Cariche elettrostatiche polveri combustibili

generazione di cariche elettrostatiche durante la movimentazione di polveri combustibili

La generazione di cariche elettrostatiche durante la movimentazione di polveri combustibili rappresenta un rischio significativo in vari settori industriali. Questo fenomeno avviene principalmente quando le particelle di polvere si sfregano tra loro o contro superfici conduttrici o non conduttrici, creando una separazione di carica che può portare all'accumulo di cariche elettrostatiche.

Rischi associati:

Accensione delle polveri: Se la carica elettrostatica accumulata si scarica sotto forma di scintilla in un'atmosfera con polveri combustibili in sospensione, può provocare l'esplosione o l'incendio della polvere.
Esplosioni secondarie: L'accensione di una piccola quantità di polvere può sollevare altra polvere, creando una nube combustibile che, se incendiata, provoca una seconda esplosione più pericolosa.

Fonti di carica elettrostatica:

Flusso di polvere: Quando la polvere scorre lungo tubazioni, condotti o scivola su superfici.
Frizione tra particelle: Le particelle di polvere, durante il trasporto o la miscelazione, possono generare cariche.
Materiali isolanti: I serbatoi, i sacchi o i macchinari fatti di materiali non conduttori (come la plastica) possono favorire l'accumulo di cariche statiche.

Misure di prevenzione:

Messa a terra e bonding: Collegare elettricamente tutte le superfici metalliche per evitare l'accumulo di carica e permettere la sua dissipazione in sicurezza.
Umidificazione dell'ambiente: Mantenere un certo livello di umidità nell'aria (tipicamente sopra il 60%) per ridurre la generazione di carica elettrostatica.
Utilizzo di materiali antistatici: Preferire tubazioni, contenitori e attrezzature realizzate con materiali che minimizzano l'accumulo di cariche elettrostatiche.
Controllo delle concentrazioni di polveri: Ridurre il più possibile la concentrazione di polveri in sospensione nell'aria per limitare la formazione di nubi esplosive.
Sistemi di ventilazione: Garantire un'adeguata ventilazione per ridurre la possibilità di esplosioni.

Normative e standard:

L'industria deve rispettare normative specifiche come la ATEX (in Europa) e la NFPA 654 (negli Stati Uniti), che forniscono linee guida dettagliate per la gestione delle polveri combustibili e la prevenzione dei rischi associati all'accumulo di cariche elettrostatiche.

L'accensione delle polveri è un fenomeno estremamente pericoloso, soprattutto in ambienti industriali dove vengono manipolate polveri combustibili. Le polveri sottili, quando sono in sospensione nell'aria, possono formare una miscela esplosiva se entrano in contatto con una sorgente di accensione, come una scintilla o una fiamma.

Meccanismi di accensione delle polveri:

Sorgenti di accensione elettrostatica: Le scariche elettrostatiche generate dall'accumulo di carica, causato da frizione o movimento di materiali, possono innescare l'accensione di una nube di polvere.

Superfici calde: Se la polvere viene a contatto con superfici che hanno temperature superiori al punto di autoaccensione della polvere stessa, può prendere fuoco spontaneamente.

Scintille meccaniche: Le scintille prodotte da attrito tra materiali metallici o da collisioni accidentali possono essere una fonte di innesco.

Fiamme libere o archi elettrici: Qualsiasi fiamma aperta, arco elettrico o sorgente di calore non protetta può facilmente provocare l'accensione di polveri combustibili.

Fattori che influenzano l'accensione delle polveri:

Concentrazione della polvere: Esiste un intervallo critico di concentrazione, noto come limite inferiore di esplosività (LIE), al di sotto del quale la polvere non può esplodere, e un limite superiore, oltre il quale l'aria è satura di polvere e non si verifica esplosione.

Dimensione delle particelle: Le particelle più piccole tendono ad essere più pericolose perché hanno una maggiore superficie esposta rispetto alla massa, il che facilita l'ossidazione e la combustione.

Umidità: Un ambiente secco favorisce la generazione di cariche elettrostatiche e aumenta il rischio di esplosione. Un'umidità adeguata può ridurre significativamente il rischio di accensione.

Energia di accensione minima (MIE): Ogni polvere ha una energia di accensione minima diversa, che rappresenta la quantità minima di energia necessaria per innescare una combustione.

Tipologie di accensioni:

Esplosioni primarie: Avvengono quando una piccola quantità di polvere sospesa viene accesa da una scintilla o da una fiamma. Queste esplosioni sono generalmente contenute, ma possono sollevare polveri depositate nelle vicinanze.

Esplosioni secondarie: Queste sono esplosioni più devastanti, innescate dalla dispersione di polveri depositate, sollevate dall'onda d'urto dell'esplosione primaria. Sono spesso la causa di gravi danni in incidenti industriali.

Prevenzione dell'accensione:

Controllo delle sorgenti di accensione: Isolare e proteggere tutte le possibili sorgenti di scintille, superfici calde e fiamme libere.
Sistemi di rilevazione delle scintille: Installare sistemi automatici che rilevano scintille o sovratemperature e interrompono immediatamente il flusso di polveri o attivano sistemi di spegnimento.
Inertizzazione: Ridurre la concentrazione di ossigeno in alcune attrezzature critiche (come i silos o i reattori) introducendo gas inerti come l'azoto.
Sistemi di messa a terra: Assicurarsi che tutte le apparecchiature siano correttamente messe a terra per prevenire l'accumulo di cariche elettrostatiche.
Controllo delle polveri depositate: Pulire regolarmente le superfici per evitare l'accumulo di polveri combustibili.

Le esplosioni secondarie sono tra gli incidenti più pericolosi e devastanti che possono verificarsi durante la lavorazione di polveri combustibili. Queste esplosioni avvengono a seguito di un'esplosione primaria e possono causare danni estesi, poiché spesso coinvolgono una quantità molto maggiore di polveri.

Come si verificano le esplosioni secondarie:

Esplosione primaria: Una piccola esplosione iniziale si verifica quando una fonte di accensione (come una scintilla o una fiamma) accende una nube di polvere in sospensione. Questo tipo di esplosione tende ad essere contenuta in uno spazio relativamente limitato.

Sollevamento della polvere depositata: L'onda d'urto generata dall'esplosione primaria solleva polvere combustibile accumulata su superfici come pavimenti, travi, macchinari o condotti. Questa polvere, una volta sospesa nell'aria, forma una nube combustibile.

Innesco dell'esplosione secondaria: La nube di polvere sollevata può essere innescata immediatamente dall'esplosione primaria o da altre fonti di accensione. Questo porta a una seconda esplosione, generalmente più potente e pericolosa perché coinvolge una quantità molto maggiore di polvere rispetto alla prima.

Perché le esplosioni secondarie sono così pericolose:

Effetto cumulativo: L'esplosione secondaria può causare danni molto più gravi rispetto all'esplosione primaria. L'onda d'urto più intensa e la maggiore quantità di energia liberata possono provocare il collasso di strutture, il danneggiamento di impianti, e il propagarsi di ulteriori esplosioni in altre parti dell'impianto.

Polveri accumulate: Le polveri combustibili possono depositarsi nel tempo su superfici alte o difficilmente accessibili. Questi depositi, invisibili o trascurati, diventano un pericoloso combustibile per esplosioni secondarie.

Propagazione rapida: Poiché le polveri sollevate si diffondono rapidamente, l'esplosione secondaria può propagarsi in ambienti più grandi, coinvolgendo più reparti o sezioni dell'impianto industriale.

Esempi di esplosioni secondarie:

Numerosi incidenti industriali sono stati causati da esplosioni secondarie, come nei settori del legno, delle farine, della chimica e del metallo. In molti casi, le esplosioni secondarie hanno provocato il maggior numero di vittime e danni strutturali.


Misure di prevenzione contro le esplosioni secondarie:

Controllo e pulizia delle polveri depositate: Rimuovere regolarmente le polveri depositate su superfici elevate o difficilmente accessibili, come travi, macchinari, impianti di ventilazione e condotti. Una pulizia frequente riduce la quantità di polvere disponibile per un'esplosione secondaria.

Ventilazione adeguata: I sistemi di ventilazione devono essere progettati per ridurre al minimo la sospensione delle polveri. Una ventilazione efficace può ridurre la concentrazione di polveri nell'aria e limitare la formazione di nubi esplosive.

Sistemi di spegnimento: Installare dispositivi di rilevazione e soppressione delle esplosioni, come sensori di pressione o sistemi di spegnimento automatico, può ridurre il rischio che un'esplosione primaria si trasformi in un'esplosione secondaria.

Inertizzazione: L'utilizzo di gas inerti (come l'azoto) in alcune aree critiche può prevenire l'innesco di nubi di polvere sospesa.

Formazione del personale: È fondamentale che il personale sia consapevole dei rischi di esplosioni secondarie e riceva una formazione adeguata su come identificare e mitigare i pericoli. Procedure di emergenza e piani di evacuazione devono essere chiari e ben praticati.

Il flusso di polvere si riferisce al movimento delle particelle di polvere in sistemi di trasporto o movimentazione, come tubazioni, condotti o nastri trasportatori. Questo fenomeno è comune nei processi industriali che coinvolgono materiali solidi in polvere, come nei settori chimico, alimentare, farmaceutico, metallurgico e altri. Il flusso di polvere può rappresentare diversi rischi, tra cui il potenziale accumulo di cariche elettrostatiche, l'intasamento, l'usura delle attrezzature e, soprattutto, il rischio di esplosione.

Caratteristiche del flusso di polvere:

Comportamento delle particelle: Le particelle di polvere tendono a comportarsi in modi complessi a causa della loro piccola dimensione e della loro interazione con le superfici e tra di loro. Il flusso può essere influenzato da fattori come l'umidità, la dimensione delle particelle e la natura del materiale (abrasivo, coesivo, ecc.).

Tipologie di flusso:

Flusso fluido: Quando la polvere si muove in modo simile a un fluido, come in un condotto in cui viene trasportata dall'aria o da un altro gas. Questo è comune nel trasporto pneumatico.
Flusso coesivo: Le polveri che tendono ad aderire tra loro possono dare luogo a un flusso disomogeneo e più lento, con il rischio di formare blocchi o intasamenti.
Flusso a gravità: La polvere si muove sotto l'effetto della gravità, come nei silos o nei tramogge di scarico.

Problemi di segregazione: Durante il flusso, le particelle di polvere di dimensioni diverse possono separarsi (segregazione), con le particelle più grandi che si accumulano in alcune aree e quelle più piccole in altre. Questo può causare una miscelazione non uniforme del prodotto.

Rischi associati al flusso di polvere:

Accumulo di cariche elettrostatiche: Il movimento della polvere attraverso tubi o superfici isolanti può generare cariche elettrostatiche. Se non adeguatamente dissipate, queste cariche possono accumularsi e innescare un'esplosione in presenza di una nube di polvere combustibile.

Esplosione di polveri: Il trasporto di polveri, in particolare nelle industrie chimiche o alimentari, può creare nubi di polvere sospesa che, se innescate da una scintilla o da una sorgente di calore, possono causare esplosioni. Il flusso rapido in condotti chiusi può aumentare il rischio di formazione di nubi di polvere in sospensione.

Usura delle attrezzature: Le polveri abrasive (come quelle metalliche) possono causare l'usura di tubi, valvole, filtri e altre attrezzature di movimentazione. Questo può portare a costi di manutenzione elevati e alla necessità di sostituzione frequente delle parti soggette a usura.

Bloccaggi e intasamenti: Le polveri coesive o igroscopiche possono aderire tra loro o alle pareti delle tubazioni, causando blocchi che interrompono il flusso. Questo è un problema particolarmente comune con materiali che assorbono umidità.

Contaminazione del prodotto: Durante il trasporto di polveri, può esserci il rischio di contaminazione incrociata tra lotti o tipi diversi di polveri. È essenziale un'accurata pulizia delle attrezzature di trasporto per evitare questo problema.

Soluzioni per la gestione sicura del flusso di polvere:

Messa a terra delle attrezzature: Assicurare che tutte le parti metalliche del sistema di trasporto siano adeguatamente collegate a terra per dissipare le cariche elettrostatiche e prevenire scariche elettrostatiche pericolose.

Controllo delle polveri in sospensione: Utilizzare sistemi di contenimento, come filtri e separatori, per ridurre la quantità di polvere sospesa nell'aria, limitando così il rischio di esplosione.

Sistemi di trasporto adeguati: Scegliere il tipo di trasporto più adatto alle caratteristiche della polvere. Ad esempio, i sistemi di trasporto pneumatico possono essere utili per polveri che scorrono bene, mentre i trasportatori a vite possono essere preferibili per materiali coesivi.

Prevenzione del bloccaggio: L'uso di additivi anti-bloccaggio o l'installazione di sistemi vibranti nei serbatoi e nei tubi può aiutare a prevenire l'accumulo di polvere e il blocco del flusso.

Controllo dell'umidità: Mantenere il livello di umidità appropriato nella polvere e nell'ambiente può prevenire l'accumulo di cariche elettrostatiche e ridurre il rischio di esplosione. Tuttavia, l'umidità deve essere gestita attentamente per evitare problemi di bloccaggio.

La frizione tra particelle è un fenomeno che si verifica quando particelle di polvere o granuli si sfregano tra di loro o contro superfici circostanti durante la movimentazione, come il trasporto, la miscelazione o la manipolazione. Questo contatto continuo può avere effetti significativi, soprattutto in ambienti industriali, e può portare a fenomeni importanti come l'accumulo di cariche elettrostatiche, l'erosione e la generazione di calore. Questi effetti sono particolarmente rilevanti quando si tratta di polveri combustibili o reattive.

Implicazioni della frizione tra particelle:

Generazione di cariche elettrostatiche: La frizione tra particelle, soprattutto in sistemi di trasporto o movimentazione, è una delle principali fonti di accumulo di cariche elettrostatiche. Quando le particelle si sfregano tra loro o contro superfici conduttrici o non conduttrici, si verifica uno scambio di elettroni, con la conseguente formazione di cariche statiche sulle particelle stesse.

Se queste cariche non vengono dissipate adeguatamente (ad esempio, attraverso la messa a terra), possono accumularsi e raggiungere livelli sufficienti a causare una scarica elettrostatica. In presenza di una nube di polvere combustibile, una scarica elettrostatica può essere sufficiente per innescare un'esplosione.

Attrito e usura: L'attrito costante tra particelle, soprattutto se abrasive, può causare l'usura delle attrezzature. Sistemi di trasporto, tubazioni e altre apparecchiature che manipolano polveri possono essere soggetti a deterioramento nel tempo, specialmente se il materiale movimentato è duro o abrasivo, come polveri metalliche o minerali. Questa usura può portare a:

Riduzione dell'efficienza dei sistemi di trasporto.
Aumento dei costi di manutenzione, poiché le parti soggette a usura devono essere sostituite frequentemente.
Perdita di prodotto, a causa di fuoriuscite o guasti dell'attrezzatura.

Generazione di calore: La frizione tra particelle può anche generare calore. Se il flusso di polvere è intenso, o se le particelle sono molto abrasive, la temperatura all'interno del sistema di movimentazione può aumentare. In situazioni estreme, questo calore può raggiungere livelli pericolosi, contribuendo all'innesco di una combustione o di un'esplosione, specialmente quando si lavora con materiali combustibili o reattivi.

Agglomerazione e coesione: In alcuni casi, la frizione tra particelle può causare un fenomeno chiamato coesione o agglomerazione, in cui le particelle si attaccano tra loro, formando grumi o blocchi. Questo problema è comune con polveri umide o con polveri che tendono a essere igroscopiche (che assorbono umidità dall'ambiente). L'agglomerazione può ostacolare il flusso di polvere, causando blocchi nei sistemi di trasporto o nelle apparecchiature di stoccaggio.

Effetto di segregazione: Durante la movimentazione, particelle di dimensioni diverse tendono a separarsi a causa della frizione differenziale. Questo fenomeno è noto come segregazione. Le particelle più piccole possono migrare verso il basso, mentre le particelle più grandi tendono a rimanere in superficie. La segregazione può causare problemi nei processi in cui è importante mantenere una miscelazione uniforme del prodotto, compromettendo la qualità del materiale lavorato.

Prevenzione e controllo dei rischi associati alla frizione tra particelle:

Messa a terra e bonding: Uno dei metodi principali per prevenire gli effetti delle cariche elettrostatiche generate dalla frizione tra particelle è garantire che tutte le superfici metalliche siano correttamente collegate a terra. Questo permette di dissipare le cariche accumulate in modo sicuro, prevenendo la formazione di scariche elettrostatiche.

Riduzione dell'attrito:

Lubrificazione: In alcuni processi, è possibile utilizzare lubrificanti o agenti antiadesivi per ridurre l'attrito tra le particelle e prevenire l'usura delle attrezzature.
Materiali resistenti all'usura: L'uso di materiali più resistenti all'abrasione nei sistemi di trasporto o nei tubi può ridurre i danni dovuti all'attrito costante.

Controllo della temperatura: È essenziale monitorare e controllare la temperatura all'interno dei sistemi di movimentazione, specialmente quando si lavora con materiali combustibili o soggetti a ignizione. Sistemi di raffreddamento o ventilazione possono essere utilizzati per dissipare il calore generato dalla frizione.

Prevenzione dell'agglomerazione:

Gestione dell'umidità: Mantenere un controllo rigoroso dell'umidità all'interno dell'ambiente di lavoro può prevenire la formazione di agglomerati, riducendo il rischio di blocchi nei sistemi di trasporto.
Utilizzo di agenti fluidificanti: In alcuni processi, si possono aggiungere additivi fluidificanti per migliorare il flusso delle polveri e ridurre la coesione tra particelle.

Sistemi di monitoraggio e rilevamento:

Rilevatori di scintille: Questi dispositivi possono identificare la presenza di scintille generate da scariche elettrostatiche e attivare sistemi di spegnimento o di soppressione delle esplosioni.
Sensori di temperatura: Monitorare costantemente la temperatura nelle attrezzature di movimentazione per individuare eventuali aumenti critici dovuti all'attrito.

Le misure di prevenzione indicate sono fondamentali per garantire la sicurezza nei processi industriali che coinvolgono polveri combustibili o polveri che possono generare cariche elettrostatiche. Di seguito una descrizione dettagliata di ciascuna misura:

1. Messa a terra e bonding:

Descrizione: La messa a terra consiste nel collegare elettricamente tutte le parti metalliche di attrezzature, macchinari, tubazioni e superfici per evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche. Il bonding (o equipotenziale) si riferisce al collegamento di diverse superfici metalliche tra di loro, per garantire che non ci siano differenze di potenziale tra di esse.
Importanza: L'accumulo di cariche elettrostatiche può portare a scariche che, in presenza di polveri combustibili in sospensione, possono innescare esplosioni. La messa a terra permette alle cariche di dissiparsi in sicurezza.
Esempi di applicazione: Utilizzo di cavi di messa a terra per collegare silos, nastri trasportatori e altre apparecchiature. Verifica periodica dell'integrità dei collegamenti di messa a terra.

2. Umidificazione dell'ambiente:

Descrizione: Mantenere un livello di umidità relativa dell'aria superiore al 60% è una misura efficace per ridurre l'accumulo di cariche elettrostatiche durante la movimentazione delle polveri. Un ambiente secco favorisce infatti la generazione di cariche elettrostatiche, mentre un ambiente umido aumenta la conduttività dell'aria, facilitando la dissipazione delle cariche.
Importanza: Aumentare l'umidità dell'aria riduce il rischio che le polveri si carichino elettrostaticamente e previene possibili scariche.
Esempi di applicazione: Installazione di sistemi di controllo dell'umidità e monitoraggio costante dei livelli di umidità nell'aria. Utilizzo di umidificatori nelle aree dove le polveri vengono movimentate o stoccate.

3. Utilizzo di materiali antistatici:

Descrizione: L'uso di materiali antistatici o dissipativi nei sistemi di trasporto e movimentazione delle polveri è un'altra misura preventiva. I materiali antistatici hanno una bassa resistenza elettrica, permettendo alle cariche di dissiparsi facilmente, evitando così l'accumulo.
Importanza: Riduce la possibilità che si accumulino cariche elettrostatiche che possono dar luogo a scintille o scariche.
Esempi di applicazione: Utilizzo di tubazioni e nastri trasportatori realizzati con materiali antistatici o rivestiti con trattamenti conduttivi. Scelta di contenitori e tramogge in materiali che non accumulano cariche, come alcune plastiche antistatiche o metalli con messa a terra.

4. Controllo delle concentrazioni di polveri:

Descrizione: Mantenere le concentrazioni di polveri sospese nell'aria al di sotto dei livelli critici (ovvero i limiti inferiori di esplosività o LIE) è essenziale per evitare la formazione di nubi di polveri potenzialmente esplosive.
Importanza: Anche in presenza di una fonte di ignizione, un'esplosione non può avvenire se la concentrazione di polveri nell'aria è inferiore al LIE. Ridurre la sospensione di polveri diminuisce anche la possibilità che queste entrino in contatto con scintille o fiamme.
Esempi di applicazione: Uso di contenitori sigillati, aspiratori industriali e sistemi di raccolta delle polveri per minimizzare la polvere sospesa. Controlli periodici per verificare la pulizia degli ambienti e ridurre l'accumulo di polveri sulle superfici.

5. Sistemi di ventilazione:

Descrizione: La ventilazione adeguata è una misura di sicurezza fondamentale per mantenere bassi i livelli di polveri sospese e diluire eventuali concentrazioni di vapori infiammabili. I sistemi di ventilazione devono essere progettati per aspirare e filtrare le polveri dall'aria in modo sicuro, riducendo il rischio di formazione di nubi esplosive.
Importanza: Riduce il rischio di esplosioni prevenendo l'accumulo di polveri nell'aria e la formazione di nubi concentrate di polvere combustibile.
Esempi di applicazione: Installazione di cappe di aspirazione, filtri antipolvere, e ventilatori nelle aree di lavorazione e movimentazione delle polveri. Controllo e manutenzione regolare dei sistemi di ventilazione per garantire che funzionino correttamente.

L'intervallo critico di concentrazione per le polveri combustibili è un intervallo specifico di concentrazioni di polveri sospese nell'aria entro il quale può verificarsi un'esplosione, noto anche come il range di esplosività. Questo intervallo è delimitato da due parametri principali:


LIE e il LSE
1. Limite inferiore di esplosività (LIE):

Il Limite Inferiore di Esplosività (LIE), o Lower Explosive Limit (LEL) in inglese, è la concentrazione minima di polveri in sospensione nell'aria necessaria per innescare un'esplosione in presenza di una fonte di ignizione.
Al di sotto di questo limite, la concentrazione di polveri è troppo bassa per sostenere la combustione, quindi, anche se si verifica una scintilla o una fiamma, l'esplosione non avviene. In pratica, non c'è sufficiente combustibile (la polvere) per propagare la reazione esplosiva.

2. Limite superiore di esplosività (LSE):

Il Limite Superiore di Esplosività (LSE), o Upper Explosive Limit (UEL) in inglese, rappresenta la concentrazione massima di polveri in sospensione nell'aria oltre la quale non può avvenire un'esplosione.
Al di sopra di questo limite, l'aria è satura di polveri, il che significa che c'è troppo poco ossigeno disponibile per sostenere la combustione. In questo caso, la miscela è "troppo ricca" di combustibile e non esploderà anche se esposta a una fonte di ignizione.

Esempio:

Supponiamo che una certa polvere combustibile abbia i seguenti valori di LIE e LSE:

LIE = 50 g/m³: al di sotto di questa concentrazione (ad esempio, 30 g/m³), la polvere non può esplodere perché la miscela è troppo povera di combustibile.
LSE = 2000 g/m³: al di sopra di questa concentrazione (ad esempio, 2500 g/m³), la polvere non esplode perché c'è troppo poco ossigeno nell'aria per sostenere la combustione.

Importanza pratica:

Conoscere questi limiti è essenziale per prevenire esplosioni nei processi industriali. Le misure di sicurezza si concentrano spesso sul mantenere la concentrazione di polveri al di sotto del LIE attraverso l'uso di sistemi di aspirazione, ventilazione e filtri per ridurre la polvere sospesa nell'aria. Allo stesso tempo, nei casi in cui esiste un potenziale rischio di superamento del LSE, è importante monitorare la qualità dell'aria e la concentrazione di ossigeno per evitare condizioni pericolose.

Fattori che influenzano il LIE e il LSE:

Tipo di polvere: Ogni polvere combustibile ha un proprio LIE e LSE, determinato dalla sua composizione chimica, dimensione delle particelle, e altre caratteristiche fisiche.
Umidità: L'umidità può influire sulla concentrazione delle polveri in sospensione e quindi sui limiti di esplosività.
Pressione e temperatura: L'ambiente di lavoro può influire sul range di esplosività, poiché la temperatura e la pressione possono alterare la capacità di combustione della miscela.

Misure di sicurezza:

Monitoraggio delle concentrazioni di polveri: Sistemi di sensori e monitoraggio in continuo possono essere utilizzati per misurare la concentrazione di polveri nell'aria e mantenere i livelli sotto il LIE.
Ventilazione adeguata: Garantire che l'aria sia sufficientemente diluita riduce il rischio di superare il LIE.
Pulizia regolare: Rimuovere regolarmente le polveri accumulate su superfici e attrezzature per ridurre la possibilità che polveri depositate vengano sollevate e creino nubi pericolose.

In sintesi, operare al di fuori di questo intervallo critico di concentrazione (sia al di sotto del LIE che al di sopra del LSE) è fondamentale per prevenire il rischio di esplosioni.

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