Contaminazione da micotossine in ambito agro-zootecnico
Misure di prevenzione per la riduzione del rischio
Il lavoro è il risultato del progetto di prevenzione “Definizione e divulgazione di una buona prassi di lavoro per la riduzione del rischio derivante dalla contaminazione di micotossine in ambito agro-zootecnico”, realizzato a seguito di avviso pubblico per la presentazione di progetti diretti alla prevenzione della salute e della sicurez-za nei luoghi di lavoro.
Il progetto, presentato dal Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e realizzato in collaborazio- ne con la Direzione regionale Inail Campania, ha esaminato i rischi derivanti dall’e- sposizione a micotossine dei lavoratori del settore agro-zootecnico.
Le patologie respiratorie professionali o occupazionali sono condizioni patologi- che causate o aggravate da sostanze a cui si è esposti sul posto di lavoro. L'impatto di tali patologie è sottovalutato a causa della non emersione del problema nella sua dimensione reale. Ad esempio, è probabile che una patologia professionale ad andamento cronico si manifesti negli anziani non più in età lavorativa, ma come conseguenza diretta dell’alta frequenza di esposizione durante l’impiego.
L'asma rappresenta la patologia professionale più diffusa. Si stima che una riacu- tizzazione grave su sette sia associata all’esposizione a sostanze nocive sul posto di lavoro; inoltre, si ritiene che tali esposizioni siano responsabili di circa il 15% di tutti i casi di asma negli adulti.
Sintomi riconducibili ad uno stato asmatico e a patologie dell’apparato respirato- rio già esistenti possono peggiorare o insorgere a causa di un ambiente lavorativo non idoneo per cui il controllo del luogo di lavoro e della corretta esecuzione delle procedure operative rappresentano condizioni di particolare rilievo per impedire il peggioramento o prevenire questo genere di patologie.
Lesioni acute da inalazione possono verificarsi nel corso di un incidente, nel quale si verifica un'improvvisa esposizione su larga scala a sostanze nocive; tali incidenti possono comportare la liberazione di prodotti chimici, incendi, esplosioni di gas o l’esposizione ad un elevato quantitativo di polveri. Altre cause di lesioni acute delle vie respiratorie possono essere quelle correlabili ad infezioni professionali nel set- tore agro-zootecnico imputabili ad es. a Tubercolosi e Febbre Q.
La Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è principalmente dovuta al fumo, tuttavia alcuni studi suggeriscono che il 15-20% dei casi di BPCO siano causati almeno in parte da alcune sostanze o agenti riscontrabili sul posto di lavoro (polveri minerali, gas irritanti o vapori presenti nell'aria). L’alveolite allergica estrinseca e altre intersti- ziopatie polmonari possono essere causate da reazioni allergiche verso eterogenei contaminanti di origine chimica o microbiologica presenti nell'ambiente lavorativo.
È in continua crescita il numero di sostanze xenobiotiche potenzialmente associa- te all'asma e altre patologie delle vie aeree (proteine sintetiche componenti dei tessuti, detergenti e colle, agenti metallici impiegati in impianti industriali, sostanze usate in vernici e spray, ecc.), tra le quali si includono anche proteine di origine animale e vegetale.
L’esposizione ai micromiceti e alle micotossine (metaboliti fungini tossici di origine vegetale), rinvenibili nei prodotti dell’agricoltura, può costituire un’importante causa o concausa determinante l’insorgenza e/o la progressione delle patologie respiratorie nel settore agro-zootecnico.
Tuttavia, mentre sono noti gli effetti dei funghi del genere Stachybotrys e delle relative micotossine sintetizzate sulla salute dei residenti in edifici danneggiati dall’ac- qua, e sono state fatte molteplici correlazioni tra esposizione a polveri di granaglie contaminate da micotossine e problemi respiratori nei lavoratori agricoli, non sono stati condotti, a tutt’oggi, studi sistematici mirati a definire le soglie di tossi- cità per inalazione e il ruolo di questi contaminanti nelle problematiche respirato- rie di origine occupazionale. Allo stesso tempo non sono ancora stati stabiliti valori standard di riferimento anche occupazionali per tutelare la salute umana e per consentire un adeguato controllo dell’esposizione negli ambienti chiusi e aperti. Per quanto riguarda i fattori di rischio professionali il dm del 9 aprile 2008 “Nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura” (Ministero del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministero della salute) inserisce sia l’alveolite allergica estrinseca con o senza evoluzione fibrotica (per lavorazioni che comportano esposizione a miceti quali penicilli e aspergilli attraverso la mani- polazione e lo stoccaggio di granaglie e all’azione dell’acido solforico, acido nitrico, cemento, cadmio, leghe e composti, fusione del vetro, ecc.), sia l’asma con le sue conseguenze dirette (per esposizioni a miceti nella polvere di granaglie e/o farine e cereali oltre che a lavorazioni che espongono all’azione di aldeidi e derivati, cromo, nichel e vanadio e loro leghe e composti, ecc.) tra le malattie professionali riconosciute e indennizzabili dall’Inail.
Stabilire livelli di sicurezza nell’esposizione ad agenti contaminanti e suggerire buone prassi di lavoro rappresentano due fasi importanti e necessarie nel processo di valutazione della sicurezza del lavoratore anche considerando che le malattie occupazionali sono identificate, in linea di principio, come più facilmente preveni- bili rispetto ad altre causate da fattori genetici, stile di vita o ambiente.
Tale approccio, ha due ricadute fondamentali: la prima, diretta, è la tutela della salute del lavoratore; la seconda, indiretta, è il contributo alla riduzione della spesa pubblica sanitaria.
Fonte:INAIL
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