Il rischio fisico nel settore della bonifica dei siti industriali di origine non nucleare contaminati da radiazioni ionizzanti
Rischio fisico nel settore bonifica
Per come è stato strutturato ed articolato, il presente lavoro cura sia l'aspetto divulgativo, per far conoscere la materia a chi si avvicina per la prima volta, sia l'aspetto tecnico per quegli operatori che si occupano già della sicurezza e della gestione del rischio fisico dovuto a radiazioni ionizzanti durante le attività di bonifica nel settore industriale non nucleare.
I rischi per la salute dei lavoratori esposti e della popolazione,come “rischio specifico” provengono anche dalla esposizione a radiazioni ionizzanti, sia naturali che artificiali. Quando l’energia delle onde elettromagnetiche (EM) o radiazioni è sufficientemente alta, essa è in grado di rimuovere gli elettroni dagli atomi e/o dalle molecole della materia (ionizzazione) e si parla, allora, di radiazione ionizzante. Non tutte le onde EM causano ionizzazione. Infatti quelle di lunghezza d’onda superiore a circa 100 nm, equivalenti ad un’energia inferiore a 12 eV, cioè tutte le radiazioni la cui frequenza sia minore di quella del vicino ultravioletto, sono radiazioni non ionizzanti. Le radiazioni ionizzanti dunque, causano ionizzazione ed eccitazione delle molecole inducendo, così, un danno agli organismi viventi. Quando un sistema biologico viene esposto ad un campo di radiazioni ionizzanti, diviene sede di una serie di processi chimici, fisici e biologici, originati dal trasferimento di energia da parte della radiazione, che possono indurre un effetto sanitario sull’organismo stesso. Il problema fondamentale, è quello di riuscire a trovare una correlazione tra effetto sanitario e caratteristiche fisiche del campo di radiazione. Per i nuclei leggeri la configurazione nucleare risulta stabile in quanto il numero di protoni uguaglia quello dei neutroni. Al crescere del numero di protoni, quello di neutroni necessari a garantire la stabilità aumenta. Tale andamento è ben descritto dalla cosiddetta curva di stabilità. Un nucleo instabile in un dato istante tenderà a trasformarsi in un nucleo stabile (dopo una o più trasformazioni) attraverso un dato processo radioattivo. È impossibile prevedere quando un dato nucleo si trasformerà; si può solamente definire una certa probabilità di trasformazione. Questa probabilità è la stessa per tutti i nuclei di un dato nuclide e si mantiene costante nel tempo ed è detta costante radioattiva; essa si esprime in sec-1 e si indica con λ. Indicando con N il numero di nuclei instabili, λN rappresenterà il numero di nuclei che decadono nell’unità di tempo ed è chiamata Attività della sostanza radioattiva: A = A0exp(-λt) dove A0 rappresenta l’attività all’istante iniziale. Il Periodo di dimezzamento τ di una sostanza radioattiva è il tempo necessario affinché questa si riduca della metà ed è inversamente proporzionale a λ. Il Becquerel (Bq), esprime la quantità di radioattività e corrisponde ad una disintegrazione al secondo.
Prodotto: Volume
Edizioni Inail – giugno 2016
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