Procedura sperimentale per la detreminazione della componente batterica del materiale particolato
Metodo analitico per la determinazione tramite due indicatori chimici: acido muramico e acido dipicolinico.
Al fine di monitorare l’andamento e le variazioni delle concentrazioni di batteri e spore batteriche aerodisperse in diverse realtà lavorative (impianti di riciclaggio dei rifiuti, industrie di compostaggio, aziende zootecniche e agricole), è proposto un metodo analitico per la loro determinazione tramite due indicatori chimici: acido muramico e acido dipicolinico.
Il bioaerosol è composto da microrganismi come virus, batteri, funghi, spore e da frammenti di materiali biologici come pollini, peli di animali, detriti di pelle, escrementi e residui vegetali.
Una componente importante del bioaerosol è rappresentata dalle specie batteriche che per le loro caratteristiche di permanenza in atmosfera ed interazione con l’uomo e gli animali costituiscono un rischio per la salute.
Problemi respiratori, danni polmonari, allergie e cefalea sono soltanto alcuni dei potenziali danni che l’esposizione ad ambienti contaminati da batteri potrebbe provocare sull’uomo.
Numerose sono le realtà lavorative in cui si può avere esposizione ad agenti bio- logici, ad esempio negli impianti di riciclaggio dei rifiuti, nelle attività di compostaggio dei rifiuti organici, nelle aziende zootecniche, agricole e biotecnologiche pro- duttrici di enzimi altamente purificati, nelle industrie alimentari e di detergenti che fanno uso di enzimi, nelle aziende per la lavorazione delle pelli ecc.
In tali ambienti gli agenti microbiologici presenti nell’aria sono aerotrasportati sotto forma di bioaerosol, legati a polvere, particelle liquide o altri vettori natural- mente presenti (emulsioni oleose, polvere di legno ecc.), con conseguente rischio, per i lavoratori, di esposizione per via inalatoria, per contatto con superfici e oggetti contaminati o per ingestione.
La prevenzione e la protezione dagli agenti biologici sono trattate, a livello norma- tivo, nel titolo X del d.lgs. 81/08 e successive modifiche (d.lgs. 106/09), che però non fornisce valori di carica batterica o fungina a cui far riferimento per una idonea valutazione della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro.
Infatti, mancando metodi efficaci per misurare quantitativamente gli agenti biolo- gici e non essendo disponibili sufficienti informazioni sulle relazioni dose-risposta, non sono ancora stati stabiliti limiti di esposizione
La caratterizzazione delle componenti del bioaerosol è oggetto di crescente interesse nella comunità scientifica, soprattutto per gli effetti che tali componenti hanno sulla salute umana: infezioni, asma, allergie e altre malattie delle vie respiratorie. I rischi sono influenzati non solo dalla capacità di penetrazione dell’aerosol nel siste- ma respiratorio, ma anche dalla sua composizione e dalla sua attività biologica.
Batteri, virus e funghi rientrano tutti nella definizione di agente biologico data dal d.lgs. 81/08 e sono elencati nell’allegato XLVI, che li classifica in tre gruppi (2, 3 e 4) sulla base dell’effetto esercitato su lavoratori sani.
I lavoratori operanti in realtà lavorative complesse quali riciclaggio e compostaggio dei rifiuti, aziende zootecniche e agricole, discariche e impianti di depurazione, sono sottoposti a rischio di esposizione al bioaerosol in dipendenza dal tipo di lavoro, dalla vicinanza alla sorgente e dalle misure di abbattimento presenti.
Per poter valutare correttamente l’esposizione di tali lavoratori, è necessario campionare e caratterizzare il bioaerosol tramite idonee tecniche di misura.
Le metodologie ad oggi principalmente utilizzate per determinare le componenti del bioaerosol si basano sulla coltivazione delle specie viable e successiva conta al microscopio.
Questa misura, pur consentendo la determinazione delle sole specie vitali coltivabili, è necessaria per conoscere la qualità microbiologica dell’aria. Sono escluse da questa determinazione tutte le specie “non vitali” e “vitali, ma non coltivabili”, che possono tuttavia essere la causa specifica di allergie ed altre patologie dell’apparato respiratorio. In alternativa, la totalità del bioaerosol presente nel particolato aerodisperso può essere valutata tramite la determinazione della concentrazione di specifici composti chimici, indicatori della presenza di molecole biologiche più complesse.
Il Dipartimento propone, con il presente lavoro, l’analisi degli acidi muramico e dipicolinico come indicatori della presenza, rispettivamente, di batteri e spore batteriche aerodisperse.
INDICE DEL DOCUMENTO INAIL:
1. Introduzione
1.1 Bioaerosol negli ambienti di lavoro
1.2 Componente batterica del bioaerosol: cellule e spore batteriche
1.3 Biomarker chimici in studio
1.3.1 Acido Muramico
1.3.2 Acido Dipicolinico
2. Determinazione della componente batterica del bioaerosol
2.1 Metodo analitico per la determinazione della componente batterica aerodispersa
2.1.1 Estrazione e purificazione
2.1.2 Analisi in HPLC-ESI-MS/MS
2.2 Analisi Quantitativa
2.2.1 Curve di calibrazione in solvente e con il metodo delleaggiunte standard
2.2.2 Qualità del dato
2.3 Fattori di Conversione della quantità di biomarker in massa batterica
2.3.1 Cellule Batteriche
2.3.2 Spore Batteriche
2.4 Quantità di batteri e spore batteriche in campioni di materiale particolato
2.4.1 Campionamento
2.4.2 Risultati
Fonte: Inail
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