ATTIVITÀ INVESTIGATIVA DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO
ATTIVITÀ INVESTIGATIVA DEL CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO SUGLI INCENDI BOSCHIVI E TERRITORIALI
a cura del gruppo di lavoro istituito con Decreto del Capo del C.N.VV.F. n. 64 del 26/04/2017
Il bosco fornisce ossigeno, legno, cibo, acqua dolce, principi attivi farmaceutici, contrasta la desertificazione, aiuta a prevenire l’erosione del suolo, funge da deposito naturale di carbonio e svolge un’importante funzione per la stabilizzazione del clima e il surriscaldamento globale.
L’Italia ha un patrimonio boschivo unico, che copre circa il 36% della superficie territoriale nazionale.
Il fenomeno degli incendi boschivi rappresenta una delle emergenze ambientali più critiche del Paese. Tale fenomeno, negli ultimi tempi, ha assunto il carattere di vera e propria calamità, dovuta, principalmente, all’azione negligente o criminale dell’uomo che, con gesti inconsulti o volontari, provoca l’evento ponendo a rischio l’incolumità pubblica, determina distruzione e morte di piante ed animali, con perdita di quote di biodiversità, riduce sensibilmente il livello di sicurezza ambientale e determina notevoli danni al patrimonio forestale nazionale.
Ogni anno sono incalcolabili i danni allo Stato e a tutto il patrimonio ambientale che derivano dai devastanti incendi che percorrono migliaia di ettari di zone boscate e non boscate del nostro territorio.
A tale situazione si è già cercato di porre rimedio con la legge quadro in materia di incendi boschivi “Legge 21 novembre 2000, n. 353”. Tale norma contiene importantissimi elementi di innovazione, tra cui: la definizione giuridica di “incendio boschivo”, l’attribuzione di rilevanti compiti alle Regioni per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi, l’introduzione al titolo VI del Codice Penale del reato specifico di incendio boschivo (art. 423 bis c.p.), il divieto temporaneo di nuove costruzioni sui terreni percorsi dal fuoco.
L’emanazione del Decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 ha distinto le funzioni in capo all’ex Corpo forestale dello Stato, assegnando quelle investigative e repressive dei reati di incendio boschivo e la perimetrazione delle aree percorse dal fuoco all’Arma dei Carabinieri, tramite il Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare (CUTFAA) e le attività di contrasto, con l’ausilio di mezzi da terra ed aerei, degli incendi boschivi e il coordinamento degli spegnimenti, d’intesa con le Regioni, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Per ricercare ogni sinergia operativa per migliorare l'efficacia degli interventi di lotta agli incendi boschivi, in data 5 aprile 2017 è stato siglato un del Protocollo di Intesa tra Arma dei Carabinieri e Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. In particolare, l’articolo 5, comma 3 di tale Protocollo riporta che: “Il Corpo nello svolgimento delle attività di spegnimento adotta metodiche favorevoli al compimento delle attività di indagine, indica misure di sicurezza da adottare a tutela degli operatori, concorre, se richiesto, all’individuazione dell'area di insorgenza e del punto di innesco”.
In effetti, la ricerca della causa ed origine degli incendi boschivi richiede un intervento tempestivo e specialistico. Una squadra investigativa, appena giunta su un incendio boschivo, deve anzitutto individuare l’area di insorgenza delle fiamme, applicando tutte le metodologie disponibili che possano rendere oggettive le osservazioni empiriche, basandosi sulle tracce lasciate dalle fiamme e dal calore sulla vegetazione e sul materiale inorganico giacente sul terreno. La predetta prova materiale, dovrà ovviamente essere, ove possibile, convalidata e confermata dalla cosiddetta “prova personale”, cioè dalle informazioni testimoniali raccolte sulla scena criminis dalla Polizia Giudiziaria.
Anche sulla base delle prime indicazioni operative fornite con nota prot. n. 10853 del 4 agosto 2017, si è ritenuta utile la redazione di questo manuale.
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