Transito ed esecuzione di lavori sulla Copertura

Transito ed esecuzione dei lavori sulle coperture 

Al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza durante il transito e la sosta sulla copertura, a partire dal punto di accesso, devono essere previsti elementi fissi di protezione ed elementi che favoriscono l’utilizzo di dispositivi di sicurezza nonché la posa in opera di eventuali ulteriori dispositivi.
 Il transito sulle coperture deve garantire, a partire dal punto di accesso, il passaggio e la sosta in sicurezza per interventi impiantistici o di manutenzione mediante elementi protettivi quali:
a) parapetti;
b) linee di ancoraggio;
c) dispositivi di ancoraggio;
d) ganci di sicurezza da tetto;
e) reti di sicurezza anticaduta;
f) impalcati;
g) passerelle o andatoie per il transito di persone e materiali;
h) scalini posapiede;
i) piani di camminamento.
Nella scelta degli elementi protettivi di cui al comma 2 deve essere considerata la frequenza degli interventi di manutenzione previsti, privilegiando i sistemi collettivi di protezione rispetto a quelli individuali.
L’impiego di dispositivi di ancoraggio puntuali o ganci di sicurezza da tetto è consentito solo per brevi spostamenti o laddove le linee di ancoraggio risultino non installabili per le caratteristiche dimensionali, strutturali o morfologiche delle coperture, ovvero per contrasto con norme di tutela riguardanti l’immobile interessato dall'intervento.
 Laddove le caratteristiche della copertura lo consentano, in attuazione dei principi generali di tutela di cui all’art. 15 del D.Lgs 81/08 e della necessità di eseguire eventuali operazioni di salvataggio, assistenza e recupero in caso di caduta, la scelta dei dispositivi di ancoraggio deve essere rivolta verso quelle tipologie di dispositivi che consentono l’utilizzo contemporaneo da parte di più persone.

Gli approfondimenti a seguire sono tratti da coperturasicura della regione toscana.

PARAPETTO FISSO

Descrizione:

Protezione permanente del bordo di copertura o di parti aperte della copertura dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a 200 cm rispetto un piano stabile (vani scale, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc.).

Caratteristiche:

Deve:
•essere costituito da materiale rigido e resistente, in buono stato di conservazione.
•avere consistenza rapportata alle sollecitazioni d’impiego e derivanti dalla pendenza della copertura;
•avere altezza utile non inferiore a 100 cm;
•essere costituito da almeno due correnti orizzontali, uno superiore ed uno intermedio (posto a metà altezza tra pavimento e corrente superiore);
•essere resistente nel suo insieme e in ogni sua parte al massimo sforzo cui può essere sottoposto, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua funzione;
•avere fascia continua poggiante sul piano di calpestio di altezza non inferiore a 15 cm;
•per coperture di forte pendenza (superiore a 50°) il parapetto deve essere pieno e di altezza superiore a 100 cm (altezza rapportata all’inclinazione della falda).



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Esistono in commercio elementi reclinabili (vedi illustrazione) che permettono la “scomparsa” della protezione dal fronte dell’edificio.

Impiego:

DPC avente la funzione di impedire la caduta dall’alto del lavoratore. Particolarmente adatto alla protezione di aree di copertura di transito e lavoro con manutenzioni frequenti.

Specificità:

Dispositivo che garantisce la massima efficacia contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Richiede, normalmente, scarsa manutenzione derivante dall’assenza di meccanismi e semplicità tecnologica. Può essere utilizzato come punto di ancoraggio di DPI anticaduta, previa verifica della portata in relazione del carico applicato.

Criticità:

Soluzione impattante sotto il profilo architettonico. Deve essere verificata la realizzabilità in relazione agli strumenti urbanistici e di regolamentazione artistico/ambientale vigenti.

La soluzione reclinabile risolve il problema della “visibilità” dal fronte; in questo caso è necessaria una procedura riportata nell’elaborato tecnico della copertura che descriva le corrette modalità di sollevamento del parapetto.


Alternative:


1.Linee vita

Ispezioni:

Punti di fissaggio dei montanti, montanti, correnti, fascia parapiede. In particolare dovrà essere verificata periodicamente (in funzione delle tecnologie e dei materiali) la stabilità dei fissaggi e lo stato delle componenti.

Sistemi e procedure complementari:

Per la soluzione reclinabile: procedura da impiegare per il sollevamento e per il successivo riposizionamento del parapetto.

PARAPETTO TEMPORANEO

Descrizione:

Protezione del bordo di copertura o di parti aperte della copertura dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a 200 cm rispetto un piano stabile (vani scale, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc.). Composto da montanti fissabili a parti sporgenti della copertura e traversi da inserire in appositi alloggiamenti. Esistono in commercio sistemi più complessi che possono essere applicati a falde inclinate e montati su elementi fissati in fase di realizzazione della copertura e in dotazione dell’immobile.

Caratteristiche:
•Essere costituito da materiale rigido e resistente, in buono stato di conservazione. Deve avere consistenza rapportata alle sollecitazioni d’impiego e derivanti dalla pendenza della copertura;
•Avere altezza utile non inferiore a 100 cm;
•Essere costituito da almeno due correnti orizzontali, uno superiore ed uno intermedio (posto a metà altezza tra pavimento e corrente superiore);
•Essere resistente nel suo insieme e in ogni sua parte al massimo sforzo cui può essere sottoposto, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua funzione;
•Avere fascia continua poggiante sul piano di calpestio di altezza non inferiore a 15 cm;
•Per coperture di forte pendenza (superiore a 50°) il parapetto deve essere pieno e di altezza superiore a 100 cm (altezza rapportata all’inclinazione della falda);
•Avere sistemi di fissaggio per soletta sporgente (vedi grafica);
•Avere sistemi di fissaggio per cordolo sporgente verticale (blocco a ganascia fissa o regolabile);
•Avere sistemi di fissaggio a piastra verticale o inclinata (per blocco alla parete perimetrale o alla soletta della copertura);


La norma EN 13374 classifica tre diverse categorie di parapetti, in relazione alla pendenza e alla lunghezza della falda inclinata: Classe A (pendenza non superiore al 10°); classe B (pendenza da 10° a 30° e lunghezza falda fino a 2 mt); classe C (pendenza da 30° a 45° e lunghezza falda fino a 5 mt. In commercio esistono prodotti conformi a tale normativa e differenziati in relazioni alle caratteristiche della copertura d’impiego.

Impiego:

DPC avente la funzione di impedire la caduta dall’alto del lavoratore e di materiali, utensili, attrezzature di lavoro. Adatto alla protezione di aree di transito e lavoro, manutenzioni che utilizzano materiali, utensili o attrezzature che per caratteristiche, modalità di impiego o alimentazione, sono a loro volta motivo di esposizione a rischio.
I dispositivi possono essere impiegati esclusivamente secondo le modalità di montaggio e utilizzo previsti dal costruttore e in tal senso certificati.

Specificità:

Dispositivo efficace contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Richiede, normalmente, scarsa manutenzione derivante dall’assenza di meccanismi e semplicità tecnologica. Soluzione non impattante sotto il profilo architettonico e ambientale.

Criticità:

Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di montaggio, sia durante lo smontaggio. Per questo motivo il sistema non è adatto ad attività di monitoraggio-ispezione e per interventi di manutenzione di breve durata, per i quali meglio si adatta la movimentazione con DPI anticaduta.
L’impiego di questa tipologia di protezione è vincolata alla capacità del bordo di copertura di sopportare i sistemi di fissaggio dei montanti così come forniti dal costruttore e certificati. Generalmente i prodotti disponibili sono poco compatibili per coperture a falda senza cordoli o bordi perimetrali.
Per tetti con bordo libero e falda inclinata i costruttori prevedono parapetti montati su alloggiamenti specifici in dotazione dell’opera (sistemi di aggancio fissi ai quali i montanti si inseriscono). Naturalmente tutte le varie componenti del sistema (elemento di ancoraggio, montanti) devono essere coordinate per assicurare le condizioni di garanzia certificate dal costruttore.


Alternative:


1.Ponteggio sul perimetro
2.Parapetti fissi
3.Reti di sicurezza

Ispezioni:

Alloggiamenti di fissaggio dei montanti, montanti, correnti, fascia parapiede. In particolare dovrà essere verificata periodicamente (in funzione delle tecnologie e dei materiali) la pulizia degli alloggiamenti e delle componenti fisse di bloccaggio dei montanti. In caso di mantenimento della componente provvisoria del parapetto in area coperta risulta di minore importanza la verifica delle condizioni della stessa.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica delle condizioni meteorologiche ed ambientali
•Verifica delle compatibilità del bordo copertura con le caratteristiche del sistema di blocco del montante, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica della compatibilità tra condizioni d’impiego e la classe d’impiego indicata dal costruttore (compatibilità con pendenza, lunghezza della falda, attività svolta, ecc).
•Verifica della compatibilità dei componenti (sigla produttore e del prodotto), delle modalità di montaggio/smontaggio, d’impiego e di manutenzione, con le indicazioni del costruttore.
•Verifica della certificazione del prodotto “conforme EN 13374” (in alternativa il produttore o installatore deve produrre certificazione da parte di laboratorio autorizzato che garantisca risultati non inferiori).
•Dispositivi per il posizionamento e la trattenuta sul lavoro.
•Sistemi di arresto della caduta.

Per coperture inclinate (pendenza superiore a 15°) e fortemente inclinate (pendenza superiore a 50°) l’operatore deve indossare idonee calzature antisdrucciolo.

PIANI DI CAMMINAMENTO

Descrizione:

I piani di camminamento sono opere fisse, con funzione di percorso di transito, di collegamento in quota e/o installazioni fisse per l’accesso al tetto. Utilizzati per lavori in copertura, consentono di ripartire e sostenere il carico in maniera uniforme permettendo ad un operatore di stare in piedi o camminare in sicurezza.

Caratteristiche:

La norma UNI EN 516 prescrive che la piattaforma del piano di camminamento deve avere una dimensione minima di cm. 40x25. La stessa norma precisa che un piano di camminamento di lunghezza superiore a 50 cm è una passerella .
Sono inoltre classificati in Classe 1 (installazioni che non possono essere usate quali punti di ancoraggio per DPI anticaduta) e Classe 2 (installazioni che possono essere usate quali punti di ancoraggio per DPI anticaduta).

Impiego:

I piani di camminamento consentono al lavoratore di transitare in sicurezza sulla copertura per effettuare le manutenzioni oppure di raggiungere il punto oggetto di manutenzione a partire dal punto di accesso; possono essere utilizzati per superare sbalzi, vuoti e/o fragilità della copertura stessa oppure, se installati in successione, per collegare dislivelli di quota
Secondo la UNI EN 516 è consentita una inclinazione massima di 3° in qualunque direzione.

Specificità:

Nessuna.

Criticità:

I dispositivi UNI EN 516 (piani di camminamento) necessitano di una struttura portante idonea non solo alla loro installazione ma anche al carico di esercizio.

Inoltre per quelli di classe 2 bisogna tener conto anche:
•del carico aggiuntivo trasmesso alla struttura in caso di caduta dell’operatore
•dell’eventuale effetto pendolo
•del tirante d’aria libero.


Alternative:


1.Linee vita
2.Dispositivi di ancoraggio puntali
3.Andatoie e passerelle
4.Sistemi provvisori di reti di sicurezza e/o parapetti.

Ispezioni:

Le verifiche dovranno valutare la conformità dell’installazione secondo le prescrizioni del fabbricante, la presenza di elementi o sistemi a marchio CE, l’integrità di ogni singolo componente prima e dopo il suo uso e dopo un lungo periodo di inutilizzo.

Revisioni periodiche per verificare la resistenza del sistema di ancoraggio. Annotazioni a cura del proprietario nel manuale d’uso facente parte dell’elaborato tecnico della copertura.

Sistemi e procedure complementari:

Vedi “Criteri Progettuali” – Scheda CR003

Predisposizione di opportuni DPC

SCALINO POSAPIEDE (UNI EN 516)

Descrizione:

Gli scalini posapiede sono installazioni utilizzate per lavori in copertura, consentono di ripartire e sostenere il carico in maniera uniforme permettendo ad un operatore di stare in piedi o camminare in sicurezza.

Caratteristiche:

La norma UNI EN 516 prescrive che la piattaforma degli scalini deve avere una dimensione minima di cm.13x13. La piattaforma deve avere sui due fianchi laterali un listello o bordo rialzato non inferiore a 2 cm., per impedire lo scivolamento dell’operatore, e deve altresì essere dotata di maniglia o fori di presa. Sono inoltre classificati in Classe 1 (installazioni che non possono essere usate quali punti di ancoraggio per DPI anticaduta) o Classe 2 (installazioni che possono essere usate quali punti di ancoraggio per DPI anticaduta).

Impiego:

Gli scalini posapiede consentono al lavoratore di transitare in sicurezza sulla copertura per effettuare le manutenzioni oppure di raggiungere il punto oggetto di manutenzione a partire dal punto di accesso; possono essere utilizzati per superare sbalzi, o fragilità della copertura stessa o dislivelli di quota.

Secondo la UNI EN 516 è consentita una inclinazione massima della piattaforma dello scalino di 3° in ogni direzione.

Specificità:

Devono essere individuate le modalità di installazione.

Criticità:

I dispositivi UNI EN 516 (scalini posapiede) necessitano di una struttura portante idonea non solo alla loro installazione ma anche al carico di esercizio.
Inoltre per quelli di classe 2 bisogna tener conto anche:
•del carico aggiuntivo trasmesso alla struttura in caso di caduta dell’operatore
•dell’eventuale effetto pendolo
•del tirante d’aria libero.


Alternative:


1.Linee vita
2.Dispositivi di ancoraggio puntali
3.Andatoie e passerelle
4.Piani di camminamento
5.Sistemi provvisori di reti di sicurezza e/o parapetti.

Ispezioni:

Le verifiche dovranno valutare la conformità dell’installazione secondo le prescrizioni del fabbricante, la presenza di elementi o sistemi a marchio CE, l’integrità di ogni singolo componente prima e dopo il suo uso e dopo un lungo periodo di inutilizzo. Revisioni periodiche per verificare la resistenza del sistema di ancoraggio. Annotazioni a cura del proprietario nel manuale d’uso facente parte dell’elaborato tecnico della copertura.

Sistemi e procedure complementari:


Predisposizione di opportuni DPC

TRANSITO IN COPERTURA CON ANCORAGGI UNI EN 795 TIPO A

Descrizione:

Gli ancoraggi conformi alle norme UNI EN 795-TIPO A sono elementi strutturali isolati, posti su superfici o tetti o in corrispondenza di una parete, atti ad assicurare gli operatori durante l’attività di manutenzione



Caratteristiche:

Gli ancoraggi sono realizzati generalmente in acciaio inox o zincato e possono essere fissati sia alle strutture in legno, che in acciaio, che in calcestruzzo mediante sistemi che ne garantiscano idonei valori di resistenza.
Il dispositivo che consente all’operatore di spostarsi in copertura, assicurandosi a questo tipo di ancoraggio, è costituito da doppio cordino conforme alla norma UNI EN 354 con dissipatore di energia e da una imbracatura per il corpo a noma UNI EN 361.

La distanza tra essi non deve superare i 2,00 m., in modo da consentire all’operatore provvisto di doppio cordino e imbracatura di restare comunque agganciato ad un dispositivo di ancoraggio, effettuando in sicurezza il transito in copertura.

Impiego:

L’uso dei dispositivi di ancoraggio puntuali, quali unici punti di ancoraggio per il transito in copertura, è consentito solo e soltanto nei casi in cui, per motivi strutturali non risulti possibile installare una linea vita (D.P.G.R. Regione Toscana 18 dicembre 2013, n. 75/R, art.10 comma 4)
Particolarmente adatti per brevi spostamenti tra l’accesso e il sistema anticaduta principale.

Specificità:

I ganci correttamente posizionati consentono all’operatore spostamenti in condizioni di “caduta totalmente trattenuta”.

Possono essere utilizzati anche per arrestare una caduta dinamica.

L’operatore, opportunamente imbracato con mezzo di trattenuta conforme alle norme EN 361, dal punto di accesso alla copertura, sia esso interno o esterno, dovrà avere la possibilità di legarsi immediatamente a uno degli ancoraggi tramite il connettore di un doppio cordino e da li muoversi sulla superficie del tetto con successive manovre di aggancio/sgancio del dispositivo anticaduta.

Gli ancoraggi di TIPO A1, in alcuni casi possono essere utilizzati anche con i dispositivi anticaduta di tipo retrattile o guidato associati, comunque, a un cordino doppio che consenta all’operatore di passare in sicurezza da un ancoraggio all’altro e di collegarsi ai punti di trattenuta posti in prossimità del perimetro di copertura (per evitare l’effetto pendolo.)

L’uso combinato degli ancoraggi di TIPO A1 e A2 consente la messa in sicurezza di sistemi di coperture complessi, costituiti da falde e lastrici solari posti a quote diverse

Basso impatto visivo.

Criticità:
•Spostamenti lenti causati dalle continue operazioni di aggancio/sgancio del dispositivo anticaduta (doppio cordino) che l’operatore dovrà eseguire per procedere lungo la superficie del tetto.
•Difficoltà di verifica dei punti di fissaggio alla struttura.
•Diffusa discontinuità del manto impermeabilizzante.
•Ogni singolo ancoraggio può essere utilizzato da un solo operatore alla volta.


Alternative:


•Ganci di sicurezza da tetto EN 517 (per sole coperture inclinate)
•Parapetti permanenti di protezione perimetrale, ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008,n.81, dell’art.126.

Ispezioni:

Si prevede la verifica periodica di resistenza e conservazione dei punti di ancoraggio secondo le indicazioni del fabbricante.

TRANSITO IN COPERTURA CON DISPOSITIVI UNI 795 TIPO E

Descrizione:Il transito e l’esecuzione dei lavori in copertura avviene mediante l’ancoraggio a dispositivi provvisoriamente disposti o assemblati sulla copertura oggetto d’intervento di manutenzione (Vedi sDISPOSITIVI DI ANCORAGGIO UNI 795 TIPO E (a corpo morto) (DPI006)).
Caratteristiche:Da prevedere su superfici orizzontali piane (con pendenze non superiore a 5°) su cui posizionare i dispositivi di ancoraggio.
Impiego:Da prevedere ove non possono essere istallate linee di ancoraggio, o altri sistemi di ancoraggio da disporre in maniera fissa (Circolare Regionale - deliberazione n° 191 del 20 marzo 2006, punto 3.6).
Specificità:Da prevedere solo per brevi spostamenti in sicurezza dell’operatore su tratti di copertura limitati e per interventi di piccola manutenzione o ispezione.
Per lavori di maggiore entità dovranno prevedere l’allestimento, lungo il perimetro della copertura, di idonee opere provvisionali e adeguati DPC.
Criticità:Il transito mediante tali dispositivi non deve essere effettuato nelle condizioni sfavorevoli, di seguito illustrate; che il costruttore deve indicare nel libretto di istruzioni e che progettista ha l’obbligo di riportare nella relazione dell’elaborato tecnico della copertura:
 i dispositivi di ancoraggio a corpo morto non devono essere utilizzati dove la distanza dal bordo del tetto sia minore di 2500 mm;
la distanza tra i più dispositivi di ancoraggio, deve essere tale che l’operatore possa passare da un ancoraggio all’altro rimanendo sempre ancorato;i dispositivi di ancoraggio a corpo morto non devono essere utilizzati in presenza di rischio di gelo o in condizioni di gelo;
 uso dei dispositivi di ancoraggio a corpo morto dove è presente una contaminazione della copertura e/o del dispositivo di ancoraggio causata da olio, grasso ecc. o dalla crescita di alghe;
tipi di superficie di copertura sui quali è possibile utilizzare il dispositivo (ovvero le superfici sulle quali è stato provato con esito positivo);
 i dispositivi di ancoraggio a corpo morto dovrebbero essere posizionati in modo da evitare aree di ristagno dell'acqua;
se il dispositivo di ancoraggio a corpo morto deve essere utilizzato su un tetto coperto a pietrisco, tutte le pietre staccate devono essere rimosse (per esempio spazzando con una spazzola dura) prima di assemblare il dispositivo di ancoraggio.E’ tassativo inoltre che vengano illustrati:
 i potenziali pericoli presenti quando i dispositivi di ancoraggio a corpo morto sono combinati a dispositivi anticaduta di tipo retrattile (EN 360), che non sono stati sottoposti a prova insieme come sistema completo anticaduta;
i potenziali pericoli presenti quando i dispositivi di ancoraggio a corpo morto sono combinati ad assorbitori di energia (EN 355), che non sono stati sottoposti a prova insieme come sistema completo anticaduta;
che, ove gli utilizzatori intendano combinare un dispositivo di protezione individuale (DPI) contro le cadute dall'alto con dispositivi di ancoraggio a corpo morto, essi dovrebbero richiedere innanzitutto la consulenza del fabbricante del dispositivo di protezione individuale contro le cadute.
Altro elemento di criticità  è legato ad un uso improprio del sistema di ancoraggio da parte di operatore scarsamente informato sulle caratteristiche del dispositivo installato e sui suoi limiti di impiego.

Alternative:

Ponteggio lungo il  perimetro della copertura;
Sistemi  provvisori di reti di sicurezza e/o parapetti.

Ispezioni:Verifica periodica dello stato di conservazione di tutti gli elementi e soprattutto dei punti ancoraggio secondo i parametri di riferimento indicati dal libretto del costruttore;

Verifica di eventuali perdite nei dispositivi a carico d’acqua ed eventuale messa fuori servizio;

Presenza della segnaletica di sicurezza e avvertimento fissa e/o temporanea;

Controllo sull’etichetta della marcatura CE e rispondenza del dispositivo alla UNI EN 795 Classe E;

La marcatura deve essere conforme alla EN 365 e l'eventuale testo deve essere nella/e lingua/e del Paese di destinazione.
Oltre alla conformità alla EN 365, il fabbricante, o l'installatore, deve indicare chiaramente, su o accanto al dispositivo di ancoraggio, i seguenti parametri:

a) il numero massimo di lavoratori collegabili;
b) l’esigenza di assorbitori di energia;
c) i requisiti relativi alla distanza dal suolo
Verifica periodica dello stato di conservazione secondo i parametri di riferimento indicati dal libretto del costruttore;
Aggiornamento del fascicolo di manutenzione fornito dal costruttore

TRANSITO IN COPERTURA CON GANCI DI SICUREZZA DA TETTO UNI EN 517

Descrizione:

Gli ancoraggi conformi alle norme UNI EN 517, meglio noti con il nome di “Ganci di sicurezza da tetto” sono elementi strutturali fissi, posti sulla superficie dei tetti a falde per assicurare le persone e fissare i carichi.
Si distinguono in due tipi:
•Il tipo A con carico applicabile lungo l’asse maggiore o la pendenza della falda;
•Il tipo B con carico applicabile anche trasversalmente alla pendenza della falda.



Caratteristiche:

Gli ancoraggi sono realizzati generalmente in acciaio inox o zincato e possono essere fissati alle strutture in legno, acciaio e in latero-cemento mediante sistemi che ne garantiscano idonei valori di resistenza. La distanza tra essi non deve superare i mt. 2,00, in quanto il dispositivo che consente all’operatore di spostarsi in copertura, assicurandosi a questo tipo di ancoraggio, è costituito da doppio cordino conforme alla norma UNI EN 354 (lunghezza massima 2 m) con dissipatore di energia e da una imbracatura per il corpo a noma UNI EN 361.
Sono costituiti essenzialmente da:
•un gancio ad uncino per il sostegno delle attrezzature necessarie all’opera di manutenzione;
•un anello chiuso per l’ancoraggio dei dispositivi di protezione individuale anticaduta;
•un sistema di fissaggio direttamente connesso alla struttura portante del tetto.



Impiego:

L’uso dei ganci da tetto, quali unici punti di ancoraggio per il transito in copertura, è consentito solo e soltanto nei casi in cui, per motivi strutturali non risulti possibile installare una linea vita (DPGR Regione Toscana 23 novembre 2005, n. 62/R, art.10 comma 2)
Particolarmente adatti per brevi spostamenti tra l’accesso e il sistema anticaduta principale


Specificità:

I ganci correttamente posizionati consentono all’operatore spostamenti in condizioni di “caduta totalmente trattenuta”.
Possono essere utilizzati anche per arrestare una caduta dinamica.
La forma dell’ancoraggio, costituita nella sua parte superiore da un gancio di sostegno, permette, entro i limiti consentiti dal produttore, il posizionamento di materiali e attrezzature in copertura.
Basso impatto visivo.

Criticità:

Spostamenti lenti causati dalle continue operazioni di aggancio/sgancio del dispositivo anticaduta (doppio cordino) che l’operatore dovrà eseguire per procedere lungo la superficie del tetto.
Il GANCIO DI TIPO “A” garantisce lo sforzo a trazione solo nella direzione di pendenza della falda (asse y)
Difficoltà di verifica dei punti di fissaggio alla struttura.
Diffusa discontinuità del manto impermeabilizzante.
Ogni singolo ancoraggio può essere utilizzato da un solo operatore alla volta.
Difficoltà di trasporto di materiali e attrezzature.


Alternative:


1.Ancoraggi fissi conformi alla EN 795-TIPO. A ( per UN solo operatore)
2.Parapetti fissi di protezione perimetrale del tetto ai sensi del D. Lgs. 9 aprile 2008, n.81

Ispezioni:

Verifica periodica di resistenza e conservazione secondo le indicazioni contenute nel libretto di uso e manutenzione rilasciato dal produttore.

Attenzione

L’impiego di dispositivi di ancoraggio puntuali o ganci di sicurezza da tetto è consentito solo per brevi spostamenti o laddove le linee di ancoraggio risultino non installabili per le caratteristiche dimensionali, strutturali o morfologiche delle coperture, ovvero per contrasto con norme di tutela riguardanti l’immobile interessato dall’intervento 

TRANSITO IN COPERTURA CON LINEE DI ANCORAGGIO FLESSIBILI ORIZZONTALI TIPO C

Descrizione:

I dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali possono essere conformi alle norme UNI EN 795 se monoutente o secondo norma tecnica CEN/TS 16415 se pluri-utente.
In ogni caso sono classificati come dispositivi di tipo C e sono realizzati generalmente con una corda di fibra sintetica o fune metallica, fissata a due o più elementi di ancoraggio installati ad una struttura.

Il dispositivo di ancoraggio in esame, è costituito da:
•Fune di ancoraggio flessibile (A)
•Punto di ancoraggio mobile (B)
•Ancoraggio strutturale di estremità (C)
•Ancoraggio strutturale intermedio (D) (se richiesto dalla lunghezza della linea di vita)
•tenditore (E)
•assorbitore di energia (F)

La linea di ancoraggio si definisce orizzontale quando devia dall'orizzonte per non più di 15°



Caratteristiche:

Costituito da due o più punti di ancoraggio collegati tra loro da un cavo messo in tensione; permette all'operatore di svolgere le attività di manutenzione in piena libertà.

Tutti i componenti del sistema di ancoraggio dovranno essere realizzati e saldamente assemblati nel rispetto delle caratteristiche di resistenza fissate dalla normativa UNI EN 795; dovranno essere costituiti da materiale resistente e indeformabile, in grado di mantenere i requisiti di resistenza nel tempo.

I bordi e gli angoli esposti degli elementi metallici, devono essere arrotondati secondo uno smusso di 45 gradi.

La distanza tra i punti di ancoraggio di estremità e l’installazione di eventuali ancoraggi intermedi sono definiti dalle note informative del fabbricante.

La linea di ancoraggio flessibile, se previsto dal fabbricante, potrà essere collegata agli ancoraggi di estremità mediante l’ausilio di tendicavo e dissipatore di energia, essi consentono, rispettivamente, la regolazione del grado di tensione sul cavo e l’assorbimento delle eventuali sollecitazioni trasferite sulla fune dalla caduta dell’operatore.

Impiego:

Dispositivo di ancoraggio permanente, avente la funzione di consentire lo spostamento in sicurezza dell’operatore lungo tutta la superficie di copertura
Può essere installato, attraverso supporti adeguati alle caratteristiche dei diversi sistemi portanti, su coperture piane, inclinate, su pareti verticali e soffitti.
Se posizionato lontano dal punto di accesso, si deve prevedere l’installazione di ganci o linee guida supplementari per l’ancoraggio dell’operatore lungo il percorso di collegamento dal punto di accesso alla linea vita (vedi “Accesso” – Schede ACCESSI ESTERNI: CON PUNTO DI ANCORAGGIO STRUTTURALE UNI 517/795 (A001), ACCESSO ALLA COPERTURA CON LINEA DI ANCORAGGIO FLESSIBILE INCLINATA (A002), ACCESSI ESTERNI: CON PROTEZIONE DEL PUNTO DI SBARCO (A003), ACCESSO INTERNO SU PARETE VERTICALE (A004), ACCESSO INTERNO SU PARETE INCLINATA (A005)).

Specificità:

Sistema di ancoraggio caratterizzato da grande versatilità; in grado di coprire lunghezze estese seguendo, secondo un allineamento orizzontale, sviluppi lineari e/o variabili.

La sua natura flessibile, permette di colmare piccoli dislivelli fra gli ancoraggi (compresi entro l’allineamento dei 15°).

Richiede una manutenzione periodica la cui cadenza dipende dalle caratteristiche tecniche del sistema installato.

Il posizionamento della linea di ancoraggio deve essere stabilito dal coordinatore in fase di progettazione o, nei casi in cui tale figura non sia prevista, dal progettista, tenuto conto dei rischi derivanti dall’insorgenza dell’effetto pendolo e dal dimensionamento del tirante d’aria.

Di facile individuazione da parte dell’operatore.

Criticità:
•mantenimento delle garanzie di resistenza dei suoi punti di ancoraggio e delle condizioni della fune
•mancato rispetto dei tempi previsti per le verifiche periodiche;
•effettuazione di manutenzioni da parte di personale non esperto;
•mancata sostituzione degli elementi danneggiati;
•elevato impatto visivo del sistema.


Alternative:


1.Linea di ancoraggio a norma UNI EN 795 TIPO. D
2.Parapetti perimetrali fissi

Ispezioni:

In generale si prevede la verifica periodica di:
•stabilità dei punti di ancoraggio
•tirantatura della fune mediante calibri o tensionatori;
•stato di conservazione della componentistica secondo i parametri di riferimento indicati dal libretto della linea;
•sostituzione degli elementi usurati;
•presenza delle istruzioni per l’uso e indicazione della massima forza ammissibile in corrispondenza degli ancoraggi strutturali.

TRANSITO IN COPERTURA CON LINEE DI ANCORAGGIO RIGIDI ORIZZONTALI TIPO D

dispositivi di ancoraggio conforme alle norme UNI EN 795 in classe D sono costituitI da rotaie o canaline rigide, dotate di un punto di ancoraggio mobile che scorre liberamente lungo la stessa canalina o rotaia, fissate a due o più punti della struttura, in modo permanente.
La linea di ancoraggio si definisce orizzontale quando devia dall’orizzonte per non più di 15°
Caratteristiche:

Consentono all’operatore grande libertà di movimento.
I binari di scorrimento, al fine di evitare il distacco accidentale del carrello, sono dotati di dispositivo di fine corsa posizionato in corrispondenza di uno dei punti di ancoraggio terminali.
L’aggancio al carrello è consentito esclusivamente con cordini muniti di assorbitore di energia conforme alle UNI EN 355 e imbracatura a norma UNI EN 361.
La distanza tra i punti di ancoraggio di estremità e l’installazione di eventuali ancoraggi intermedi, sono definiti dalle note informative dal fabbricante
Supportato da sistemi di ancoraggio adeguati alle caratteristiche della struttura portante, può essere installato su superfici piane, inclinate, lungo pareti verticali e soffitti.

Impiego:

Trova larga applicazione su tutti i tipi di copertura, anche a geometria complessa e particolarmente estese.

E’ fortemente consigliato nel caso di manutenzione frequenti.

Se posizionato lontano dal punto di accesso, si deve prevedere l’installazione di ganci o linee guida supplementari per l’ancoraggio dell’operatore lungo il percorso di collegamento dal punto di accesso alla linea vita

Specificità:

Questo dispositivo, a fronte di una corretta analisi dei rischi, risulta altamente affidabile in quanto non si crea una freccia e di conseguenza limita il tirante d’aria necessario al di sotto della zona operativa. In caso di caduta, la sollecitazione prodotta viene assorbita quasi esclusivamente dalla deformazione della linea, proteggendo così la struttura e salvaguardando la resistenza dei punti di ancoraggio.

Consente l’uso contemporaneo da parte di due o più operatori.

Può essere installato senza soluzione di continuità su superfici di lunghezza estesa e posti quote diverse

Richiede una manutenzione periodica la cui cadenza dipende dalle caratteristiche tecniche del sistema installato.

Adattabile anche a pareti verticali con andamento curvilineo. Il posizionamento della linea di ancoraggio deve essere stabilito dal coordinatore in fase di progettazione o, nei casi in cui tale figura non sia prevista, dal progettista, tenuto conto dei rischi derivanti dall’insorgenza dell’effetto pendolo e dal dimensionamento del tirante d’aria.

Di facile individuazione da parte dell’operatore.

Criticità:
•mantenimento delle garanzie di resistenza dei suoi punti di ancoraggio e alle condizioni della fune
•mancato rispetto dei tempi previsti per le verifiche periodiche;
•effettuazione di manutenzioni da parte di personale non esperto;
•mancata sostituzione degli elementi danneggiati;
•elevato impatto visivo del sistema
•effettuazione di manutenzioni da parte di personale non esperto;
•lunghi tempi di installazione
•onerosità del sistema


Alternative:


1.Ancoraggi fissi a norma UNI EN 795 di classe C
2.Parapetti perimetrali fissi

Ispezioni:

In generale si prevede nella verifica periodica il controllo di:
•stabilità dei punti di ancoraggio
•deformazione rigida della guida
•stato di conservazione della componentistica secondo i parametri di riferimento indicati dal libretto della linea;
•eventuali elementi usurati, per loro sostituzione;
•presenza delle istruzioni per l’uso e indicazione della massima forza ammissibile in corrispondenza degli ancoraggi strutturali.


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