Profili di Rischio di Comparto Autotrasporti

PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO AUTOTRASPORTI SU STRADA

PROFILI DI RISCHIO


Obiettivo del presente studio è la produzione di schede di rischio e di prevenzione, con riguardo particolare ai rischi di infortunio, per tutte le fasi individuate: guida e trasporto, aggancio sgancio di rimorchi e semirimorchi, carico scarico, manutenzione del mezzo.

Si intende in questo modo fornire delle indicazioni, sicuramente non esaustive, per tutti coloro, imprese, lavoratori, operatori della sicurezza che approcciano il problema della sicurezza degli autotrasportatori.

Si vuole inoltre dimostrare che al pari degli altri comparti produttivi è necessario e possibile ricercare soluzioni valide di prevenzione degli infortuni, anche di quelli conseguenti ad incidente stradale.


Per comodità di trattazione il ciclo verrà sviluppato nel seguente modo: A) Guida e trasporto;
B) Aggancio e sgancio di rimorchi e semirimorchi; C) Operazioni di carico/scarico;
Le modalità lavorative mutano a seconda delle seguenti variabili:
Tipo di materiale trasportato;
Tipo di automezzo utilizzato;
Tipo di attrezzatura utilizzata per le operazioni; D) Manutenzione dei mezzi.


3.3 ANALISI E DESCRIZIONE DEI RISCHI LAVORATIVI PER SINGOLA FASE

A) GUIDA E TRASPORTO

Questa fase si caratterizza per il fatto che il lavoratore/autista si trova ad operare in un ambiente di lavoro, la strada, regolato, diversamente da quanto accade in azienda, da norme non direttamente gestibili dal datore di lavoro. Inoltre, il rischio principale, vale a dire l’incidente stradale, ha delle componenti causali complesse e legate a diversi soggetti con formazione alla sicurezza, mezzi e comportamenti diversi ma tra loro interferenti.

Ciò premesso è indiscutibile che il rischio di infortunio è talmente grave che il datore di lavoro è tenuto a valutarne nel dettaglio le caratteristiche e a predisporre quanto possibile per ridurne la probabilità di accadimento o, in caso di incidente, il danno.

Danno atteso (rischi)

I rischi prevalenti sono legati a:

incidente stradale;

investimento dell’autista con i materiali caricati, o a seguito di incidente, di frenata brusca, di spostamento improvviso del carico;

perdita del carico con possibilità di interessamento di terzi;

esplosione/incendio/intossicazione in caso di trasporto di materiali con queste caratteristiche;
alterazioni muscolo scheletriche per posture incongrue;

stress.

Il rischio di incidente è molto conosciuto non solo nel mondo del lavoro ma nella popolazione in generale. Quando è coinvolto un mezzo pesante, molto spesso il danno che ne consegue è elevato per la facilità di coinvolgimento di altri utenti della strada.

Secondo le statistiche ufficiali oltre l’80% delle cause è imputabile ai comportamenti degli autisti, mentre percentuali residue vengono attribuite alla viabilità e a guasti meccanici.

Per quanto riguarda la viabilità, il dato viene però da talune parti messo in discussione, poiché non sarebbe spiegabile il motivo per cui in alcuni punti della rete viaria (i così detti punti neri) sia più frequente l’accadimento dell’incidente rispetto ad altri. Evidentemente il comportamento rischioso degli autisti è favorito da alcune condizioni ambientali, che, secondo una logica preventiva, andrebbero per quanto possibile rimosse.

Fra i comportamenti individuali è in causa principalmente l’alta velocità, la guida sotto l’effetto dell’alcol, la stanchezza (e quindi i turni troppo lunghi e il non rispetto delle pause prescritte), la distrazione, la guida notturna e quindi il temutissimo colpo di sonno. Da non trascurare la possibilità dello spostamento contro la cabina di guida dei carichi pesanti trasportati, o addirittura la perdita del carico: si tratta di due rischi a bassa probabilità ma ad altissima gravità.



Soluzioni preventive

Per la riduzione del rischio da incidente stradale, è stato proposto alle aziende che hanno partecipato al progetto sperimentale in Regione Veneto, un percorso preventivo in quattro fasi:

1. adeguamento agli standard di sicurezza (nomina del Responsabile SSP o lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro,valutazione o autocertificazione dei rischi prendendo in considerazione il rischio di incidente stradale,nomina del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, informazione di base ai lavoratori e formazione sulla prevenzione dei rischi di incidente stradale,denuncia degli incidenti come infortuni sul lavoro);

2. predisposizione di procedure interne su aspetti giudicati particolarmente importanti per la sicurezza (divieto di assumere alcool durante l’orario di lavoro, richiamo all’obbligo di rispettare il codice della strada in ogni circostanza con addebito delle
contravvenzioni in caso di violazioni a norme direttamente collegate con il rischio di incidente, regolamentazione dell’uso del cellulare…);

3. adozione su tutti i mezzi di una scheda di manutenzione su aspetti particolari di sicurezza;

4. adesione ad iniziative formative di qualità (alimentazione, stress e lavoro notturno, alcool e guida, farmaci e guida, codice della strada, antincendio, elementi di pronto soccorso, prove di guida sicura direttamente su camion in strada e in pista …).

Per quanto riguarda il rischio legato allo spostamento del carico contro la cabina, la soluzione va ricercata nella protezione della cabina di guida, nelle corrette modalità di caricamento e di ancoraggio, nel rispetto dei principi della fisica che regolano la stabilità del carico.



in linea di principio il baricentro della merce caricata deve coincidere con il baricentro del camion, nel senso che le forze che tendono a far slittare il carico verso l’esterno, sia di lato che in senso longitudinale, devono essere inferiori a quelle che spingono verso il basso. Se questo può risultare facile per materiale compatto (es. blocco di marmo), possono verificarsi problemi con materiale di massa e peso diverso (es. colli o materiale palletizzato di diversa natura, mobilie ecc.). In questo caso va verificata se la non corretta distribuzione del carico può essere accettata correggendo opportunamente le modalità di guida oppure non può essere accettata. I diversi colli vanno stivati sfalsandoli ad ogni sovrapposizione in modo da ottenere una disposizione simile a quella dei mattoni nella costruzione di un muro. Il materiale va sempre fissato con cinghie, cavi, corde al pianale o alle pareti del vano di carico utilizzando i punti di aggancio predisposti. In presenza di materiali che possono dar luogo a scorrimenti in avanti in presenza di una frenata brusca (profilati, tubi, pannelli …) non vanno lasciati spazi tra le merci e la parete anteriore del vano di carico in modo che esse vengano trattenute sin dall’inizio senza acquistare velocità prima di raggiungere il paracabina .



Per materiali particolari vanno utilizzati gli appositi sistemi di stivaggio in sicurezza (es. per il trasporto di lastre di marmo usare cavalletti con piede di supporto con inclinazione di 90° rispetto al montante sul quale appoggiano).
B) AGGANCIO E SGANCIO DI RIMORCHI E SEMIRIMORCHI

Sono operazioni che vengono svolte innumerevoli volte generalmente dall’autista da solo o con personale di ausilio a terra impiegato per le manovre di avvicinamento.

Vanno distinte le modalità di aggancio/sgancio di un semirimorchio da un trattore stradale da quelle di un rimorchio dalla motrice, in quanto i sistemi di aggancio sono diversi (ralla o campana/timone).

I rischi sono comunque analoghi e possono essere trattati unitariamente.

Danno atteso (rischi)

I rischi prevalenti sono legati alla possibilità di caduta dalle zone operative di comando poste dietro la cabina e di schiacciamento/contusione delle mani durante la preparazione per quanto riguarda i semirimorchi. Per i rimorchi si evidenzia principalmente un rischio di schiacciamento/contusione agli arti superiori.

Soluzioni preventive

Il personale che assiste a terra deve essere opportunamente formato sulle operazioni da svolgere in sicurezza. Il personale di ausilio deve rimanere a distanza di sicurezza ed in posizione visibile durante le manovre di avvicinamento della motrice al rimorchio.

L’autista deve usare le apposite scalette di accesso alla zona dietro la cabina e usare i D.P.I. (scarpe e guanti).

C) OPERAZIONI DI CARICO/SCARICO

Le operazioni di carico e scarico non sono normalmente comprese fra i compiti lavorativi dell’autotrasportatore. Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro “trasporto merci” definisce le responsabilità dell’autista e del personale di scorta:

“1. L’autista non deve essere comandato né destinato ad effettuare operazioni di facchinaggio. Fermo restando quanto sopra, l’autista deve collaborare a che le operazioni di carico e scarico dell’automezzo affidatogli siano tecnicamente effettuate.

2. L’autista è responsabile del veicolo affidatogli e, unitamente al personale di scorta, di tutto il materiale e delle merci che ricevono in consegna, rispondendo degli eventuali smarrimenti e danni che siano ad essi imputabili, esclusi i casi fortuiti o di forza maggiore”.
E’ sotto la sua responsabilità, però, il controllo della stabilità del carico trasportato, al fine di garantirne l’integrità fino alla consegna e per impedire che movimenti indesiderati durante il percorso provochino danni a se stesso durante la guida o a terzi per caduta.

E’ perciò corretto che l’autista, durante le operazioni di caricamento del mezzo dia indicazioni agli operatori addetti al carico merci sulle corrette modalità di stivaggio e vigili direttamente sulle operazioni restando in posizione di sicurezza. Per tale motivo deve conoscere i principi della fisica che regolano la stabilità dei materiali durante il trasporto ed essere informato sul tipo di materiali caricati (liquidi, gassosi o solidi, con imballaggi resistenti o fragili, tossici o inerti, ecc.) al fine di poter predisporre gli ancoraggi adeguati.

Nella realtà quotidiana si verifica frequentemente però che all’autista venga richiesta la collaborazione sia per le operazioni di carico (spesso sul cassone del camion per ricevere la merce e liberare gli imbrachi, talvolta operando direttamente a terra) che per lo scarico; frequentemente gli viene chiesto di aiutare dal cassone, talvolta, in particolare quando la movimentazione del materiale non richiede l’utilizzo di gru, carroponte o altri mezzi meccanici, scarica direttamente.

I motivi di tale commistione di mansioni vanno ricercati essenzialmente nei tempi troppo stretti a disposizione, e quindi nella necessità per l’autotrasportatore di ridurre i tempi di attesa.

Danno atteso (rischi)

I rischi sono essenzialmente di tipo infortunistico e vanno messi in relazione a:

movimentazione con mezzi meccanici;

movimentazione manuale dei carichi;

salita e discesa dal pianale del camion;

caduta dal piano di carico;

riempimento/svuotamento di cisterne con sostanze liquide, gassose o pulverulenti.

Si tratta generalmente di rischi da investimento (con mezzi o materiali) durante le operazioni di carico/scarico, da schiacciamento di parti del corpo (mani) durante l’imbracatura o la liberazione dell’imbraco, da ribaltamento del carrello elevatore, da schiacciamento/cesoiamento di parti del corpo (piedi) durante l’utilizzo della sponda caricatrice, da cadute dall’alto, da contatto accidentale con sostanze pericolose trasportate.
Soluzioni preventive

Movimentazione con mezzi meccanici

L’uso di attrezzature di lavoro va effettuato da personale opportunamente formato ed addestrato allo scopo. Ne consegue perciò che l’autotrasportatore non può di regola effettuare tali operazioni. L’eventualità di un suo incarico per effettuare operazioni di carico o scarico con mezzi meccanici può sussistere solo se, previi accordi fra la ditta di autotrasporti e le ditte nelle quali si effettua il carico e/o lo scarico, abbia ricevuto idonea formazione ed addestramento. Deve inoltre essere opportunamente informato sui rischi che comporta l’ambiente di lavoro della ditta nella quale si trova ad operare. Anche la collaborazione alle operazioni prestata dal piano di carico dell’automezzo, deve essere prevista nella valutazione dei rischi dell’impresa di autotrasporto.

Per quanto concerne la ditta fornitrice o destinataria tale collaborazione va affrontata con riguardo particolare alla segnaletica gestuale utilizzata generalmente dagli addetti al carico/scarico,

Per quanto riguarda i rischi derivanti dall’utilizzo della sponda caricatrice è necessario siano installate le protezioni antinfortunistiche in grado di eliminare il rischio di cesoiamento.



Movimentazione manuale dei carichi

I rischi sono a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (contratture, stiramenti, strappi muscolari, sindromi da schiacciamento vertebrale specie in lavoratori anziani o predisposti) dovuti alla movimentazione manuale di pesi eccessivi, o a movimenti incongrui.

In sintesi si prevede che il datore di lavoro per quanto possibile fornisca ai lavoratori appropriate attrezzature meccaniche per evitare la movimentazione manuale.


Salita e discesa dal camion

Comportamenti scorretti, specialmente nel discendere dalla cabina di guida, possono provocare danni principalmente agli arti inferiori (distorsioni, fratture) e al rachide (schiacciamenti vertebrali).

La corretta procedura di sicurezza per scendere dalla cabina di guida prevede l’utilizzo delle apposite maniglie e poggiapiedi, scendendo sempre con il viso rivolto verso la cabina. Sono da evitare assolutamente le discese a terra con un balzo o con la faccia rivolta verso l’esterno.

Tali manovre scorrette, effettuate dopo lungo periodo di immobilità a bordo, comportano grave rischio per le articolazioni degli arti inferiori.

Nella salita/discesa dal cassone per eventuali operazioni di controllo e/o ancoraggio del carico vanno utilizzate apposite scale.



Caduta dal piano di carico

Infortuni con traumi anche gravi si verificano per cadute accidentali dai piani di carico. Per quanto possibile le operazioni sui pianali devono essere compiute con le sponde sollevate. Il rischio più grave si ha durante le operazione sulle autocisterne per l’apertura e chiusura dei boccaporti e l’inserimento delle condotte di carico.

Per l’accesso alle autocisterne devono essere usate in maniera corretta le passerelle con parapetto che deve essere sollevato e al quale l’operatore deve essere ancorato con apposita cintura di sicurezza.



Riempimento/svuotamento di cisterne con sostanze liquide, gassose o pulverulenti

Tali operazioni vengono generalmente effettuate raccordando l’autocisterna con il deposito di prelievo o di destinazione. Errate procedure o attrezzatura difettosa possono comportare la fuoriuscita della sostanza con conseguente investimento del/degli operatori.

A questo punto è evidente che il rischio dipende primariamente dal tipo di sostanza e secondariamente dall’entità del contatto.

La sicurezza va ricercata nella utilizzazione di tecnologia avanzata, nella predisposizione di procedure scritte molto dettagliate, nella formazione e addestramento degli addetti, nell’uso di idonei DPI.

D) MANUTENZIONE DEI MEZZI

La manutenzione del mezzo è fondamentale per garantire tranquillità e sicurezza durante la guida. Ogni casa automobilistica fornisce lo schema delle manutenzioni periodiche da eseguire in officina, diverse a seconda delle caratteristiche del mezzo.

Vi sono altresì delle azioni di controllo più frequente del mezzo, talvolta a cadenza giornaliera, che sono a carico dell’autista così come previsto anche dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro “trasporto merci” all’art 36 “Piccola manutenzione e pulizia macchine”:

“1. Il conducente deve curare la piccola manutenzione del veicolo intesa questa a conservare lo stesso in buono stato di funzionamento e nella dovuta pulizia. Dette operazioni rientrano nell’orario normale di lavoro. Qualora siano effettuate oltre l’orario normale di lavoro, saranno considerate come prestazioni straordinarie.

2. Restano ferme le norme di cui sopra per dette mansioni anche se eseguite da altro personale.”



Danno atteso (rischi)

I rischi sono analoghi a quelli delle officine di manutenzione e riguardano la possibilità di contatto con oli, l’inalazione di fumi di scarico, infortuni durante l’utilizzo di utensili meccanici.



Soluzioni preventive

Vanno utilizzati i mezzi di protezione individuali specifici per il rischio (guanti, otoprotettori, ecc.), vanno aspirati i gas di scarico durante le operazioni a motore acceso in luoghi chiusi.

3.4 ANALISI E DESCRIZIONE DEI RISCHI PER TERZI (DANNO ATTESO)

Rischio di incidente stradale con coinvolgimento di altri;

Rischio di investimento di terzi durante la circolazione all’interno di ditte;

Rischi legati alla instabilità del carico con possibile perdita dello stesso durante il trasporto;

Rischio chimico o biologico per perdita del carico durante il trasporto;

Rischio di incendio: durante un incidente nel trasporto di materiale infiammabile, per incendio del mezzo.


4. INDICE DELLE SCHEDE

4.1 GUIDA DEL MEZZO;

4.2 SALITA/DISCESA DALLA CABINA;

4.3 AGGANCIO/SGANCIO SEMIRIMORCHI/RIMORCHI;

4.4 SPONDE CARICATRICI;

4.5 PREPARAZIONE DEL PIANO DI CARICO;

4.6 CARICO E SCARICO;

4.7 MANUTENZIONE DEL MEZZO;


FONTE: Profilo di Rischio nel comparto Allevamento avicolo (inailcloud.it)

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Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.


ATTENZIONE: ESSENDO LA VECCHIA BANCA DATI ISPESL ASSORBITA DA INAIL MOLTI RIFERIMENTI NORMATIVI SONO ANACRONISTICI.
PERTANTO IL PRESENTE PROFILO DI RISCHIO E’ DA LEGGERSI PER AVERE INDICAZIONE DESCRITTIVA SUI RISCHI PRESENTI NEL COMPARTO MA VERIFICARE SEMPRE SE VALORI LIMITE E ALTRO SIA STATO SUPERATO DA DISPOSIZIONI NORMATIVE SUCCESSIVE.
RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.

Fonte:Profili di rischio Inail


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