METODOLOGIA SEMPLIFICATA IN EXCEL PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHIO CHIMICO PER LA SICUREZZA
calcolo dei rischi per la sicurezza dei lavoratori derivanti dall’uso di agenti chimici pericolosi come previsto dal titolo IX del Testo unico sulla sicurezza e conformemente al Il Regolamento CLP 1272/2008 e dell’Allegato II delle linee direttrici della Direttiva 98/24/CE
Mettiamo gratuitamente a disposizione degli iscritti alla nostra Newsletter Professional un foglio excel per la valutazione del rischio chimico per la sicurezza.
Il foglio excel gratuito proposto per la valutazione del rischio chimico ha come scopo l’individuazione e il calcolo dei rischi per la sicurezza dei lavoratori derivanti dall’uso di agenti chimici pericolosi come previsto dal titolo IX del Testo unico sulla sicurezza e conformemente al Il Regolamento CLP 1272/2008 e dell’Allegato II delle linee direttrici della Direttiva 98/24/CE
La metodologia di valutazione dei rischi di incidente chimico, di seguito esposta, è una proposta diretta a facilitare alle imprese che lavorano con gli ACP, siano esse o no industrie chimiche, e soprattutto alle piccole e medie imprese, il compito di identificare i pericoli e valutare i rischi associati all’utilizzo di tali prodotti al fine di realizzare una corretta e oggettiva pianificazione
preventiva, sulla base dei risultati ottenuti con la loro applicazione.
Questa metodologia, applicata specificamente ai rischi associati allo stoccaggio e all’utilizzo di agenti chimici pericolosi, si incentra sul danno atteso e non sul danno massimo e include e sviluppa l’esperienza di applicazione di metodologie semplificate, basate sulla stima della probabilità di materializzazione della situazione di pericolo esaminata, sulla frequenza di esposizione alla stessa e sulle conseguenze normalmente attese nell’ipotesi di una sua effettiva materializzazione.
Questi parametri sono presi in considerazione dal metodo W.T. Fine, oltre che da diverse metodologie elaborate dall’INSHT, costituendo anche i criteri previsti da alcune norme armonizzate elaborate dal CEN.
La metodologia proposta consente di quantificare l’entità dei rischi esistenti e, di conseguenza,
definire razionalmente una gerarchia di priorità per la loro correzione.
A tale proposito, si parte dall’individuazione delle carenze esistenti negli impianti, attrezzature, processi, mansioni ecc., in relazione agli ACP.
Tali carenze o inadempienze vengono messe in relazione con le frasi di rischio assegnate ai diversi ACP che intervengono, ottenendosi in questo modo il livello di pericolosità oggettiva (LPO) della
situazione.
In seguito, si definisce il livello di esposizione in base al livello di pericolosità identificato e, tenendo
Conto della gravità attesa delle conseguenze
(le conseguenze normalmente attese devono essere predefinite dalla persona che applica la metodologia), si valuta il rischio, ottenendo il livello di rischio stimato per la situazione considerata.
Quindi, questo metodo valuta il livello di rischio come prodotto di tre variabili:
LR: livello di rischio
LPO: livello di pericolosità oggettiva
LE: livello di esposizione
LC: livello di conseguenze
Si definisce livello di pericolosità oggettiva (LPO) l’entità del vincolo che si prevede tra il complesso di fattori di rischio considerati e il loro nesso causale diretto con il possibile incidente.
l livello di esposizione (LE) è un indice della frequenza con la quale si presenta l’esposizione al rischio.
Si devono considerare le conseguenze (LC) normalmente attese in caso di materializzazione del rischio.
Le informazioni fornite da questo metodo sono orientative, essendo il suo scopo di facilitare la prioritarizzazione dei suoi interventi preventivi con criteri oggettivi e, di conseguenza, aiutarlo nella
loro pianificazione preventiva.
Questo foglio excel è gratuito per gli iscritti alla nostra Newsletter Professional
preventiva, sulla base dei risultati ottenuti con la loro applicazione.
Questa metodologia, applicata specificamente ai rischi associati allo stoccaggio e all’utilizzo di agenti chimici pericolosi, si incentra sul danno atteso e non sul danno massimo e include e sviluppa l’esperienza di applicazione di metodologie semplificate, basate sulla stima della probabilità di materializzazione della situazione di pericolo esaminata, sulla frequenza di esposizione alla stessa e sulle conseguenze normalmente attese nell’ipotesi di una sua effettiva materializzazione.
Questi parametri sono presi in considerazione dal metodo W.T. Fine, oltre che da diverse metodologie elaborate dall’INSHT, costituendo anche i criteri previsti da alcune norme armonizzate elaborate dal CEN.
La metodologia proposta consente di quantificare l’entità dei rischi esistenti e, di conseguenza,
definire razionalmente una gerarchia di priorità per la loro correzione.
A tale proposito, si parte dall’individuazione delle carenze esistenti negli impianti, attrezzature, processi, mansioni ecc., in relazione agli ACP.
Tali carenze o inadempienze vengono messe in relazione con le frasi di rischio assegnate ai diversi ACP che intervengono, ottenendosi in questo modo il livello di pericolosità oggettiva (LPO) della
situazione.
In seguito, si definisce il livello di esposizione in base al livello di pericolosità identificato e, tenendo
Conto della gravità attesa delle conseguenze
(le conseguenze normalmente attese devono essere predefinite dalla persona che applica la metodologia), si valuta il rischio, ottenendo il livello di rischio stimato per la situazione considerata.
Quindi, questo metodo valuta il livello di rischio come prodotto di tre variabili:
LR: livello di rischio
LPO: livello di pericolosità oggettiva
LE: livello di esposizione
LC: livello di conseguenze
Si definisce livello di pericolosità oggettiva (LPO) l’entità del vincolo che si prevede tra il complesso di fattori di rischio considerati e il loro nesso causale diretto con il possibile incidente.
l livello di esposizione (LE) è un indice della frequenza con la quale si presenta l’esposizione al rischio.
Si devono considerare le conseguenze (LC) normalmente attese in caso di materializzazione del rischio.
Le informazioni fornite da questo metodo sono orientative, essendo il suo scopo di facilitare la prioritarizzazione dei suoi interventi preventivi con criteri oggettivi e, di conseguenza, aiutarlo nella
loro pianificazione preventiva.
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