Bonifica dell'amianto

Confinamento statico e dinamico

L'amianto è un minerale a struttura fibrosa con elevate caratteristiche di isolamento termico, acustico e di resistenza ad agenti chimici e fisici. Per queste sue proprietà, ha avuto in passato un vasto utilizzo.

L'amianto è risultato essere pericoloso per la salute a causa delle fibre di cui è costituito e che possono essere inalate.

La legge 257/92 ha vietato in Italia, la produzione, il commercio, l'estrazione e l'importazione di amianto e dei prodotti che lo contengono.

Attualmente l'esposizione a polveri di amianto consegue agli interventi di rimozione dei materiali che lo contengono.

In questa sezione  si possono trovare i documenti relativi agli interventi svolti dallo SPISAL relativamente al tema dell'amianto.

Si trova anche l'informazione relativa all'esenzione per lavoratori ex esposti ad amianto.

Si trovano infine anche i documenti elaborati durante un corso effettuato per il personale di questo Servizio relativamente al D.Lgs. 81/08, nel corso del quale si è cercato di evidenziare le differenze più significative tra la vecchia normativa e il nuovo decreto.

Nelle case, negli anni passati l'amianto è stato utilizzato principalmente nelle tubazioni di scarico dei bagni o dei pluviali, cassoni dell'acqua generalmente presenti nelle soffitte o cantine, canne fumarie, cappe delle cucine, lastre ondulate o tegole utilizzate prettamente per tettoie, garage, capanne, tetti. In maniera più rara un'altro utilizzo veniva fatto con delle lastre poste dietro i caloriferi. Queste in linea di massima sono le principali forme di utilizzo anche in base a i nostri interventi quotidiani di rimozione. Ciò non toglie che si possa in maniera minore trovarlo anche in altri manufatti.

La pericolosità sta nell'usura, bandito in maniera definitiva nel 1992, ad oggi come minimo il manufatto avrebbe venti anni. Trascorsi così tanti anni e con l'aggravarsi dell'inquinamento atmosferico sono sorti i primi problemi relativamente a questo tipo di manufatti. Infatti le piogge tendono a disgregare la matrice cementizia dell'impasto cemento-amianto, la sua continua erosione aumenta la porosità delle lastre e le fibre d'amianto, prima ben inglobate nel cemento, si disperdono nell'ambiente diventando ben presto una minaccia per la salute dell'uomo.

Principalmente è dannoso se inalato. Le sue fibre sono talmente sottili che l'organismo non riesce a smaltilrle depositandosi, all'interno del nostro organismo anche per venti o quaranta anni, negli alveoli polmonari dando in molti casi sfogo a varie forme di tumore dell'apparato respiratorio.

Come descritto sopra in linea generale questi sono i principali manufatti prodotti in eternit o amianto, ma in caso di dubbio si possono eseguire delle analisi chimiche fatte da laboratori specializzati con cui noi collaboriamo. Oppure tramite ditte specializzate in rimozione e smaltimento che attraverso la propria esperienza sapranno accertare e indicare gli eventuali interventi da adottare.

Se si ha l'intenzione di fare qualsiasi intervento, la miglior cosa è chiamare una ditta specializzata in rimozione e smaltimento amianto che saprà indicarvi le migliori soluzioni da adottare. Altrimenti contattare l'ASL del proprio comune per comunicare la sua presenza. Poi la ASL vi fornirà tutti i chiarimenti in merito.

 proprietari degli immobili hanno l'obbligo di comunicare alla propria ASL competente i dati relativi alla presenza di amianto, come stabilito dall’articolo 12 comma 5 della legge 257/92. L ’ASL a questo punto provvederà al censimento e alla valutazione del rischio che consiste nell'individuare la pericolosità del manufatto e di valutarne il rischio di deterioramento. 

I proprietari degli immobili hanno l'obbligo di comunicare alla propria ASL competente i dati relativi alla presenza di amianto, come stabilito dall’articolo 12 comma 5 della legge 257/92. L ’ASL a questo punto provvederà al censimento e alla valutazione del rischio che consiste nell'individuare la pericolosità del manufatto e di valutarne il rischio di deterioramento. 

I manufatti di amianto compatto, definiti anche a matrice compatta, sono quei prodotti che sono formati da una matrice solida e stabile che può essere il cemento o il vinile, mescolati ad una parte di fibre di amianto (Cemento-amianto, vinil-amianto). Generalmente è stato riscontrato una percentuale dell'80%/90% di cemento e un 10%/12% circa di fibre di amianto. L'amianto a matrice compatta è ritenuto meno pericoloso rispetto all'amianto friabile perchè le sue fibre sono legate in maniera più stabile e per la sua minore percentuale di amianto. Appartengono a questo gruppo materiali come le lastre, cassoni dell'acqua, tubi, canne fumarie, ecc. 

Sono definiti friabili tutti i materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione delle dita, costituiti da una percentuale molto alta di fibre di amianto il 90% o 95% e una parte minima di legante. Veniva utilizzato principalmente come isolante termico per tubi, caldaie, frigoriferi, ecc., nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, navi, autobus, ecc. Questa sua caratteristica lo rende estremamente nocivo per l'uomo e le procedure per il sua smaltimento diventano molto più complesse. 


Bonifica dall'amianto

Collaudo confinamento
Il collaudo del confinamento statico e dinamico ha lo scopo di accertare la corretta esecuzione dell’isolamento dell‘area di lavoro rispetto all’ambiente circostante.
Il collaudo del confinamento dovrà essere eseguito sotto il controllo di funzionario dell’Organo di vigilanza e controllo preposto, salva diversa disposizione dello stesso.
Si compone di due tipologie di accertamento:
- collaudo ad impianto di estrazione spento, con l’uso di fumogeno;
- collaudo con impianto di estrazione accesso, con o senza l’uso di fumogeno.
Il collaudo ad impianto di estrazione spento consiste nel saturare l’ambiente di lavoro con fumogeno, osservare dall’esterno del cantiere che non vi siano fuoriuscite e nel sigillare dall’interno le falle osservate, in caso di fuoriuscite di fumogeno.
Il collaudo ad impianto di aspirazione accesso consiste nell’osservare che in prossimità delle aperture si formi sui teli un rigonfiamento verso l’interno dell’area di lavoro, indice di depressione ambientale, ovvero in seguito all’immissione di fumogeno nell’area esterna in prossimità del cantiere non si osserva alcun richiamo di fumogeno nell’area confinata. Nel caso contrario è necessario effettuare le riparazioni con sigillante.

Il collaudo del confinamento statico e dinamico ha lo scopo di accertare la corretta esecuzione dell'isolamento dell'area di lavoro rispetto all'ambiente circostante.
Il collaudo del confinamento dovrà essere eseguito sotto il controllo di funzionario dell'Organo di vigilanza e controllo preposto, salva diversa disposizione dello stesso.
Si compone di due tipologie di accertamento:
- collaudo ad impianto di estrazione spento, con l'uso di fumogeno;
- collaudo con impianto di estrazione accesso, con o senza l'uso di fumogeno.
 
Il collaudo ad impianto di estrazione spento consiste nel saturare l'ambiente di lavoro con fumogeno, osservare dall'esterno del cantiere che non vi siano fuoriuscite e nel sigillare dall'interno le falle osservate, in caso di fuoriuscite di fumogeno.
 
Il collaudo ad impianto di aspirazione accesso consiste nell'osservare che in prossimità delle aperture si formi sui teli un rigonfiamento verso l'interno dell'area di lavoro, indice di depressione ambientale, ovvero in seguito all'immissione di fumogeno nell'area esterna in prossimità del cantiere non si osserva alcun richiamo di fumogeno nell'area confinata. Nel caso contrario è necessario effettuare le riparazioni con sigillante.
Il collaudo è superato a giudizio dell'Organo di vigilanza e controllo.

confinamento dinamico

Realizzato il confinamento statico dell’area di lavoro, si dovrà procedere al suo confinamento dinamico tramite l’impiego di un sistema di estrazione dell’aria che consenta di mettere in depressione la medesima area di lavoro rispetto all’esterno. Lo scopo è quello di realizzare un gradiente di pressione tale che, attraverso i percorsi di accesso al cantiere e le inevitabili imperfezioni delle barriere di confinamento, si verifichi un flusso d’aria verso l’interno dell’area di lavoro, ciò consentirà di evitare qualsiasi fuoriuscita di fibre e consentire, nel contempo, il ricambio d’aria ambiente.
L’estrattore o, qualora necessario, gli estrattori saranno posizionati a pavimento, saranno provvisti di una o più mandate d’aria posizionate dalla parte opposta dell’aspiratore. Nei punti di attraversamento delle zone confinate con i tubi si dovrà porre la massima attenzione nella sigillatura dei fori di attraversamento con nastro adesivo resistente all’umidità.
La portata d’aria degli estrattori dovrà essere sufficiente a mettere in depressione la zona. Si prescrive una capacità estrattiva tale da consentire almeno 4 ricambi/ora, calcolata con la somma della capacità estrattiva delle macchine che saranno installate in relazione al volume geometrico dell’area di lavoro, secondo il procedimento di seguito riportato.
Posto:
V = Va x Nr/h
dove:
- V = volume aria da trattare;
- Va = volume dell’area confinata;
- Nr/h = numero dei ricambi all’ora = 4;
Il numero degli estrattori da installare dovrà essere tale che:
N = V/Pe
con Pe = portata oraria degli estrattori.
L’aspiratore dovrà essere dotato di filtro assoluto HEPA (alta efficienza 99,97 DOP), provvisto di manometro che consentirà di determinare quando i filtri devono essere sostituiti, di dispositivo di segnalazione intasamento filtro (manometro differenziale) e di segnalatore acustico di funzionamento.
Il sistema di aspirazione dovrà essere mantenuto in funzionamento continuo 24 ore su 24, fino alla decontaminazione dell’area. Allo scopo l’impianto elettrico di cantiere dovrà essere dotato di sorgente autonoma supplementare di soccorso.
Nel caso di arresto accidentale degli estrattori deve essere immediatamente interrotto il lavoro di rimozione del M.C.A. a meno che non si dispone di un estrattore di riserva di analoghe caratteristiche a quello di servizio.
Il sistema di aspirazione va spento soltanto in occasione della sostituzione del filtro. La sostituzione dei filtri deve avvenire all’interno dell’area di lavoro, ad opera di personale munito di mezzi di protezione individuale per l’amianto. Tutti i filtri usati devono essere insaccati e trattati come rifiuti contaminati da amianto.

confinamento statico

Confinamento statico
L'area di lavoro dovrà essere completamente confinata con l'installazione delle barriere e isolamenti di seguito indicati. Lo scopo è il contenimento delle fibre di amianto in tale rea ristretta, dove l'accesso è riservato ai soli operatori autorizzati dotati, i quali saranno dotati di particolari dispostivi di protezione.
Preventivamente si procederà alla:
pulizia e spostamento in luogo incontaminato di tutti i mobili e le attrezzature che è possibile rimuovere;
pulizia e spostamento in luogo incontaminato di tute le armature dell'illuminazione;
pulizia e sigillatura, con teli in polietilene, dei mobili, attrezzature ed impianti fissi a vista non rimovibili;
chiusura di fori e fessure presenti nell'ambiente oggetto dell'intervento con silicone o schiume espanse;
sigillatura dei giunti fissi e mobili delle porte e finestre con nastro adesivo a prova di umidità;
rimozione dei filtri dell'impianto di condizionamento, insaccamento ed allontanamento come rifiuti contaminati da amianto;
stesura di un doppio telo in polietilene (PE) o polivinilcloruro (PVC) dello spessore di 0,15 mm sul pavimento dell'area di lavoro, con risvolti sulla parete per almeno 50 cm; le giunzioni saranno effettuate con nastro impermeabile;
stesura di un doppio telo in polietilene (PE) o polivinilcloruro (PVC) dello spessore di 0,15 mm sulle pareti dell'area di lavoro; le giunzioni saranno effettuate con nastro impermeabile;
predisposizione di un'uscita di sicurezza, per consentire una rapida via di fuga, senza compromettere l'isolamento dell'area di lavoro (ad es. con polietilene o pvc da tagliare in caso di emergenza).
Tutte queste operazioni dovranno essere svolte con la massima cura poiché ciò dipenderà il grado di isolamento dell'area di lavoro, al fine di evitare il deposito di fibre prodotte su parti dell'edificio, facilitare la pulizia successiva e soprattutto impedire la dispersione di fibre all'esterno dell'area confinata.


Confinamento statico.



Organizzazione cantiere -bonifica dall'amianto--confinamento statico

Rischio Probabilità Magnitudo Trasm.
inalazione polveri - fibre probabile grave No
punture, tagli, abrasioni, ferite possibile modesta No

L'area di lavoro dovrà essere completamente confinata con l'installazione delle barriere e isolamenti di seguito indicati. Lo scopo è il contenimento delle fibre di amianto in tale rea ristretta, dove l'accesso è riservato ai soli operatori autorizzati dotati, i quali saranno dotati di particolari dispostivi di protezione.
Preventivamente si procederà alla:
- pulizia e spostamento in luogo incontaminato di tutti i mobili e le attrezzature che è possibile rimuovere;
- pulizia e spostamento in luogo incontaminato di tute le armature dell'illuminazione;
- pulizia e sigillatura, con teli in polietilene, dei mobili, attrezzature ed impianti fissi a vista non rimovibili;
- chiusura di fori e fessure presenti nell'ambiente oggetto dell'intervento con silicone o schiume espanse;
- sigillatura dei giunti fissi e mobili delle porte e finestre con nastro adesivo a prova di umidità;
- rimozione dei filtri dell'impianto di condizionamento, insaccamento ed allontanamento come rifiuti contaminati da amianto;
- stesura di un doppio telo in polietilene (PE) o polivinilcloruro (PVC) dello spessore di 0,15 mm sul pavimento dell'area di lavoro, con risvolti sulla parete per almeno 50 cm; le giunzioni saranno effettuate con nastro impermeabile;
- stesura di un doppio telo in polietilene (PE) o polivinilcloruro (PVC) dello spessore di 0,15 mm sulle pareti dell'area di lavoro; le giunzioni saranno effettuate con nastro impermeabile;
- predisposizione di un'uscita di sicurezza, per consentire una rapida via di fuga, senza compromettere l'isolamento dell'area di lavoro (ad es. con polietilene o pvc da tagliare in caso di emergenza).

Tutte queste operazioni dovranno essere svolte con la massima cura poiché ciò dipenderà il grado di isolamento dell'area di lavoro, al fine di evitare il deposito di fibre prodotte su parti dell'edificio, facilitare la pulizia successiva e soprattutto impedire la dispersione di fibre all'esterno dell'area confinata.

L'intervento mirato alla bonifica dall'amianto senza la rimozione comporta la messa in atto di un programma di controllo e manutenzione al fine di ridurre l'esposizione degli occupanti (mantenere in buone condizioni il m.c.a. o le sue protezioni, prevenire la dispersione di fibre, intervenire se si verifichi un rilascio, verificare periodicamente le condizioni del m.c.a.).

Il programma di controllo dovrà prevedere di:
- designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto;
- tenere una documentazione da cui risulti l'ubicazione del m.c.a. sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia e tubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che l'amianto sia inavvertitamente disturbato;
- garantire il rispetto delle misure di sicurezza durante la pulizia, la manutenzione o eventi che possano interessare il m.c.a..
- predisporre una procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e tenere una documentazione verificabile degli interventi;
- fornire una corretta informazione agli occupanti dell'edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;
- nel caso siano in opera materiali friabili:
- far ispezionare annualmente l'edificio, da personale qualificato,
- far redigere un rapporto sulla conservazione del materiale corredato di documentazione fotografica.
- inviare copia del rapporto all'Azienda USL la quale può prescrivere di compiere un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all'interno dell'edificio.
- attività di manutenzione e custodia;
- le operazioni di manutenzione;
- interventi che non comportano contatto diretto con l'amianto;
- interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto;
- interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di m.c.a..

Sono vietate le operazioni che comportano un esteso interessamento del materiale contenente l'amianto (M.C.A.), se non nell'ambito di progetti di bonifica.

Le procedure da adottare nel caso di consistenti rilasci di fibre:
- evacuazione ed isolamento dell'area interessata;
- affissione di avvisi di pericolo;
- decontaminazione dell'area con sistemi ad umido e/o con aspiratori idonei;
- monitoraggio finale di verifica.
- in presenza di materiali di amianto friabili esposti, soprattutto se danneggiati:
- la pulizia quotidiana dell'edificio deve essere eseguita con particolari cautele, impiegando metodi ad umido con materiali a perdere e/o aspiratori con filtri ad alta efficienza.
- la manutenzione ed il cambio dei filtri degli aspiratori sono operazioni che comportano esposizione a fibre di amianto e devono essere compiute in un'area isolata, da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione.

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