Il defeating di un dispositivo di interblocco associato ai ripari
la neutralizzazione di un dispositivo con funzioni di sicurezza per macchine ed attrezzature di lavoro- INAIL
Le linee di indirizzo contenute nella pubblicazione, edita nelle due lingue italiano e tedesco, sono state elaborate - dal gruppo di lavoro formato dal Laboratorio macchine ed attrezzature di lavoro del Dit dell’Inail insieme a Ministero del Lavoro, Gruppo Interregionale macchine e impianti, Federmacchine, UNI, UCIMA, Schmersal Italia S.p.A. - con l’intento di approfondire un argomento di grande rilevanza sociale e prevenzionale quale il defeating ovvero la neutralizzazione di un dispositivo con funzioni di sicurezza per macchine ed attrezzature di lavoro.[Immagine Il defeating di un dispositivo di interblocco associato ai ripari]Si configurano quindi come valido aiuto ai fabbricanti, datori di lavoro e progettisti che si confrontano con la necessità di utilizzare le prescrizioni contenute nella nuova edizione della norma entrata in vigore dal 1 maggio 2015.
Il documento è nato da una collaborazione tra Inail (Laboratorio macchine ed attrezzature di lavoro del Dit, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici), Ministero del Lavoro, Gruppo Interregionale macchine e impianti, Federmacchine, UNI, UCIMA, Schmersal Italia S.p.A., con l’intento di approfondire un argomento di grande rilevanza sociale e prevenzionale quale il defeating ovvero la neutralizzazione di un dispositivo con funzioni di sicurezza per macchine ed attrezzature di lavoro. La norma EN ISO 14119:2013 “Sicurezza del macchinario. Dispositivi di interblocco associati ai ripari. Principi di progettazione e scelta” fornisce delle indicazioni per la minimizzazione della possibilità di neutralizzazione in modo ragionevolmente prevedibile di detti dispositivi e definisce la neutralizzazione come l’azione che rende non funzionante o bypassa il dispositivo di interblocco, facendo sì che una macchina sia utilizzata in modo non previsto dal fabbricante o senza le necessarie misure di sicurezza. La neutralizzazione può configurarsi come un uso scorretto ragionevolmente prevedibile se riconducibile ad una non puntuale applicazione del principio di integrazione della sicurezza prescritto dalla direttiva macchine 2006/42/CE. I confini tra i comportamenti che si configurano come uso scorretto piuttosto che come uso scorretto ragionevolmente prevedibile sono largamente dibattuti. La norma EN ISO 12100:2010 “Sicurezza del macchinario - Principi generali di progettazione - Valutazione del rischio e riduzione del rischio”, fornisce alcune tipologie esemplificative di uso scorretto o di comportamento umano facilmente prevedibile da prendere in considerazione nella valutazione dei rischi, tra cui la scelta del comportamento derivante dall’adozione della “linea di minor resistenza” nell’esecuzione di un compito e il comportamento risultante da pressioni per tenere la macchina in esercizio in tutte le circostanze. Si ricorda che la sospensione della funzione di sicurezza di un dispositivo non è in assoluto vietata purché prevista e in tali casi si parla di condizioni di utilizzo a sicurezza sospesa ma con situazione di controllo del comando migliorato (ad esempio dispositivi di comando ad azione mantenuta, per spostamenti limitati, ….). Si ricorre a dette condizioni di utilizzo laddove si ha l’esigenza di eseguire alcune azioni di regolazione e di manutenzione con parti della macchina alimentate e/o in moto.
La neutralizzazione dei dispositivi di sicurezza quali i dispositivi di interblocco associati ai ripari derivante da un uso scorretto o da un uso scorretto ragionevolmente prevedibile, riveste una vera piaga sociale che si traduce in infortuni gravi e mortali che coinvolgono direttamente i lavoratori, gli installatori e i manutentori che operano sulle macchine. I datori di lavoro risultano anch’essi fortemente coinvolti in quanto soggetti incaricati a prendere le misure necessarie affinché i rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro siano ridotti al minimo e a impedire che le stesse attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte. Questa attività in carico al datore di lavoro1 , si espleta sin dalle fasi di scelta del prodotto macchina/attrezzatura di lavoro che deve essere idonea ai fini della salute e sicurezza ed adeguata al lavoro da svolgere o adatta a tali scopi. Inoltre il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori macchine/attrezzature di lavoro conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto oppure conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all’allegato V del d.lgs. 81/08. In quest’ultimo caso, ovvero macchine non marcate CE, diventa essenziale, tenendo conto della vetustà del prodotto, una adeguata valutazione ed analisi del rischio della macchina con l’obiettivo di stabilire se i dispositivi di sicurezza (quali anche gli interblocchi), sono ancora efficienti. Ancora il datore di lavoro ha l’obbligo, in caso di riparazione, di trasformazione o di manutenzione di incaricare lavoratori qualificati a svolgere in maniera specifica tali compiti2 . Detti obblighi devono tenere conto dell’evoluzione dello stato dell’arte. La neutralizzazione può avvenire mediante una manomissione o mediante una manipolazione o mediante un’elusione (vedere le definizioni nell’apposita sezione del presente documento), azioni che comportano un bypass completo dei dispositivi di sicurezza ma che talvolta implicano conseguenze diverse, in funzione delle scelte progettuali operate, sia sulla severità degli eventi incidentali sia sulla responsabilità dei soggetti coinvolti. L’uso scorretto ragionevolmente prevedibile deve essere tenuto in considerazione dal fabbricante in sede di progettazione e di costruzione della macchina, nonché all’atto della redazione delle istruzioni come richiesto dal punto 1.1.2c dell’allegato I del d.lgs. 17/10. Tale mancata rispondenza al requisito della direttiva macchine sopra citato investe direttamente le responsabilità del fabbricante della stessa in quanto, attraverso le scelte operate, può incentivare ad utilizzare la macchina in modo difforme da quanto previsto dallo stesso fabbricante nelle istruzioni d’uso. Il documento proposto affronta le criticità sopra evidenziate con riferimento ai dispositivi di interblocco associati ai ripari con o senza bloccaggio del riparo. Il documento nei suoi contenuti rappresenta una guida alla lettura dei principali cambiamenti che la norma EN ISO 14119:2013 “Sicurezza del macchinario.
Dispositivi di interblocco associati ai ripari. Principi di progettazione e scelta”, ha introdotto rispetto alla previgente EN 1088:2007 che è rimasta in vigore fino al 30 aprile 2015. La nuova stesura della norma mette in evidenza la necessità che il normatore ha recepito di rendere sempre più difficili, mediante la scelta e la progettazione dei dispositivi in oggetto, la rimozione o la modifica senza autorizzazione dei dispositivi di sicurezza3 fornendo ai fabbricanti le indicazioni necessarie in linea con lo stato dell’arte. I principali cambiamenti introdotti, su cui ci soffermeremo nel presente documento, sono: - la nuova classificazione e relativa definizione di quattro differenti tipi di interblocco; - la nuova scomposizione in elementi dei dispositivi di interblocco e valutazione delle problematiche connesse al singolo elemento; - la minimizzazione delle possibilità di “neutralizzazione in un modo ragionevolmente prevedibile” in fase di progettazione e le misure per minimizzarne la possibilità di accadimento; - le considerazioni sulle condizioni ambientali per la scelta del dispositivo di interblocco; - il dimensionamento ed il posizionamento dei dispositivi di interblocco con funzione di blocco in base alla forza di tenuta; - le funzioni supplementari di sbloccaggio.
Prodotto: Volume
Edizioni: Inail - 2016
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete (.pdf - 14,4 mb)
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