laboratorio le strutture metalliche (se richieste) oppure delle basette per rilevare le articolazioni; segue un’ulteriore seduta con denti montati sugli scheletrati o sulle basette in resina per la prova sia estetica che fonetica con ribasamento della struttura in prova. In un’ulteriore seduta viene consegnata la protesi finita.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Portaimpronte
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Vasche da portaimpronta
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di installazione di protesi mobile si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli.
Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati si fa uso di dispositivi individuali di protezione
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Patologie da fissità posturale del rachide
FASE LAVORATIVA: CHIRURGIA ESTRATTIVA E GENGIVALE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Le terapie chirurgiche eseguibili ambulatorialmente in anestesia sia locale (direttamente da parte del medico ) sia totale (con presenza di un anestesista ed attrezzature adeguate) sono sia di carattere estrattivo per denti compromessi, sia per denti inclusi parzialmente o totalmente.
La chirurgia orale ambulatoriale comprende, oltre a ciò, anche incisioni di ascessi, rimozione di corpi estranei, di neoformazioni di limitata entità e tutta la chirurgia paradontale dagli innesti ai lembi.
Tali prestazioni vengono svolte solo in alcuni studi e gli stessi risultano composti da almeno 3 sale in ogni caso una sala è prevalentemente dedicata alla chirurgia, anche la dotazione organica e di maggiori dimensioni.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Bisturi
Strumenti per estrazioni
Strumenti per sutura
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Teli per isolamento campo
Siringa da anestesia
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di chirurgia estrattiva e gengivale si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali, in particolare bisturi, con possibilità di punture e tagli.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni da punture d’ago e da taglienti
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Malattie infettive a trasmissione aerea
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
Procedure di preparazione e dismissione del campo operatorio.
In tutti i casi vengono usati teli a perdere che vanno a coprire tutte le suppellettili presenti.
In un caso si è osservato che il medico in caso di uscita dallo studio prima del termine dell’operazione copre i guanti in uso con altri che poi getta al rientro.
In uno studio visitato, inoltre è stato predisposto un generatore di continuità con motore a scoppio per sopperire alla mancanza di energia elettrica che si dovesse verificare nel corso di un intervento.
FASE LAVORATIVA: SBIANCAMENTO DELLA DENTINA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Negli ultimi anni sono apparsi sul mercato diversi metodi di sbiancamento dentale efficace anche sulla dentina che utilizzano o acqua ossigenata o perborato ad altre concentrazioni, generalmente in forma di gel. che vengono applicati sui denti direttamente od inserendoli dentro dei cucchiai individuali .
Tutti prevedono delle sedute (2 o 3) presso lo studio e un richiamo casalingo per un periodo di 8-10 giorni usando lo stesso gel come dentifricio oppure mantenendo dei cucchiai individuali in bocca, durante la notte, riempiti di gel a concentrazione più bassa.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Strumenti per sbiancamento dentina
Cucchiai individuali
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di sbiancamento della dentina si possono evidenziare rischi di contatto con acido ortofosforico.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione al contatto con acido ortofosforico
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti fisici
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Lesioni cutane derivanti dall’utilizzo di acido ortofosforico
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservati
FASE LAVORATIVA: IMPLANTOLOGIA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
In anestesia locale s’impiantano dei perni in titanio talvolta ricoperti da idrossiapatite. Questi perni, una volta solidarizzati con la struttura ossea con cui sono stati impiantati fungeranno da pilastri su cui si potranno costruire gli elementi delle protesi fisse.
Da qui la lavorazione prosegue similmente a quella effettuata per la protesi fissa.
La completa asepsi è fondamentale per la buona riuscita dell’impianto stesso.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Bisturi con lame ad hoc
Micromotore per implantologia
Autoclave
Strumenti per sutura
Strumenti manuali
Stufa a secco
Teli per isolamento campo
Siringa da anestesia
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di implantologia si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali, in particolare bisturi, con possibilità di punture e tagli.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico, in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni da punture d’ago e da taglienti
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Malattie infettive a trasmissione aerea
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
Procedure di preparazione e dismissione del campo operatorio.
In tutti i casi vengono usati teli a perdere che vanno a coprire tutte le suppellettili presenti.
FASE LAVORATIVA: ORTODONZIA
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si divide in ortodonzia fissa e ortodonzia mobile.
Per quella mobile, dopo aver studiato il caso anche con analisi cefalometrica, si rilevano le impronte e direttamente o tramite laboratorio si confezionano le apparecchiature che il paziente dovrà portare con controlli periodici in cui si apportano le necessarie modifiche.
L’ortodonzia fissa comporta il montaggio in bocca al paziente di bande e Brakets direttamente o dopo averle provate sui modelli , di attrezzature cementate od incollate sugli elementi dentali e collegate fra di loro da fili, molle, elastici e quanto altro serva al movimento ed al corretto posizionamento degli elementi dentali .
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Strumenti per ortodonzia fissa
Strumenti per ortodonzia mobile
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Stufa a secco
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di ortodonzia sia fissa che mobile si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali con possibilità di abrasioni, punture e tagli.
Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Malattie infettive a trasmissione aerea
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
FASE LAVORATIVA: ESTRAZIONE DENTARIE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Qualora l’elemento dentario sia effettivamente compromesso bisogna procedere alla sua estrazione od a quella della sua radice se la corona è assente.
Nelle estrazioni semplici (con parte del dente visibile) si procede con anestesia locale e successivamente con leve o per l’estrazione diretta o per distacco del dente dal proprio alveolo ed eventualmente con delle pinze, leve e pinze diverse a seconda del dente da estrarre.
Successivamente l’alveolo va curettato con degli appositi cucchiai e riempito con spugne di filmina ed anche con osso artificiale e rinchiuso con dei punti di sutura qualora sia così ampio da non permettere una guarigione spontanea.
Nel caso di denti o radici inclusi l’estrazione va preceduta dall’apertura di un lembo che al termine dell’estrazione dovrà essere suturato.
Talvolta la posizione dei denti o delle radici è tale che deve essere rimossa con strumenti rotanti una parte di osso o di dente per permettere l’estrazione stessa
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Strumenti per estrazione
Bisturi
Strumenti per sutura
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Stufa a secco
Siringa da anestesia
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di estrazione dentaria si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli.
Si tratta comunque di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni UV per le lampade di polimerizzazione, limitata dalla presenza di schermi.
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati l’odontoiatra è correttamente informato sul rischio biologico e sulle posture.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Malattie infettive a trasmissione aerea
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
FASE LAVORATIVA: ABLAZIONE SUPERFICIALE E PROFONDA DEL TARTARO
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si effettua per rimuovere concrezioni di tartaro che si formano sui denti ed in particolare negli spazi interdentali nella maggioranza della popolazione e quindi può essere considerato un lavoro di routine.
Per eseguirlo si usano sia strumenti manuali (scalers) che strumenti ad ultrasuoni che sfruttando la differenza di risonanza tra tartaro e dente permettono di staccarlo senza alterare le strutture dentali stesse.
L’ablazione del tartaro sub-gengivale e più aderente alle strutture profonde si esegue, anche dopo un’eventuale anestesia locale, con strumenti manuali (curettes) che permettono di levigare la radice del dente fin nella profondità dell’eventuale tasca gengivale rimuovendo, in questo modo, non solo il tartaro, ma anche tutte quelle concrezioni batteriche e non, e il tessuto granulare presente nelle tasche stesse lasciando una superficie sia dentale che gengivale sana che renda possibile un nuovo attacco gengivale sulla radice del dente.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Riunito
Autoclave
Strumenti rotanti
Strumenti manuali
Ablatore ad ultrasuoni
Aspiratore chirurgico
Aspiratore a bassa velocità
Compressore
Frese chirurgiche
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Nelle operazioni di ablazione superficiale e profonda del tartaro si possono evidenziare rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti rotanti e manuali con abrasioni, punture e tagli.
Si tratta, comunque, di eventi rari.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizioni a vapori di mercurio e metilmetacrilato, soprattutto nel caso di cambio otturazione.
Esposizione a lattice di gomma per uso di guanti protettivi.
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici per nebulizzazione o schizzi di materiale ematico.
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B.
Agenti fisici
Esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall’utilizzo di macchine radiogene. Tale rischio è teorico in relazione al controllo delle macchine e all’allontanamento dell’operatore al momento dello scatto.
Rumore:
inferiore a 80 db(A) Leq d
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Dall’osservazione risulta presente un sovraccarico posturale della colonna vertebrale in toto, anche nei casi di miglioramento della situazione ambientale derivato dalle attrezzature di nuova concezione ergonomica (riuniti e sedie) e dalla formazione dell’operatore a posizioni di lavoro corrette (posizionamento alle spalle del paziente, utilizzo della sedia).
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
In tutti gli studi visitati si fa uso di dispositivi individuali di protezione
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Malattie infettive a trasmissione ematica (HIV, HBV, HCV)
Malattie infettive a trasmissione aerea
Patologie da fissità posturale del rachide
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Uso di guanti, maschere e visiere di protezione.
FASE LAVORATIVA: PULIZIA E DISINFEZIONE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Si effettua alla fine della giornata lavorativa e comprende la pulizia completa della sala, di tutte le suppellettili e superfici nonché del pavimento.
Le zone di lavoro (riunito) e zone limitrofe (gruppo idrico) sono pulite tramite applicazioni di soluzioni disinfettanti spray (a base di glutaraldeide o clorexidina) e, dopo un tempo di stazionamento, asciugate tramite materiale a perdere.
Il pavimento è pulito con normali saponi.
Gli strumenti metallici sono sterilizzati tramite autoclave inserendo gli stessi in apposite bustine semipermeabili sigillate con adesivi comprensivi di marcatori cromatici o termosigillatura con applicazione di banda rivelatrice cromatica che, cambiando di colore, indicano la perfetta sterilizzazione. In alcuni studi una volta al mese si eseguono dei controlli biologici.
Tale attività è svolta in via esclusiva dall’assistente.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Autoclave
Materiali di pulizia
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Non sono segnalati
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Esposizioni a vapori o nebbie dei prodotti disinfettanti glutaraldeide e clorexidina
Esposizione al lattice di gomma per uso dei guanti protettivi
Agenti fisici
Rumore:
Inferiore a 80 dB(A) Leq d
Agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici: si tratta di un rischio ipotetico, minimizzato anche dall’utilizzo di guanti di protezione
Gli operatori non risultano quasi mai vaccinati contro l’Epatite B
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Non segnalati
M.M.C.
Non osservata
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
E’ risultata insufficiente, per la maggior parte degli assistenti, la formazione relativa all’utilizzo dei disinfettanti e alla necessità di aerare gli ambienti
Sono risultate insufficienti, per la maggior parte degli assistenti, le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Patologie respiratorie di tipo allergico da glutaraldeide
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservati
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Disclaimer
Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.
ATTENZIONE: ESSENDO LA VECCHIA BANCA DATI ISPESL ASSORBITA DA INAIL MOLTI RIFERIMENTI NORMATIVI SONO ANACRONISTICI.
PERTANTO IL PRESENTE PROFILO DI RISCHIO E’ DA LEGGERSI PER AVERE INDICAZIONE DESCRITTIVA SUI RISCHI PRESENTI NEL COMPARTO MA VERIFICARE SEMPRE SE VALORI LIMITE E ALTRO SIA STATO SUPERATO DA DISPOSIZIONI NORMATIVE SUCCESSIVE.
RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.
Fonte:Profili di rischio Inail
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