Profili di Rischio di Comparto Imprese di pulizia

Profili di Rischio di Comparto Imprese di Pulizia

PROFILI DI RISCHIO

FASE 1 SPOLVERATURA AD UMIDO DI ARREDI E RITIRO RIFIUTI





Questa fase consiste nello svuotare e pulire posacenere e cestini per la carta (quando necessario sostituire il sacco a perdere). Vengono eliminate impronte e macchie ad altezza uomo da porte, pareti, arredi, P.C. , telefoni, infissi, interruttori, ecc. usando il panno ed il prodotto idoneo .La spolveratura ad umido é quindi da preferirsi a quella praticata a secco che viene invece effetuata con panno asciutto o con piumino, provocando la dispersione di polvere su tuta la zona interessata.
La spolveratura ad umido è una operazione fondamentale che consente un elevato abbattimento della polvere e della carica microorganica aerea .
Questo fase realizza un ambiente pulito, privo di tracce di polvere e di sporco, pronto per essere sottoposto alla spazzatura, lavatura ed eventuale ceratura dei pavimenti.



CAPITOLO 1 – LA FASE DI LAVORAZIONE

Questa prima fase consiste nell’asportazione dello strato di polvere accumulato durante la giornata sulle superfici degli arredi, nello svuotamento dei cestini portacarte e dei portacenere. L’operazione è svolta mediante l’uso di un panno inumidito con sostanze detergenti specifiche a seconda della tipologia di arredo; in questo modo si evita il disperdersi di corpuscoli nocivi, provocato dal sollevamento di polvere conseguente all’operazione di asportazione.

CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI
L’operazione di asportazione della polvere può essere svolta mediante l’ausilio di panni da spolvero e flacone vaporizzatore del detergente a base alcolica per superfici in laminato plastico, metallo e vetro. Per la pulitura di superfici in legno, viene impiegato apposito detergente con panno raccoglitore. In questa fase l’attrezzatura in uso è un carrello dotato di sacco per la raccolta dei rifiuti, piano d’appoggio o vaschette per contenere i flaconi di detergenti e disinfettanti.

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività di spolvero. Uno dei rischi più rilevanti è quello derivante da urti contro arredi vari e piani di lavoro. E’ da considerare inoltre il rischio dovuto a caduta provocata dall’intralcio di cavi elettrici e dalla mancata uniformità della pavimentazione.
Il rischio derivante dalla movimentazione di carichi, dal contatto con la polvere, materiali taglienti (vetro), sporchi (rischio biologico) o pungenti (siringhe, chiodi), da quello elettrico e dall’uso di sostanze chimiche.
Infatti tra i detergenti che vengono comunemente impiegati, alcuni possono essere irritanti per naso, gola, vie respiratorie, pelle, occhi (simbolo Xi ) altri possono essere facilmente infiammabili (simbolo F ), o estremamente infiammabili (simbolo F+ ), come ad esempio quelli che vengono impiegati per la pulizia e la protezione dei mobili o per la pulizia e lucidatura delle superfici lavabili, altri detergenti ancora possono risultare nocivi per l’organismo (simbolo Xn ).

CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni dovute alla caduta in piano o all’urto contro ... (contusioni, distorsioni, fratture);
Strappi muscolari, lesioni traumatiche agli arti e alla colonna;
Punture e tagli;
Dermatiti irritative da contatto;
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi.
Fibrillazione da corrente da corrente, ustioni, danni per l’organismo

CAPITOLO 5- GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori: informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi.;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Dispositivi di protezione individuale (guanti di gomma, occhiali di sicurezza, mascherina,ecc.).

FASE 2 PULIZIA MEDIANTE SPAZZATURA DEI PAVIMENTI



Questa fase consiste in una serie di operazioni che consentono un elevato abbattimento della polvere e della carica microorganica aerea, e realizza un ambiente pronto per la successiva fase di lavatura .

CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE

Questa fase consiste nella raccolta dalla superficie del pavimento dei materiali di rifiuto. La scopatura può avvenire a secco per la raccolta di materiale grossolano e ad umido per l’asportazione della polvere, mentre per l’asportazione del materiale minuto si può’ impiegare talvolta l’aspirapolvere.
La scopatura ad umido è una operazione che consente un elevato abbattimento della polvere e della carica microorganica aerea . Per la migliore raccolta di polvere e per evitarne il sollevamento nell'aria ambiente è consigliabile l'uso di garze . La scopatura va effettuata partendo dai bordi del locale o corridoio per poi coprire lo spazio centrale . Le garze di cotone vanno raccolte per essere lavate e quindi riutilizzate .

CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI
In questa fase sono utilizzate generalmente le seguenti attrezzature:

scopa a frange o lamellare
paletta per la raccolta dei materiali grossolani
scopettone
garze di cotone
spray cattura polvere
In questa fase l’attrezzatura in uso è un carrello dotato di sacco per la raccolta dei rifiuti, piano d’appoggio o vaschette per contenere i flaconi di detergenti e disinfettanti.
CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività di pulizia. Uno dei rischi più rilevanti è quello derivante da urti contro arredi vari e piani di lavoro. E da considerare inoltre il rischio dovuto al contatto con la polvere, alle cadute provocate da intralcio di cavi elettrici e dalla mancata uniformità della pavimentazione; il rischio derivante dalla movimentazione di carichi, dal contatto con materiali taglienti (vetro) o pungenti (siringhe, chiodi), da quello elettrico e dall’uso di sostanze chimiche.
Talvolta possono essere impiegati spray cattura polvere facilmente infiammabili (simbolo F ) e nocivi (simbolo Xn ).

CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni dovute alla caduta in piano o all’urto contro ... (contusioni, distorsioni, fratture);
Strappi muscolari, lesioni traumatiche agli arti e alla colonna;
Punture e tagli;
Dermatiti da contatto.;
Fibrillazione da corrente da corrente, ustioni, danni per l’organismo

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori: informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Manutenzione periodica delle apparecchiature elettriche, comprese le prolunghe elettriche;
Dispositivi di protezione individuale (guanti da lavoro);
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore del detergente disinfettante
Divieto di travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altro uso.


FASE 2 bis - PULIZIA MEDIANTE SPAZZATURA MECCANICA DEI PAVIMENTI

Nella pulizia periodica, le aree vanno spazzate con spazzatrici aspiranti che consentono una rapida ed ottimale asportazione di polvere e residui solidi. I filtri della spazzatrice vanno sostituiti con la frequenza indicata dal fabbricante.
In questi casi 'intervento manuale deve essere effettuato solo nel caso di effettiva impossibilità di utilizzare una motospazzatrice aspirante per motivi di ingombro , tenendo presente che la più piccola spazzatrice aspirante ha una larghezza di lavoro di circa 50 cm.


Macchina : Aspirapolvere ( con o senza microfiltro ) o battitappeto con o senza elettrospazzola, aspiratore dorsale per le scale, spazzatrici manuale o meccaniche per grandi aree interne/esterne Aspirazione Pavimenti : Si usa un aspirapolvere con o senza microfiltro secondo la necessità . Nella pulizia giornaliera mirata a raccogliere cartaccia e sporco grossolano è possibile utilizzare scope tradizionali e palette raccoglisporco

CAPITOLO 1- LA FASE DI LAVORAZIONE
Questa fase consistente nella asportazione meccanica dei materiali di rifiuto, dalla superficie della pavimentazione, viene effettuata solo sulle grandi aree mediante una spazzatrice meccanica che può essere con motore a combustione interna od elettrico.

La scelta del tipo di macchina e di motore viene effettuata sulla base delle superfici da pulire ma anche in considerazione che le zone interessate si trovino all’aperto come ad esempio cortili, strade, piazzali ecc. o al chiuso come corridoi, magazzini, stazioni ferroviarie ecc.

CAPITOLO 2 - ATTREZZATURE, MACCHINE, IMPIANTI
Motospazzatrice: questo tipo di macchine si presentano in diversi modelli; con operatore a bordo per ambienti medio-grandi oppure con operatore a terra che guida la macchina poggiando le mani sul manubrio per ambienti più ridotti. La trazione può essere con motore elettrico o a scoppio. Il numero delle spazzole può variare a seconda delle dimensioni della macchina.

CAPITOLO 3 - IL FATTORE DI RISCHIO
Rischi connessi con gli organi in movimento;
Rischio rumore;
Rischio di caduta dal mezzo;
Rischio di ribaltamento del mezzo;
Rischio di elettrocuzione per macchine alimentate da corrente elettrica;
Disturbi dell’apparato muscolo scheletrico.



CAPITOLO 4 IL DANNO ATTESO

Lesioni agli arti superiori ed inferiori
contusioni, distorsioni, fratture;
Ipoacusia;
Ustioni;
Fibrillazione da corrente da corrente.


CAPITOLO 5 - GLI INTERVENTI

Formazione ed informazione degli operatori;
Conoscenza del libretto d’uso e manutenzione della macchina spazzatrice;
La macchina marcata CE;
Dispositivi di protezione individuale;
Manutenzione regolare e revisione come previsto dal costruttore;
Eseguire il rifornimento di carburante con la massima cautela (lontano da fonti di calore, non fumare);
Nel caso di spazzatrici a batterie, la ricarica deve avvenire in un luogo all’aperto.



FASE 3 - LAVAGGIO MANUALE DEI PAVIMENTI

Il lavaggio manuale viene effettuato con carrello con mop o frange e due secchi . Un secchio di un certo colore contiene la soluzione pulita , l'altro secchio si utilizza per il recupero della soluzione sporca.
Si stende la soluzione su un area di 4-5 mq si lascia agire per qualche minuto quindi si strizza il mop nella soluzione di recupero e si va a recuperare nel secchio lo sporco disciolto . Si risciacqua il mop e lo si strizza . Quindi si reimmerge il mop nella soluzione pulita del secchio per riniziare il ciclo . Laddove si usa il disinfettante il tempo di contatto con il pavimento deve essere superiore a 5 minuti

CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE
Il lavaggio consiste nell’eliminazione dello sporco dai pavimenti, fatta eccezione per le superfici in tessuto, in legno o sospese che devono essere trattate con sistemi specifici.
Per effettuare il lavaggio occorre preliminarmente passare sul pavimento l'acqua alla quale é stata aggiunta la sostanza chimica detergente e successivamente risciacquare, facendo uso di sola acqua.

CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI

Sono utilizzate le seguenti attrezzature:

un carrello definito “duo mop” corredato di mop, vale a dire un bastone, alla cui estremità sono attaccate delle frange attorcigliate di cotone, utilizzato per stendere il liquido detergente per poi successivamente passare l’acqua del risciacquo;
Due secchi di colore diverso; Infine una pressa a pinza che serve per strizzare il mop ad ogni risciacquo.
Nel caso di ambienti di ridotte dimensioni, il carrello mop è generalmente munito di un solo secchio.
I prodotti chimici detergenti sono differenti a seconda della tipologia di lavaggio: neutro per il lavaggio ordinario, sgrassante quando si vuole eliminare lo sporco grasso , disinfettante nel caso l’obiettivo sia quello di disinfettare, disincrostante per le superfici da decalcificare.

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge il lavaggio manuale dei pavimenti.
Uno dei rischi più rilevanti è quello di scivolamento, di urto contro arredi vari e piani di lavoro.
Sono da considerare inoltre i rischi dovuti alla caduta provocata da intralcio di cavi elettrici, dalla mancata uniformità della pavimentazione, dalla movimentazione dei carichi, da quello elettrico, dovuto quest’ultimo alla possibilità di venire a contatto con parti in tensione.
Altro rischio è quello derivante dal contatto con sostanze chimiche. Infatti tra i detergenti alcuni possono essere irritanti (simbolo Xi ) o gravemente irritanti per naso, gola, vie respiratorie, pelle occhi. (simbolo Xn )
Tra i disincrostanti che sono da considerarsi corrosivi (simbolo C) c’è il rischio di danni per contatto con la pelle e con gli occhi.


CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni traumatiche (contusioni, distorsioni, fratture) e strappi muscolari agli arti e alla colonna;
Fibrillazione da corrente da corrente;
Ustioni;
Dermatiti da contatto con prodotti chimici;
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quali arrossamento degli occhi e lacrimazione;
Ustioni – effetti corrosivi e danni per l’organismo

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche;
Conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi;
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;
Dispositivi di protezione individuale (guanti da lavoro o monouso, calzature antisdrucciolo).


FASE 3 bis - LAVAGGIO PAVIMENTI CON MACCHINA LAVASCIUGA

Il lavaggio meccanico e l’uso della macchina lavasgiuga si raccomanda per il lavaggio corrente di grandi superfici (corridoi, ingressi , hall ,ecc. ) e di ambienti poco ingombri . Questo sia nel caso di pavimenti protetti che non protetti . Consente di non interrompere il traffico per pavimento bagnato
.
CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE
Nel caso di pavimentazioni molto estese il lavaggio viene effettuato mediante l’utilizzo di macchine lavasciuga. Prima di iniziare l’operazione, occorre controllare il corretto funzionamento del dispositivo interno di aspirazione della macchina.
Per quelle alimentate elettricamente, occorre verificare l’integrità del cavo elettrico o, nel caso di alimentazione a batterie, accertarne lo stato di carica.
Altre macchine molto più grosse possono essere dotate di motori a scoppio (benzina o diesel).

CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI


Le attrezzature utilizzate sono:
1. macchina lavasciuga a cavo, a batteria o a motore a scoppio. Le macchine con alimentazione a batteria sono le più impiegate. Le batterie vanno controllate periodicamente. La ricarica va effettuata in un luogo areato meglio se all’aperto. Possono essere guidate da uomo a terra o a bordo. Alcune possono essere accessoriate con un sistema pre spazzante, altre con un sistema spazzante posto dietro le spazzole di lavaggio.Questi tipo di macchine possono avere due

serbatoi, uno con la soluzione detergente, non schiumosa diluita con un certo quantitativo di acqua, l’altro predisposto per il recupero dell’acqua sporca. Altre macchine possono avere un solo serbatoio diviso da una membrana, altre ancora un solo serbatoio, sia per la soluzione detergente, sia per l’acqua sporca che, aspirata, ritorna attraverso dei filtri, nel serbatoio della soluzione detergente;
2. Detergente a basso potere schiumogeno, appropriato per la macchina lavasciuga.

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO


Il rischio è condizionato dall’ambiente in cui l’operatore svolge il lavaggio dei pavimenti
- Energia elettrica Contatto con una presa elettrica avendo mani bagnate e contatto con cavi elettrici danneggiati. Le macchine elettriche di prima classe devono essere inserite nelle prese che abbiano il collegamento a terra per non provocare possibili folgorazioni agli operatori
- Rumore Rischio di ipoacusia (diminuzione capacità uditiva) nel caso di esposizione prolungata per ore a un livello di rumore di 85 decibel, che possono ridursi attraverso DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)
- Non corretto utilizzo detergenti I prodotti chimici non utilizzati correttamente e cioè senza DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) possono generare pericolo in caso di inalazione, ingestione o contatto prolungato con la pelle.
Occorre usare grande accortezza nell’uso delle sostanze chimiche; infatti tra i detergenti
alcuni possono essere irritanti o gravemente irritanti (simbolo Xi ) per il naso, gola vie respiratorie, pelle, occhi.
- Scivolosità Rischio di cadute da parte del personale addetto alle pulizie nel caso non vengano utilizzate scarpe idonee
- Incuria Allontanarsi dalla macchina lasciando attaccato il filo della tensione alla rete
- Mancato Addestramento. L’uso delle macchine deve essere consentito solo a persone preventivamente addestrate all'utilizzo e alla piccola manutenzione.



CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni traumatiche (contusioni, distorsioni, fratture) e strappi muscolari agli arti e alla colonna;
Fibrillazione da corrente;
Dermatiti da contatto con prodotti chimici;
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quali arrossamento degli occhi e lacrimazione

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori:
informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Utilizzo di prodotti a basso rischio – Cura ed attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;

Divieto di travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi;
Dispositivi di protezione individuale (guanti da lavoro, calzature antiscivolo);
Manutenzione periodica della macchina;
Macchina marcata CE;
Verifica dell’integrità del cavo elettrico.
Conoscenza del libretto di uso e manutenzione della macchina.



CAPITOLO 8 – IL RISCHIO ESTERNO
Non esiste in questa fase nessun rischio di emissione all’esterno


FASE 4 - DECERATURA DEI PAVIMENTI



In questa fase il pavimento va preparato in maniera adeguata per la successiva operazione di ceratura, togliendo la patina di cera priva ormai delle caratteristiche di copertura e salvaguardia del pavimento

CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE
Questa fase, non sempre richiesta e necessaria, consiste nell’asportazione del trattamento di cera precedentemente applicato per la protezione dei pavimenti. Anche per questa operazione, è necessario procedere preliminarmente alla scopatura ad umido della superficie. La soluzione decerante è versata nella macchina monospazzola per la distribuzione meccanica e nel secchio mop per le aree che risultano non raggiungibili dalla macchina. Dopo aver fatto agire la soluzione sulla superficie per un tempo di circa 15 minuti, si procede alla lavorazione, usando la monospazzola munita di disco abrasivo per effettuare la vera e propria asportazione.


CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI

In questa fase di lavoro sono previsti l’utilizzo di;
monospazzola munita di serbatoio disco abrasivo;
Aspiraliquidi, scopa a frange;
Frattazzo;
raschietto;
carrello mop;
panni da pavimento;
detergente;
decerante.

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è dovuto all’ambiente lavorativo. Tra i più rilevanti sono quelli derivanti dall’urto contro arredi vari e piani di lavoro e da scivolamento.
Da considerare inoltre il rischio dovuto all’intralcio dei cavi elettrici e dalla mancata uniformità della pavimentazione.
Il rischio derivante dalla movimentazione eccessiva dei carichi e quello elettrico dovuto alla possibilità di contatto con le parti in tensione.
Occorre usare grande accortezza nell’uso delle sostanze chimiche ed in particolare dei deceranti, alcuni dei quali per la loro aggressività possono dare effetti corrosivi (simbolo C) per naso, gola, vie respiratorie, pelle, occhi, o nocivi per inalazione (simbolo Xn ).Altri invece limitano la loro pericolosità ad un potere irritante (simbolo Xi).



CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni traumatiche (contusioni, distorsioni, fratture) e strappi muscolari agli arti e alla colonna, dovuti alla caduta in piano, allo scivolamento o all’urto contro ...;


Fibrillazione da corrente;
Dermatiti e ustioni da contatto con prodotti chimici;
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quali arrossamento degli occhi e lacrimazione;
Danni per l’organismo

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori: informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;
Dispositivi di protezione individuale (guanti di gomma, calzature antisdrucciolo, mascherina in caso di ventilazione insufficiente, occhiali di sicurezza);
Manutenzione periodica della macchina;
Macchina marcata CE;
Verifica dell’integrità del cavo elettrico
Conoscenza del libreto di uso e manutenzione della macchina

FASE 5 - CERATURA DEI PAVIMENTI

L'operazione consiste nello spandimento del prodotto e lucidatura a secco da effettuarsi periodicamente sui pavimenti protetti e non.

CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE
Questa fase non è sempre richiesta alle imprese di pulizia e quando richiesta non prevede interventi giornalieri ma occasionali, con cadenza di una o due volte nell’arco dell’anno. L’operazione consiste essenzialmente nell’applicazione sulla superficie dei pavimenti di un’emulsione polimerica, comunemente indicata con il termine di cera che ha una funzione lucidante e protettiva. Questa operazione è successiva a quella di lavaggio e/o di deceratura dei pavimenti. L’emulsione è versata sul pavimento e successivamente distribuita con l’attrezzo spandicera. Dopo il primo strato di emulsione, che si lascia asciugare per circa 30-45 minuti, si procede ad un successivo passaggio, avendo cura di applicare con un panno intriso di cera, i bordi perimetrali del locale che non si sono raggiunti precedentemente.


CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI
In questa fase è generalmente utilizzata lo spandicera munito di panno applicatore.

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è dovuto all’ambiente lavorativo. Tra i più rilevanti sono quelli derivanti dall’urto contro arredi vari e piani di lavoro e da scivolamento.
Da considerare inoltre il rischio dovuto all’intralcio dei cavi elettrici e dalla mancata uniformità della pavimentazione.

Il rischio derivante dalla movimentazione eccessiva dei carichi e quello elettrico dovuto alla possibilità di contatto con le parti in tensione.
Occorre usare grande accortezza sull’uso delle sostanze chimiche anche se le cere che vengono impiegate per la protezione dei pavimenti sono sostanze con scarsa pericolosità; infatti possono essere lievemente irritanti per la pelle e gli occhi.

CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Lesioni traumatiche (contusioni, distorsioni, fratture) e strappi muscolari agli arti e alla colonna, dovuti alla caduta in piano, allo scivolamento o all’urto contro ...;
Fibrillazione da corrente;
Dermatiti;
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quali arrossamento degli occhi e lacrimazione



CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori;
Informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi;
Dispositivi di protezione individuale (guanti di gomma, da lavoro o usa e getta, e scarpe antiscivolo);
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore di sostanze chimiche;
Macchina marcate CE.;
Buona e costante manutenzione delle macchine utilizzate.
Conoscenza del libreto di uso e manutenzione della macchina.

FASE 6 - PULIZIA DELLE SUPERFICI VERTICALI LAVABILI


Consiste essenzialmente in due fasi
Lavare la superficie vetrata ed il telaio utilizzando un'idonea soluzione detergente ;
Asciugare prima il telaio con il panno ben strizzato poi la superficie vetrata con il tergivetro . E' necessario risciacquare frequentemente panno e vello durante l'operazione



CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE
Questa fase consiste nell’operazione di pulizia effettuata a mano delle superfici verticali lavabili, incluse quelle di vetro. L’operazione è realizzata mediante l’uso di sostanze detergenti specifiche. Questo intervento che viene svolto in due fasi successive, lavaggio ed asciugatura, è occasionale in quanto la cadenza è definita in sede di capitolato dei lavori.
Il lavaggio delle superfici interne può essere effettuato anche con l’ausilio di scale; per le superfici piastrellate dei bagni e delle docce che, per lo scorrere dell’acqua, sono soggette a depositi calcarei, occorre ricorrere ad un disincrostante e ad un raschiello, coprendo preventivamente le prese elettriche con nastro isolante.
Per quanto riguarda invece le superfici esterne, nei casi in cui sia impossibile eseguire un’adeguata pulitura delle parti finestrate, in quanto non raggiungibili dall’operatore posto all’interno dell’edificio o perché detta operazione presenta dei rischi, si può fare ricorso all’utilizzo dell’autopiattaforma
In questo caso l’operatore, assicurato debitamente con apposita cintura di sicurezza con imbracatura al cestello, svolge le suddette operazioni di pulizia all'esterno del'edificio.



CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI
Per questa fase non sono utilizzate macchine specifiche per il lavaggio ma attrezzi manuali quali:
1. detergente neutro, sgrassante o disincrostante;
2. tergivetro;
3. asta telescopica;
4. raschietto;
5. secchio;
6. pelle scamosciata;

7. panno spugna;
8. scale portatili;
9. autopiattaforma (o autocestello);
10. guaine portautensili per i lavori in elevazione

CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività. Rilevante é il rischio dovuto a caduta dall’alto, caduta da scivolamento, caduta provocata dalla non uniformità delle pavimentazioni; il rischio derivante dalla movimentazione eccessiva di carichi, il rischio di schiacciamento degli arti superiori, il rischio elettrico dovuto alla possibilità di contatto con parti in tensione dei conduttori ed il rischio dovuto all’utilizzo dei detergenti alcuni dei quali possono essere irritanti (simbolo Xi ) o corrosivi (simbolo C) per naso, gola, vie respiratorie, pelle ed occhi.



CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO

Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quale arrossamento degli occhi e lacrimazione;
Causticazioni da contatto con acidi;
Dermatiti irritative ed allergiche per contatto diretto con la pelle;
Irritazioni e allergie dell’apparato respiratorio, effetti corrosivi e danni per l’organismo;
Strappi muscolari, lesioni traumatiche agli arti e alla colonna;
Schiacciamento degli arti superiori;
Lesioni dovute alla caduta in piano o all’urto contro ... (contusioni, distorsioni, fratture);
Fibrillazione da corrente

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Formazione e informazione degli operatori: informazione sull’uso corretto delle scale e della cintura di sicurezza, sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche e conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione dei prodotti;
Divieto di eseguire travasi di prodoti chimici in contenitori adibiti ad altri usi
Cura e attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore di sostanze chimiche;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Gli operatori che lavorano sull’autopiattaforma (o autocestello) devono essere abilitati alla manovra di questa attrezzatura e resi idonei per le operazioni effettuate in elevazione;
Conoscenza del libreto di uso e manutenzione:
Dispositivi di protezione individuale (cintura di sicurezza con imbracatura, casco, guaine portautensili, guanti da lavoro, occhiali di sicurezza, mascherina in caso di ventilazione insufficiente);
Per quanto riguarda il lavaggio delle pareti, occorre provvedere alla copertura delle eventuali prese di corrente.

FASE 7 - PULIZIA E DISINFEZIONE DEI SERVIZI IGIENICI


E' questo uno degli interventi più delicati, in quanto nei locali dei servizi igienici (bagni, docce, lavandini, WC, ecc.) si concentrano i maggiori rischi per gli operatori del comparto delle Imprese di pulizia. Infatti, qui troviamo il rischio chimico dovuto all'utilizzo dei vari prodotti impiegati che vanno dal detergente disinfettante al detergente deodorante, al disincrostante, il rischio biologico,
quello elettrico oltre ai rischi di natura fisica.


CAPITOLO 1 – LA FASE DI LAVORAZIONE

Consiste nella pulizia e disinfezione di pavimenti, pareti e apparecchiature igienico-sanitarie presenti nelle toilettes, docce e bagni.

CAPITOLO 2 – ATTREZZATURE, MACCHINE E IMPIANTI
In questa fase sono utilizzate generalmente le seguenti attrezzature:
1. secchielli di diverso colore contenenti la sostanza detergente e disinfettante da utilizzare sulle varie superfici dei servizi igienici:
2. un secchio e relativo panno di colore rosso per superficie esterna di w.c e orinatoi;
3. un secchio e relativo panno di colore giallo per i lavabi;
4. un secchio e relativo panno di colore blu per porte e mensole panni spugna;
5. sistema mop per il lavaggio del pavimento;
6. flaconi vaporizzatori;
7. materiali di rifornimento igienico-sanitari;
8. detergente disinfettante;
9. detergente disincrostante
In questa fase l’attrezzatura in uso è un carrello di servizio dotato di sacco per la raccolta dei rifiuti, piano d’appoggio o vaschette per contenere i flaconi di detergenti e disinfettanti.



CAPITOLO 3 – IL FATTORE DI RISCHIO

Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività di pulizia e disinfezione dei servizi igienici.
I rischi più rilevanti sono quelli biologici e quelli derivanti dal contatto con sostanze chimiche: infatti nelle operazioni di pulizia e disinfezione dei servizi igienici, vengono impiegati numerosi prodotti quali disinfettanti, detergenti, disincrostanti,. Alcune di queste sostanze, possono dare effetti sull’uomo anche a lungo termine.
Nell’utilizzo dei disinfettanti è necessaria la massima attenzione, poiché alcuni di questi possono essere estremamente infiammabili (simbolo F+ ) ed irritanti per naso, gola, vie respiratorie, per la pelle e gli occhi.
Tra i disinfettanti, possiamo ricordare: gli acidi (acido cloridrico, solforico), gli alogeni inorganici ed ossidanti (amuchina, ipoclorito di sodio, di potassio), gli alcoli (denaturato, isopropilico).
Tra i detergenti, alcuni possono essere irritanti (simbolo Xi ) per naso, gola, vie respiratorie, pelle, occhi.
Altri gravemente irritanti per pelle, occhi, soprattutto per quelli impiegati nella pulizia dei gabinetti e orinatoi e per le superfici lavabili.
Infine i disincrostanti vengono generalmente impiegati per i servizi igienici. Questi prodotti sono corrosivi e sono indicati con il simbolo C
Altri rischi sono poi quelli dovuti a scivolamento, a cadute provocate dalla mancata uniformità della pavimentazione, alla movimentazione dei carichi, a quello elettrico dovuto alla possibilità di venire in contatto con parti in tensione , da punture e tagli.
Ù
CAPITOLO 4 – IL DANNO ATTESO
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quale arrossamento degli occhi e lacrimazione;
Causticazioni da contatto con acidi;
Dermatiti irritative ed allergiche per contatto diretto con la pelle;
Irritazioni e allergie dell’apparato respiratorio, effetti corrosivi e danni per l’organismo;

Strappi muscolari, lesioni traumatiche agli arti e alla colonna;
Lesioni dovute alla caduta in piano o all’urto contro ... (contusioni, distorsioni, fratture);
Fibrillazione da corrente da corrente;
Punture e tagli;
Rischi di malattia da agenti biologici

CAPITOLO 5 – GLI INTERVENTI
Dispositivi di protezione individuale (calzature antisdrucciolo, guanti monouso, mascherina ed occhiali di sicurezza);
Informazione sui rischi di natura eletrica
Informazione sui rischi relativi agli agenti biologici;
Informazione sui rischi relativi all’utilizzo di sostanze chimiche;
Conoscenza della scheda tecnica di rischio apposta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Cura ed attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;
Utilizzo di prodotti a basso rischio;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altri usi




FASE 8 PULITURA DEI PAVIMENTI TESSILI (MOQUETTE)



CAPITOLO 1: LA FASE DI LAVORAZIONE

Questa fase consiste nell'asportare la polvere e i residui grossolani della moquette. Il lavoro va iniziato dal lato opposto della porta di entrata procedendo poi a ritroso.

CAPITOLO 2: ATTREZZATURE, MACCHINE, IMPIANTI

In questa fase si utilizzano macchine ed apparecchiature elettriche (aspirapolvere, battitappeti)
alimentate tramite un cavo a tensione di rete di 220 V.
Si ricorda che gli apparecchi di II classe a doppio isolamento sono da preferire mentre quelli di I
classe devono avere assicurato il collegamento a terra coordinato da un interruttore differenziale.
Un controllo accurato deve essere fatto periodicamente sulla idoneità degli accessori e sull'integrità del cavo e dell'enventuale prolunga.
La macchina deve essere marcata CE

CAPITOLO 3: IL FATTORE DI RISCHIO
Il fattore di rischio principale è quello biologico, dovuto al contatto con i materiali raccolti dalla macchina (polvere, decomposizione di insetti, spore, batteri, acari), soprattutto durante lo svuotamento del bidone o del sacchetto.
Altro fattore di rischio é dovuto principalmente alla corrente elettrica.

CAPITOLO 4: IL DANNO ATTESO
Rischi di malattia da agenti biologici
Patologie irritative delle prime vie aeree, delle mucose e degli occhi con manifestazioni sintomatiche quale arrossamento degli occhi e lacrimazione;
Irritazioni e allergie dell’apparato respiratorio;
Strappi muscolari, lesioni traumatiche agli arti e alla colonna;
Lesioni dovute alla caduta in piano o all’urto contro (contusioni, distorsioni, fratture);
Fibrillazione da corrente da corrente;

Punture e tagli;

CAPITOLO 5: GLI INTERVENTI

Controllo periodico delle macchine e delle attrezzature da parte di personale esperto.
Verifica sul buonostato e sulla congruità dei DPI (guanti da lavoro e mascherina solo nei momenti in cui si procede alla vuotatura del bidone, del sacchetto, e al cambio filtro).


TRE ESEMPI DEI RISCHI NEL CICLO DI LAVORAZIONE DEI SERVIZI DI PULIZIA IN AMBIENTE OSPEDALIERO

FASE 1 - SPAZZATURA AD UMIDO CON GARZE MONOUSO IN AMBIENTI OSPEDALIERI O MEDICO-SANITARI



L'ospedale è una struttura particolarmente complessa e sofisticata che deve mediare le esigenze dei malati e degli operatori sanitari. Per queste ragioni e per il fatto che in esso compaiono tutti i tipi di superfici e di sporco il servizio di pulizia riveste un aspetto particolarmente importante. Si incomincia con le camere di degenza dove l'obiettivo principale deve essere quello di contenere il più' possibile l'insorgenza di infezioni.



CAPITOLO 1 - LA FASE DI LAVORAZIONE

Questa fase consiste nell’asportazione dalla superficie del pavimento dei materiali di rifiuto e della polvere.
Con la scopatura ad umido, che avviene con l’impiego di garze monouso preumidificate, si ottiene un abbattimento notevole della polvere e della carica microorganica presente.
La prima operazione da farsi quotidianamente è quindi un'efficace scopatura ad umido; tale operazione deve essere fatta al mattino presto, prima che l'attività di persone e cose metta in movimento nell'aria la polvere che durante la notte , ad attività ferma, si è depositata sul pavimento. La scopatura ad umido viene eseguita con apposito attrezzo a forma trapezoidale (lamello) montante garze monouso impregnate di uno speciale olio minerale avente la funzione di trattenere al massimo la polvere od in alternativa con una scopa lineare a frange sulla quale si può montare una garza di cotone inumidita con lo scopo di trattenere la polvere e proteggere la frangia. Le garze monouso vengono sostituite ( e riposte nell'apposito contenitore rifiuti ) ad ogni stanza o al massimo ogni 30 mq. di superficie da pulire . Le garze in cotone, una volta riposte in apposito contenitore devono essere lavate e riutilizzate. I rifiuti di grossa pezzatura verranno raccolti con scopa tradizionale. Dopo la scopatura ad umido si continua con la spolveratura ad umido . Sotto la voce spolveratura ad umido vanno intese l'insieme delle operazioni atte ad eliminare qualsiasi traccia di polvere e sporco su tutti gli arredi dei locali . Le operazioni manuali andrebbero completate con il sistema meccanico per mezzo di aspiratore con microfiltro capace di trattenere polvere e batteri fino a 0,3 micron e munito di tubi di prolunga per l'asportazione periodica della polvere sulla parte alta degli arredi. L’operazione è da intendersi completata con la pulizia ad umido delle maniglie delle porte, degli interruttori e dei telefoni, inclusa anche la vuotatura dei cestini portarifiuti e la sostituzione di questi (se necessario) con sacchi puliti.

CAPITOLO 2 - ATTREZZATURE, MACCHINE ED IMPIANTI

asportazione della polvere e dei rifiuti dal pavimento, viene effettuata mediante un carrello dotato di vaschette o piani di appoggio per contenere i flaconi di detergente disinfettante, di un sacco per la raccolta del materiale grossolano, di una scopa lamellare, di una paletta e scopino e di garze monouso preumidificate.
Aspirapolvere con microfiltro. CAPITOLO 3 - IL FATTORE DI RISCHIO
Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge la disinfezione dei pavimenti.
Uno dei rischi più rilevanti è quello di scivolamento, di urto contro arredi vari e piani di lavoro;
Il rischio chimico dovuto ai disinfettanti;
Rischio biologico per contatti con liquidi biologici dei pazienti e dalle contaminazioni che possono avvenire tramite punture d’aghi e tagli.

CAPITOLO 4 - IL DANNO ATTESO

Dermatiti ed irritazioni cutanee;
Rischi di malattia da agenti biologici;
Contaminazione da parte di virus HBV sag., HCV, HIV, con gravi conseguenze per la salute degli operatori;
Per cadute od urti, rischi di contusioni, distorsioni, fratture

CAPITOLO 5 GLI INTERVENTI

Uso dei DPI;
Formazione ed informazione sui rischi relativi agli agenti biologici, all’utilizzo di sostanze chimiche, e conoscenza della scheda tecnica di rischio posta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altro uso;
Vaccinazioni;
Cura ed attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore;
Utilizzo di prodotti a basso rischio.
Macchina marcata CE;
buona e costante manutenzione delle macchine utilizzate;
conoscenza del libreto di uso e manutenzione delle macchine.



FASE 2 - DISINFEZIONE DEI PAVIMENTI IN AMBIENTE OSPEDALIERO O MEDICO-SANITARIO




Gli ambienti sanitari quali: sale parto, nurcery, sale operatorie, reparti di rianimazione, ecc. essendo frequentati da popolazione sensibile (degenti ospedalizzati e/o neonati, nonché soggetti in terapia intensiva) a contrarre malattie infettive da germi patogeni ambientali, necessitano di un rigoroso e frequente screening microbiologico al fine di scongiurare l’eventuale presenza di microrganismi patogeni, valutare l’efficacia dei trattamenti di disinfezione, nonché monitorare il rischio di contaminazioni crociate causate da una mancata separazione dei percorsi sporco/pulito e sterile/infetto.
Va inoltre considerata la problematica epidemiologica di alcuni germi divenuti opportunisti in ambiente ospedaliero e/o resistenti ai trattamenti antibiotici e quindi particolarmente rilevanti nell’eziopatogenesi delle infezioni nosocomiali
La disinfezione dei pavimenti in ambiente ospedaliero consiste nell’applicare un disinfettante sulla superficie del pavimento, al fine di eliminare tutti i germi e i batteri che ancora si annidano sulle superfici, nonostante il lavaggio accurato dei pavimenti.
Tutte le procedure di disinfezione devono essere precedute da un’accurata rimozione meccanica della polvere e della sporcizia, effettuata con acqua e detergente.
L'inadeguata sanificazione dell’ambiente riduce o annulla l’effetto batteriostatico o battericida dei disinfettanti.
Compiuta la pulizia occorre tracciare la strategia della disinfezione. Se esistesse un disinfettante rispondente a tutti i requisiti l'operazione strategica sarebbe semplice ma in realtà così non è perché le doti necessarie per una disinfezione universale sono distribuite solo parzialmente a ciascun disinfettante.
Per scegliere il disinfettante più conveniente occorre conoscere le caratteristiche di ciascun disinfettante e rapportarle alle condizioni ambientali ed epidemiologiche ove si trova l'oggetto della disinfezione ed al tipo di microrganismo da trattare.

CAPITOLO I - LA FASE DI LAVORAZIONE

Questa fase di sanificazione non sempre é richiesta dal capitolato d’appalto da parte dell’azienda ospedaliera.
Si tratta cioè di passare sui pavimenti già puliti un prodotto disinfettante. E’ questo un intervento sanitario che punta alla riduzione della carica microbica ambientale al fine di diminuire il rischio di infezione.



CAPITOLO II - ATTREZZATURE, MACCHINE ED IMPIANTI

1. Carrello di servizio, secchio;
2. Asta con frangia; tessuto spugnoso o panni appositi;
3. Spazzolone altrimenti dotato di serbatoio incorporato sul manico per l’erogazione del prodotto disinfettante;
4. Detergente-disinfettante



CAPITOLO III -IL FATTORE DI RISCHIO

Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge la disinfezione dei pavimenti.
I rischi più rilevanti sono quelli legati all’uso di sostanze chimiche (disinfettanti) e al contatto con sostanze infettanti e contaminanti.
Un altro rischio è quello di scivolamento, di urto contro arredi vari e piani di lavoro



CAPITOLO 4 - IL DANNO ATTESO

Dermatiti ed irritazioni cutanee;
Rischi di malattia da agenti biologici;
Contaminazione da parte di virus HBV sag., HCV, HIV, con gravi conseguenze per la salute degli operatori;
Per cadute od urti, rischi di contusioni, distorsioni, fratture




FASE 3 - SANIFICAZIONE DEGLI ARREDI IN AMBIENTE OSPEDALIERO O MEDICO-SANITARIO



Basilare per la sanificazione degli ambienti è l'eliminazione della polvere. Da sempre è pericolosa per la salute infatti su un solo granello di polvere si possono annidare milioni di germi e di batteri. E' inoltre un ottimo habitat per gli acari che, come è noto, provocano fastidiose allergie. La disinfezione degli arredi in ambiente ospedaliero ambienti prevede l’eliminazione dello sporco, in quanto la presenza di quest’ultimo può rendere inefficace qualsiasi tipo di disinfezione quindi occorre partire da una perfetta pulizia. La presenza di sostanze organiche riduce enormemente l'efficacia del disinfettante, dunque deve essere eliminata. Va ricordato che il disinfettante è efficace se lasciato a contatto con la superficie da trattare per un certo periodo (almeno dieci minuti). Il tempo di contatto dipende dal tipo di prodotto usato e dalla percentuale di diluizione utilizzata. Esistono prodotti che vanno usati puri e assicurano una sterilizzazione immediata.



CAPITOLO 1 LA FASE DI LAVORAZIONE

Anche questa fase che può essere talvolta richiesta dal capitolato d’appalto dell’Azienda Ospedaliera, consiste nel sanificare gli arredi ospedalieri e medico sanitari passando sopra tutte le superfici lavabili un prodotto disinfettante-detergente.
Con questa operazione, già prevista anche per pavimenti, si completa la disinfezione di tutta l’area interessata.

CAPITOLO 2 ATTREZZATURE, MACCHINE, IMPIANTI

Per il compimento di questa fase, è necessario disporre di un’adeguata attrezzatura. Infatti, oltre l’apposito carrello porta attrezzi, si ha la necessità di disporre di :
Un secchio di colore blu da utilizzare con un panno dello stesso colore per gli arredi;
Un secchio di colore giallo da utilizzare con un panno dello stesso colore per la zona lavabo;
Un secchio di colore rosso da utilizzare con un panno dello stesso colore per la zona wc;
Un detergente-disinfettante per la preparazione della soluzione sanificante

CAPITOLO 3 IL FATTORE DI RISCHIO

Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge la disinfezione dei pavimenti.
Uno dei rischi più rilevanti è quello:
rischio chimico dovuto ai disinfettanti;
rischio biologico per contatti con sostanze infettanti e contaminanti;
di scivolamento, di urto contro arredi vari e piani di lavoro. CAPITOLO 4 IL DANNO ATTESO
Dermatiti ed irritazioni cutanee;
Rischi di malattia da agenti biologici;
Contaminazione da parte di virus HBV sag., HCV, HIV, con gravi conseguenze per la salute degli operatori;
Per cadute od urti, rischi di contusioni, distorsioni, fratture

CAPITOLO 5 GLI INTERVENTI

Uso dei DPI;
Formazione ed informazione sui rischi relativi agli agenti biologici, all’utilizzo di sostanze chimiche, e conoscenza della scheda tecnica di rischio posta sulla confezione prima dell’utilizzo di qualsiasi prodotto;
Vaccinazioni
Cura ed attenzione nel mantenere l’etichetta sull’apposito contenitore
Utilizzo di prodotti a basso rischio.
Divieto di eseguire travasi di prodotti chimici in contenitori adibiti ad altro uso.


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Disclaimer

Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.


ATTENZIONE: ESSENDO LA VECCHIA BANCA DATI ISPESL ASSORBITA DA INAIL MOLTI RIFERIMENTI NORMATIVI SONO ANACRONISTICI.
PERTANTO IL PRESENTE PROFILO DI RISCHIO E’ DA LEGGERSI PER AVERE INDICAZIONE DESCRITTIVA SUI RISCHI PRESENTI NEL COMPARTO MA VERIFICARE SEMPRE SE VALORI LIMITE E ALTRO SIA STATO SUPERATO DA DISPOSIZIONI NORMATIVE SUCCESSIVE.
RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.

Fonte:Profili di rischio Inail

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