PRINCIPI DI REDAZIONE DEI MODELLI 231
Principi di redazione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001
Approvato il documento “Principi di redazione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001″, redatto dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, in collaborazione con la Fondazione Nazionale dei Commercialisti (CNDCEC – Nota 06 luglio 2016, n. 82).
Lo scopo del documento approvato è offrire un utile strumento operativo attraverso la codificazione dei principi base per lo sviluppo di un Modello organizzativo e di gestione che, in sede giudiziaria, possa essere considerato adeguato alla prevenzione dalla commissione di illeciti.
Pur in assenza di un vero e proprio obbligo normativo, infatti, lo sviluppo di modelli organizzativi sta diventando sempre più una scelta indispensabile per offrire garanzie di trasparenza e affidabilità ai differenti stakeholders nazionali ed internazionali.
Con questo documento prosegue l’iniziativa editoriale che vede la proficua collaborazione tra il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti (FNC). Si tratta di un progetto finalizzato, tra l’altro, a porre l’attenzione su tematiche spesso sottovalutate dagli operatori del settore come, ad esempio, la pianificazione d’impresa, la redazione dei business plan, il controllo di gestione, ecc. Il tutto a voler rimarcare la necessità di considerare la professione in tutte le sue accezioni, sia di tipo “tradizionale” che “innovativo”. La responsabilità degli enti prevista dal D.Lgs. 231/2001 si colloca senz’altro nel solco delle tematiche sopra accennate. Il Decreto 231 ha introdotto nell’ordinamento italiano un regime di responsabilità a carico degli enti per la commissione di una serie di reati (specificatamente indicati dal Legislatore) da parte dei soggetti apicali o dei dipendenti, con conseguenze rilevanti anche sugli stessi enti, soggetti a pesanti sanzioni amministrative pecuniarie (anche molto onerose) e addirittura interdittive. L’ente non risponde, tuttavia, se dimostra di aver rispettato le condizioni poste dalla legge e, in particolare, di aver adottato ed efficacemente attuato un modello organizzativo “idoneo” a prevenire la commissione di reati della stessa specie di quello verificatosi.
Il presente documento nasce proprio dall’esigenza di offrire una risposta di categoria alle istanze dei molti colleghi che sono impegnati in questa area sia come consulenti, sia come componenti di collegi sindacali e di organismi di vigilanza, sia infine come consulenti tecnici nella valutazione di idoneità dei Modelli 231 in sede giudiziaria. Pur in assenza di un vero e proprio obbligo normativo, infatti, lo sviluppo di modelli organizzativi sta diventando sempre più una scelta indispensabile per offrire garanzie di trasparenza e affidabilità ai differenti stakeholders nazionali ed internazionali. I commercialisti, per il background che li caratterizza, sono i referenti principali per tutti coloro che, direttamente o indirettamente, si trovano a dover affrontare le molte tematiche che il D.Lgs. 231/2001 ha trattato. Per tale motivo la costituzione del Comitato tecnico-scientifico che ha redatto questo documento è solo il primo passo di un progetto ben più articolato che prevede anche la creazione di una struttura dedicata alla attestazione della coerenza ai presenti Principi dei modelli introdotti nei differenti enti e, successivamente, la definizione di specifici percorsi formativi per “auditors 231”
E' possibile scaricare il documento al link sottostante.
[CNDCEC - Principi Modelli 231] CNDCEC - Principi Modelli 231 [887 Kb]
Fonte: Asso231