Profili di Rischio di Comparto Laboratorio Analisi
Profili di Rischio di Comparto laboratori di Analisi
Scheda 1
FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE RICHIESTE E CAMPIONI
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
La fase di accettazione della richiesta di prestazione e di eventuali campioni biologici preparati dall’utente in appositi contenitori (feci, urine, liquido seminale) avviene in genere dietro un apposito sportello da parte di personale tecnico ed amministrativo. La richiesta viene registrata su computer ed inviata, in genere tramite stampa, al personale che si occuperà, qualora questo sia necessario in base alla richiesta, del prelievo di sangue o di altro materiale biologico.
ADDETTI
2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari)
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
computer
Carrelli, portaprovette
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso, in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Agenti biologici
Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici
a trasmissione ematica o parenterale inapparente.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale
Carico di lavoro variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.
Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di protezione (guanti in lattice)
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale nella gran parte dei casi è vaccinato contro l’epatite B.
Scheda 2
FASE LAVORATIVA: PRELIEVO
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
I laboratori osservati presentano generalmente sale prelievo attrezzate al prelievo di sangue e di materiali biologici (tamponi faringei, oculari, auricolari e vaginali, questi ultimi eseguiti in apposite sale ginecologiche).
Per il prelievo di sangue venoso viene più frequentemente impiegato il sistema vacutainer, con aghi collegati a provette in cui è stato praticato il vuoto. Le provette sono predisposte in base alle analisi richieste e possono contenere anticoagulanti (solidi o liquidi) in caso di necessità di plasma. E’ stato osservato l’uso di siringhe in plastica in una minoranza di casi, per una ipotizzata miglior tolleranza da parte del paziente. Questo sistema richiede il travaso del sangue dalla siringa alle provette predisposte per ogni paziente da parte del prelevatore.
All’atto del prelievo ogni singola provetta viene contrassegnata con una banda magnetica o una targhetta su cui viene scritto il cognome ed il nome della persona, il numero progressivo, la data di accettazione ed eventualmente gli esami da eseguire.
ADDETTI
Da 2 – 3 addetti (medici, infermieri) a 10 – 15 (centri prelievo ospedalieri)
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
Poltrona reclinabile o lettino
Dispositivi monouso per il prelievo
Contenitori autoclavabili per rifiuti
Carrello porta campioni
Disinfettanti, cotone, cerotti
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Quando si utilizzano le tradizionali siringhe di plastica (in una minoranza dei casi) sono ancora possibili punture accidentali da ago utilizzato per il prelievo. I dati infortunistici del 2001 non evidenziano comunque nei laboratori osservati eventi a rischio in questa fase.
Contaminazione cutanea e/o mucosa. Se non venissero utilizzati DPI sarebbe possibile la contaminazione cutanea nelle fasi di travaso in provetta da siringa. Non si è osservato il reincappucciamento degli aghi e l’uso dei DPI è abbastanza sistematico.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Agenti biologici
Microrganismi presenti nei materiali biologici: possibile contagio per puntura accidentale e contaminazione cutanea o mucosa nelle fasi di prelievo ematico, e nel prelievo di altri materiali biologici tramite tampone; possibile contagio per via aerea (goccioline) in fase di tampone faringeo. In alcuni casi è stato osservato il mancato uso di mezzi barriera ( guanti, mascherine) nella fase di prelievo ematico e in corso di tampone faringeo.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Carico variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico.
Posture disagevoli durante il prelievo.
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Possibili infezioni da esposizione a microrganismi a trasmissione varia ( ematica, aerea, cutanea).
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Utilizzo di presidi sicuri per il prelievo (es. aghi con dispositivo di blocco post-prelievo per i vacutainer), presenti ancora in una minoranza di laboratori.
Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, l’uso di guanti, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale è vaccinato contro l’epatite B.
Scheda 3
FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE CAMPIONI
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
La fase di accettazione dei campioni avviene in genere da parte di personale tecnico; il tecnico procede alla registrazione dei campioni ed allo smistamento ai diversi reparti per l’analisi.
Nei laboratori ospedalieri di norma pervengono dai reparti di degenza i campioni ematici, di liquor e di altri liquidi e materiali biologici raccolti mediante puntura o aspirazione, su appositi carrelli ed in contenitori adatti al trasporto che garantiscono dal versamento accidentale.
ADDETTI
2 – 3 addetti (tecnici)
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
computer
Carrelli, portaprovette
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso , in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Agenti biologici
Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici
a trasmissione ematica o parenterale inapparente.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.
Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di protezione
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale nella gran parte dei casi è vaccinato contro l’epatite B.
Scheda 4
FASE LAVORATIVA: ANALISI DEI CAMPIONI ( Chimiche, microbiologiche)
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Sottofase 1: preparazione dei campioni
I campioni provenienti dall’accettazione vengono preparati per le analisi da eseguire dal Tecnico di Laboratorio che provvede alla centrifugazione dei campioni di sangue, se necessaria. In alcuni laboratori ospedalieri la centrifugazione avviene, sempre effettuata dal Tecnico, nel reparto accettazione. Provvede inoltre al travaso dei campioni di urine dei pazienti esterni da contenitore a provetta.
Sottofase 2: analisi del campione
Tutte le procedure analitiche sono attualmente automatizzate e richiedono microdosi di siero/plasma e di reagente. Le apparecchiature, in modo analogo per le indagini sierologiche, ematologiche, di emocoagulazione ed immunologiche, vengono predisposte all’analisi con il caricamento dei reagenti, confezionati in appositi kit, e degli standard utilizzati per il controllo di qualità. Viene quindi caricata la provetta con il campione da esaminare. Per alcune analisi (HPLC, gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni) vengono utilizzati piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose.
Sottofase 3: indagini batteriologiche
Per le indagini batteriologiche viene eseguita la semina del campione su piastra con ansa monouso, l’inoculazione in terreni di coltura specifici per la rilevazione delle attività dei batteri e l’antibiogramma ed il passaggio su vetrino per gli esami a fresco e dopo colorazione; tutte le operazioni avvengono con l’utilizzo di cappe a flusso laminare, generalmente cappe biologiche di I o II classe.
Sottofase 4: sanificazione
Il Tecnico ha il compito di intervenire in caso di versamenti accidentali di materiale infetto o schizzi tramite l’uso di disinfettante (amuchina) per la bonifica delle superfici e dell’ambiente.
Al termine della seduta effettua il lavaggio automatico della macchina con gli appositi liquidi e la pulizia delle superfici di lavoro.
ADDETTI
Da 4-6 (Tecnici, Laureati in medicina, chimica o biologia) a 40-45
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
In caso di rottura nelle centrifughe delle provette spandimento di materiale biologico (rischio di contaminazione accidentale da scorretta pulizia).
Contaminazione da schizzi di materiale biologico da stappaggio delle provette, caduta accidentale di contenitori.
Tagli da rottura di provette (presso un laboratorio di maggiori dimensioni è stata calcolata la rottura accidentale di circa 20 provette / 180.000 / anno per anomalie alla produzione.
Nei laboratori osservati sono stati segnalati due casi di contaminazione cutanea da spandimento accidentale di materiale biologico, un caso di schizzo al volto da caduta di provetta ed un caso di abrasione da rottura di provetta, nel corso dell’anno precedente la rilevazione. La popolazione lavorativa osservata corrisponde a circa la metà di quella totale considerata. Non tutti i laboratori utilizzano un sistema di registrazione degli eventi accidentali oltre gli infortuni.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Sostanze disinfettanti
Sostanze allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Vengono utilizzati per alcune analisi (HPLC, Gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni) piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose : alcol metilico, alcol etilico, acido acetico, acetonitrile, acido cloridrico concentrato. Le sostanze sono utilizzate sotto cappa. I pericoli sono rappresentati dalla caduta accidentale nel trasporto dall’armadio al piano di lavoro ( contenitori di un litro) o dall’eventuale carenza nell’utilizzo di DPI
Agenti biologici
Contaminazione accidentale da microrganismi patogeni e da materiale biologico potenzialmente infetto
Agenti fisici
Esposizione ad ambienti freddi (camera fredda)
Raggi UV qualora non vengano utilizzati sistemi automatici di spegnimento o spente manualmente le lampade delle cappe.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Lavoro in turni nelle strutture ospedaliere
INFORMAZIONE – FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Lesioni cutanee punture derivanti dagli strumenti manuali e rotanti ( probabilità molto bassa)
Ustioni derivanti dall’utilizzo becchi bunsen ( probabilità molto bassa)
Infezioni a trasmissione ematica ed aerea ( probabilità molto bassa)
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sostituzione della vetreria con materiale monouso il plastica.
Utilizzo di pipette automatiche
Utilizzo di anse monouso per batteriologia
Utilizzo di centrifughe autobloccanti a tenuta
Presenza di doppio sacco autoclavabile per i rifiuti
DPI presenti ed utilizzati
Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Scheda 5
FASE LAVORATIVA: SMALTIMENTO RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
Con l’avvento dei materiali monouso l’attività di lavaggio vetreria si è drasticamente ridotta. Vengono invece lavati i materiali in plastica come le scarabattole.
I rifiuti, racchiusi in doppio sacco di materiale termoresistente. vengono trattati con ipoclorito o sterilizzati in autoclave. Vengono quindi inseriti in appositi contenitori rigidi (sharper) e stoccati in appositi armadi. In alcune situazioni ospedaliere i materiali vengono avviati all’inceneritore e non si effettua la fase di sterilizzazione..
Tale attività viene svolta in genere da personale tecnico ed ausiliario. Lo stesso ha il compito di pulire le stanze e le superfici dei banchi di lavoro, di solito con amuchina o ipoclorito.
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura Con dichiarazione CE in % Vetustà
Media (anni)
Autoclave 50 5
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Rottura della vetreria durante il lavaggio con presenza di taglienti
Rottura accidentale di contenitori con fuoriuscita di materiale potenzialmente infetto.
Getti di vapore provenienti da valvola di sicurezza dell’autoclave, quando non convogliati in appositi filtri e contenitori.
Materiali caldi in uscita dall’autoclave.
IGIENICO AMBIENTALI
Agenti chimici
Contatto con prodotti disinfettanti
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti
Agenti biologici
Contaminazione da materiali potenzialmente infetti per rottura dei sacchi e sacchetti (resa poco probabile dalla presenza di doppio sacco)
Contaminazione da superfici sporche (in caso di carente uso dei DPI)
Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Non osservati
INFORMAZIONE – FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti ed allergiche da contatto con lattice di gomma
Lesioni da taglio e puntura (bassa probabilità)
Ustioni da contatto e da getti di vapore (bassa probabilità)
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
In numerosi laboratori è presente una lavatrice automatica per la vetreria
I rifiuti da trattare vengono generalmente chiusi in doppio sacco di materiale autoclavabile
Scheda 6
FASE LAVORATIVA: REFERTAZIONE
Cap 1 - DESCRIZIONE FASE
La fase di refertazione avviene, in genere effettuata dallo stesso personale tecnico ed amministrativo che ha accettato la richiesta di analisi, tramite l’immissione dei dati provenienti dalla fase analitica nel computer, la stampa e la validazione e firma del referto da parte del Direttore del Laboratorio o suo delegato. Segue la consegna del referto al paziente.
Per il tempo impiegato nella fase generalmente i lavoratori non sono considerati addetti al videoterminale.
ADDETTI
Da 2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari, laureato) a 15 - 20
Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura
computer
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
INFORTUNISTICI
Non riscontrati nella fase
IGIENICO AMBIENTALI
Non riscontrati nella fase
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale: carico di lavoro variabile
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono generalmente fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare il lavoro al videoterminale.
Cap 4 – IL DANNO ATTESO
In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. I tempi di lavoro e le modalità sono variabili e non sono di solito individuati lavoratori addetti ai VDT
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservati
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Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.
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Fonte:Profili di rischio Inail